Poche console possono vantare una fama così vasta, un così grande numero di estimatori e, al tempo stesso, di feroci detrattori. È a quest’ultimi che sembra dedicata questa sinfonia finale, una composizione che con i suoi primi movimenti ci ha consegnato due videogiochi eccellenti e continua con questo terzo movimento, intitolato The Last Story.

L’ultimo titolo di Mistwalker è stato concepito come un punto di rottura, un’opera in cui riportare il gioco ai suoi elementi essenziali. Il famigerato director del gioco, il creatore di Final Fantasy Hironobu Sakaguchi, ammette: “ho iniziato passando un sacco di tempo a pensare a cosa significa raccontare una storia in un gioco. Ma sono andato oltre la semplice considerazione della storia e ho ripensato anche agli elementi essenziali del sistema”.

L’aspetto narrativo di The Last Story riprende alcuni elementi presenti nel precedente Lost Odyssey e, sebbene rinunci alle caratteristiche più sperimentali del predecessore, ripropone ed approfondisce alcuni dei temi più cari all’ex vice presidente di Square: l’amicizia, il rapporto tra uomo e natura, il potere e, al di sopra di tutto, l’amore. È difficile non lasciarsi trasportare dalle vicende che coinvolgono i personaggi principali e soprattutto dalla romance che coinvolgerà Zael e Calista; malgrado la linearità ed una certa prevedibilità della vicenda, è interessante notare la cura e la minuzia dedicate anche alle missioni secondarie. Pur non raggiungendo la caratterizzazione e la varietà di altri giochi, queste missioni presentano una serie di compiti che, spezzando il forsennato susseguirsi delle vicende, permettono al giocatore di distendersi leggermente.

All’importanza della trama non corrisponde un’eguale qualità dei vari elementi di gioco: l’esplorazione risulta decisamente limitata nella maggioranza delle ambientazioni e sarà libera solo nell’intricato borgo di Lazulis. Da qui il giocatore potrà svolgere una serie di missioni secondarie, atte a migliorare le statistiche dei personaggi ed il loro equipaggiamento. La gestione dell’inventario risulta particolarmente efficace grazie ai numerosi oggetti utilizzabili ed alle loro numerose migliorie, senza dimenticare la piacevole possibilità di scegliere i colori e gli accessori indossati dai componenti del party.

Rispolverando un uso assai diffuso nei JRPG bidimensionali, ogni personaggio avrà svariate abilità personali che potrà utilizzare in combattimento: la pianificazione delle battaglie, unitamente alle combinazioni di attacchi fisici e magici, risulterà particolarmente importante. L’adozione di un sistema di coperture piuttosto semplice e di una visuale in prima persona nell’uso delle armi da lancio è soddisfacente, anche se verrà vanificata dalla facilità con cui è possibile rafforzare i personaggi e dalla cura automatica – dopo ogni battaglia tutti i personaggi saranno curati automaticamente e recupereranno eventuali vite perdute.

Anche tecnicamente The Last Story mostra degli squilibri notevoli; mi riferisco in particolare alla grafica che, pur gestendo ambientazioni piuttosto limitate, presenta vistosi cali di frame rate. Solo l’ispirato design di Kimihiko Fujisawa riesce a salvare un lavoro poco più che sufficiente, mostrandoci un mondo fantastico affascinante e dipingendo un gruppo di personaggi che, debitore dell’animazione nipponica degli ultimi dieci anni, vive realmente in esso. A dir poco eccellente la colonna sonora composta da un ispirato Nobuo Uematsu, che non teme confronti con il passato, che piuttosto omaggia con intelligenza, come durante la pioggia di stelle cadenti ammirata da Zael e Calista: la protagonista vocalizza una canzone, ricordando l’originale Aria di Mezzo Carattere di Final Fantasy VI.

In una sinfonia il terzo movimento è solitamente un minuetto o uno scherzo: The Last Story rientra in pieno in questa definizione accompagnandoci, prima adagio e poi andante moderato, all’ultimo movimento dell’inaspettata nona sinfonia di Wii.



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Dario Oropallo

Ho cominciato a leggere da bambino e, da allora, non ho mai smesso.

Anzi, sono diventato un appassionato anche di fumetti, videogiochi e cinema: tra i miei autori preferiti citerei M. Foucault, I. Calvino, S. Spielberg, T. Browning, Gipi, G. Delisle, M. Fior e S. Zizek.

Vivo a Napoli, studio filosofia e adoro scrivere. Inseguo il mio sogno: scrivere.

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