Non so quanti di voi abbiano letto la run di Iron Fist realizzata da Fraction e Aja, ma quelli che ancora non l’hanno fatto dovrebbero porvi rimedio. Nel frattempo potete provare la nuova produzione del duo, una serie tutta nuova dedicata ad Occhio di Falco. Visti i nomi coinvolti, l’attesa per Hawkeye #1 era ai massimi livelli, insieme alla paura che il personaggio fosse snaturato per aderire a quello mostrato nel film, come il cambio di costume in copertina lasciava intendere. Fraction e Aja invece spiazzano tutti con un primo numero lontano, lontanissimo dai toni supereroistici. Il buon Clint Burton indossa il costume solo nella scena d’apertura, dopo di che l’intera vicenda si svolge in abiti civili e la nemesi dell’albo non è un mangiatore di mondi intergalattico o una flotta di alieni mutaforma, bensì un padrone di casa avido e opportunista. D’altra parte, si può capire quali siano le atmosfere della serie dalla tag line che troneggia nella pagina del credits: “This is what he does when he’s not an Avenger. That’s all you need to know”. Un manifesto programmatico piuttosto chiaro che dà vita a un’avventura urbana che si muove al ritmo di una serie televisiva, con frequenti balzi avanti e indietro sul piano narrativo, arricchita dallo stile essenziale, ma realistico di Aja: il suo Clint spesso ricorda il Brad Pitt di Fight Club, e se mai ci fossero lettrici davanti allo schermo la cosa penso possa far piacere. Albo della settimana a mani basse.

Hawkeye #01 cover

Se siete lettori di vecchia data il nome di Neal Adams vi scatenerà una marea di bei ricordi. Ecco, teneteveli, a meno che non vi siate già avventurati nel suo terribile Baman Odissey rovinandovi così la memoria di quanto di buono Adams abbia prodotto in passato. Francamente risulta difficile anche capire perché la Marvel abbia potuto proporgli un nuovo progetto alla luce dei suoi ultimi lavori. Questo The first X-Men #01 è un disastro sotto tutti i punti di vista. La storia vede un “giovane” Logan, ancora privo dello scheletro metallico, amico di Sabretooth, e impegnato nella ricerca di giovani mutanti per salvarli dalle grinfie del governo motivo per cui si rivolge a Xavier, ai tempi un semplice studente ad Oxford. Basta avere una vaga infarinatura della continuity degli X-men per capire che non c’è modo di inserire questi eventi al suo interno, ma poco male, non sono un talebano e una bella storia rimane tale anche se cozza con quanto scritto prima sul personaggio. Purtroppo, non è il caso di quest’albo: dialoghi e caratterizzazioni i punti più bassi, ma va ammesso che anche le matite di Adams sono invecchiate decisamente male.

The First X-Men #01

Non poteva mancare naturalmente un albo Image: si tratta di Think Tank #01, scritto da Matt Hawkins e disegnato da Rahsan Ekedal. Ammetto di non aver mai sentito parlare di loro, ma Think Tank è stata una piccola sorpresa. David Loren è un genio precoce finito lavorare per un think tank della difesa al termine dell’università, dove è malsopportato a causa della sua indolenza, che tuttavia non intacca il suo talento nell’ideare armi. Di recente però una crisi di coscienza gli impedisce di sviluppare nuovi strumenti di morte, complicando ulteriormente la sua convivenza coi militari. Nonostante i temi la serie si avvia su un tono piuttosto scanzonato, il protagonista si comporta come una rockstar – la decisa somiglianza con Kurt Cobain aiuta in questo senso -, e il mondo scientifico è un’ambientazione inedita. La volontà probabilmente è quella di divenire per il fumetto ciò che The Big Bang Theory è stato per la tv, citato non a caso nelle prime pagine, e non mancano in questo senso gli accenni sarcastici su ricercatori e affini, anche se tra il serie e il faceto il punto centrale rimane il dilemma etico connesso alla ricerca bellica.

Think Tank #01

Chiudiamo con un’uscita IDW, Infected #1, riduzione a fumetti di un romanzo scritto da Scott Sigler, autore divenuto fenomeno internetiano grazie ad audiobook e podcast. Il presupposto di partenza è una variazione sul tema di un topos classico della letteratura di fantascienza, un organismo alieno che infetta alcuni umani e li costringe a gesti violenti che si concludono col suicidio. In questo primo numero ci vengono mostrate le sorti dei primi infetti e l’avvio delle indagini, insieme all’infezione di un altro personaggio che suppongo si rivelerà fondamentale nello sviluppo della vicenda. Inizialmente sembra che nel trasformare il romanzo di un fumetto Chad Minshew, l’autore della trsposizione, si sia limitato ad illustrare, più che a narrare attraverso le immagini. L’albo ingrana dalla metà in poi, quando assume una forma più adeguata al medium su cui è ospitata, anche se l’abuso di didascalie ritorna qua e là prima della fine. Ottima invece la parte grafica dell’albo, Minshew ricorre ad inquadrature cinematografiche che esaltano il suo tratto preciso, arricchito da un’efficace colorazione digitale. La miniserie sarà composta da quattro numeri, ne riparleremo alla sua conclusione se le buone premesse saranno state mantenute.

Infected #01



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Claudio Magistrelli

Pessimista di stampo leopardiano, si fa pervadere da incauto ottimismo al momento di acquistare libri, film e videogiochi che non avrà il tempo di leggere, vedere e giocare. Quando l'ottimismo si rivela ben riposto ne scrive su Players.

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