Di ritorno dalle vacanze la pigna di fumetti arretrati rimasta sul comodino ci osserva minacciosa. D’altra parte, di leggere fumetti in vacanza non se ne parla: sole e salsedine possono rovinare le pagine dei preziosi volumi, e in spiaggia lo schermo dell’iPad si rivela inservibile. Mentre cerchiamo di recuperare le trame in arretrato, questa settimana ci concentriamo su un’infornata di uscite targate DC Comics, tutte legate all’iniziativa Zero Month, ovvero un mese in cui usciranno solamente #0 per tutte le testate coinvolte nel New 52, il reboot che ha azzerato le esistenze degli eroi che popolano il suo universo narrativo [ne abbiamo parlato su Players 10 NdR.].

La formula di questi #0 è semplice, solo storie autoconclusive che svelino le nuove origini dei personaggi DC o chiariscano degli aspetti rimasti oscuri nel primo anno del nuovo universo. Sulla carta una grande idea, un nuovo starting point a distanza ravvicinata dal precedente in grado di consentire a nuovi lettori di saltare a bordo, recuperando eventualmente solo una manciata di numeri già sugli scaffali delle fumetterie. Ancora una volta però non tutto è andato come previsto.

Action Comics #0

Partiamo allora dall’esperimento meglio riuscito tra le uscite DC di questa settimana, Action Comics #0 scritto da Grant Morrison. Considerando che la serie si occupa fin dall’inizio delle origini di Superman, ciò dovrebbe darvi fin da subito un’idea di quanta confusione ci sia nelle teste dei vertici DC al momento. Il talento dello scozzese nella scrittura riesce però a rendere interessante anche un episodio piuttosto piccolo, ma significativo nella vita del giovane Clark Kent, l’origine del nome del suo alter ego munito di mantello. Pur non aggiungendo nulla di nuovo al percorso formativo dell’eroe si tratta comunque di una lettura piacevole che riesce a dipingere con pochi tratti il cast principale della serie e le dinamiche che intercorrono tra loro, cogliendo in pieno il senso dell’intera operazione allestita dalla DC.

Detective Comics #0

Passando all’altra icona DC, ammetto di essermi affacciato con un certo timore a Detective Comics #0. A differenza di Superman, Batman può contare su un racconto delle sue origini dal valore universale, che calza alla perfezione al personaggio al di là delle costanti revisioni a cui viene sottoposto il multiverso DC. La paura che la storia andasse a toccare quanto raccontato da Miller in Anno uno si è fortunatamente rivelata infondata. Hurwitz si concentra sul periodo di addestramento di Bruce Wayne sull’Himalaya a cui Miller aveva solamente accennato – anche se onestamente capire se quella storia sia o meno in continuity al momento è un’impresa cervellotica, e sostanzialmente inutile. Anche in questo caso non viene raccontato nulla di fondamentale per la comprensione del personaggio, ma le matite di Tony Daniel, che sfoggia ora uno stile vicino a quello di Yu, valgono il tempo della lettura, prima arrivare alla back-up story dedicata al maggiordomo Alfred che a sorpresa si rivela il vero cuore pulsante dell’albo.

Green Lantern #0

In settimana tuttavia è stato Green Lantern #0 a far parlare di se su quotidiani e TG per l’esordio un nuovo supereroe di colore, e pure mussulmano! Se sentite la puzza di un’operazione studiata a tavolino per ottenere pubblicità gratis siete sulla buona strada. Simon Baz, questo il nome della nuova Lanterna Verde, è un giovane vissuto nel disagio che è finito suo malgrado nel mezzo di una situazione più grande di lui da cui riuscirà a uscire solo grazie alla comparsa dell’anello che lo investe del potere delle Lanterne. Una vicenda che difficilmente avrebbe trovato spazio fuori dalle recensioni fumettistiche, ma associate il disagio di Baz al suo essere giovane mussulmano negli Usa post 9/11 e infilatelo in un furgone rubato con a bordo una bomba, e avrete senza sforzo titoli e interviste in cui lo scrittore Geoff Johns respingerà al mittente ogni accusa di razzismo mentre il suo personaggio urla: “Sono un ladro d’auto, non un terrorista!”
Una albo che va letto, più per la sua valenza extra-fumettistiche che per il contesto socio-politico tratteggiato al suo interno.

 

Tra gli altri #0 usciti questa settimana spiccano per bontà Animal Man, che riesce a raccontare le origini del protagonista e a tirare al contempo le fila della storyline principale dell’albo infilandoci anche una riflessione meta-fumettistica, e Swamp Thing. Tutti gli altri passano dall’inutile all’incomprensibile, tra pagine che paiono uscite dalla Image dei ’90 e abusi di didascalie in grado di far sembrare la scrittura di Stan Lee una ventata di modernità. Pare di assistere a un revival di quanto di peggio il fumetto USA ha offerto negli ultimi vent’anni, proponendo eroine che si muovono una macchina degli autoscontri in Dial H o improbabili incroci con la mitologia cristiana, Giuda e la cappa di Cristo in The Phantom Stranger. Nulla di nuovo, purtroppo, questa Zero Week conferma solamente i grossi problemi qualitativi che affliggono molte delle testate del nuovo universo DC, senza grosse differenze rispetto al suo predecessore da questo punto di vista.



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Claudio Magistrelli

Pessimista di stampo leopardiano, si fa pervadere da incauto ottimismo al momento di acquistare libri, film e videogiochi che non avrà il tempo di leggere, vedere e giocare. Quando l'ottimismo si rivela ben riposto ne scrive su Players.

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