A circa un mese dalla data d’uscita scriviamo di New Super Mario Bros. 2, ultimo platform prodotto da Nintendo per il suo 3DS. Arrivato a fine estate ed accompagnato da un’accoglienza non proprio calorosa, sembra che quest’ultimo capitolo bidimensionale di Mario sia uno dei giochi più deboli dell’idraulico italiano.

Prima di riflettere sull’opera in sé, riteniamo interessante ricostruire brevemente la “ludografia” (consentiteci il termine) di questa serie. Il primo episodio di New Super Mario Bros. è uscito nel 2006, accompagnando il lancio occidentale del DS Lite. Attraverso una visuale definita 2.5D, il gioco rispolverava il genere del platform a scorrimento laterale bidimensionale con personaggi tridimensionali al loro interno: de facto Nintendo ritornava, quattordici anni dopo l’uscita di Super Mario Land 2: Six Golden Coin, al genere che aveva fatto la fortuna della sua mascotte.

L’entusiasmo che accompagnò l’uscita è stato irripetibile, unendo i ricordi dei giocatori più anziani e soddisfacendo i bisogni dei più giovani. Il successivo New Super Mario Bros. Wii riprendeva questo concetto, aggiungendovi un’interessante componente multiplayer cooperativa. A dispetto dell’aggettivo nuovo, Nintendo compie un’operazione postmoderna di aggiornamento del classico, riproponendo le meccaniche ad un pubblico che non le conosce affatto (o le conosce in minima parte); un lavoro che fa il paio con la filosofia alla base della virtual console su Wii: il creare una “memoria ludica” a lungo termine. Il problema di un’operazione simile è che può funzionare una tantum; di fronte al successo (anche di critica) Nintendo ha però deciso di trasformare il brand in una serie che, a sua volta, è destinata a dividersi tra episodi casalinghi e portatili.

New Super Mario Bros. 2 paga il pegno di essere il primo esponente di questo nuovo corso e, come se non bastasse, di uscire dopo Super Mario 3D Land: una combinazione d’eventi sfortunata, che evidenzia ancor di più le lacune del gioco. Lacune che possono essere riassunte nell’assenza del consueto “sense of wonder” che accompagna ogni capitolo della serie: molti elementi sono mutuati dall’ormai arcinoto Super Mario Bros. 3 – purtroppo tra questi vi è anche il sistema di salvataggio, con la sola aggiunta del salvataggio temporaneo. Presentata come fulcro di gioco, la raccolta di monete si rivela essere un elemento marginale: nessuna nuova meccanica ne fa uso ed i giocatori sono spinti a raccogliere quante più monete solo per spirito agonistico, come già accade in qualsiasi altro gioco della serie. L’assenza di novità di rilievo e l’uso piuttosto banale dell’effetto stereoscopico possono essere considerate due mancanze minori per un gameplay che, anche in una prova poco riuscita come questa, conferma le sue qualità: se cercate un gioco adatto per far appassionare un giovane videogiocatore a Mario o per conoscere meglio le meccaniche classiche del platform bidimensionale, New Super Mario Bros. 2 è sicuramente un’ottima scelta; se siete al di fuori di queste categorie passate oltre: l’inverno di Nintendo si prospetta ricco di uscite più interessanti di questa.



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Dario Oropallo

Ho cominciato a leggere da bambino e, da allora, non ho mai smesso.

Anzi, sono diventato un appassionato anche di fumetti, videogiochi e cinema: tra i miei autori preferiti citerei M. Foucault, I. Calvino, S. Spielberg, T. Browning, Gipi, G. Delisle, M. Fior e S. Zizek.

Vivo a Napoli, studio filosofia e adoro scrivere. Inseguo il mio sogno: scrivere.

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