È degli ultimi giorni la notizia che il comune di Scampia ha negato l’autorizzazione per le riprese di una serie ispirata a Gomorra, il romanzo di Roberto Saviano, prodotta da un team composto da Saviano stesso, accompagnato da alcuni dei responsabili dell’adattamento cinematografico del film e da importanti nomi del panorama televisivo italiano, in testa Stefano Sollima, direttore artistico e regista della serie Romanzo criminale. La produzione sta aspettando nuovi risvolti nella faccenda, nella speranza di ricevere le autorizzazioni necessarie per girare in uno dei posti chiave per il racconto.

Questa decisione mette in difficoltà una delle serie televisive nostrane potenzialmente più interessanti degli ultimi tempi, in un momento piuttosto povero di produzioni che riescano a conquistare l’immaginario collettivo e, allo stesso tempo, convincere il pubblico più esigente. Intanto, nel resto del mondo, gli esempi di come la televisione possa raccontare con efficacia il reale continuano a brillare, da The Wire negli Stati Uniti, a City of Men in Brasile, passando per Top Boy in Inghilterra. Lavori che raccontano i lati peggiori di comunità difficili, ma anche la forza di coloro che cercano di fare del bene in situazioni disperate.

gomorrafilm

La nostra televisione, nonostante le dimensioni notevoli del mercato italiano, ha fatto fatica a raccontare le situazioni difficili del nostro paese tramite fiction. La storia de La Piovra dimostra quanto sia da sempre stato difficile evitare pressioni politiche nella realizzazione di racconti incentrati sul crimine organizzato. Proprio Sergio Silva, il produttore storico de La Piovra, raccontava qualche anno fa di un ventennio molto difficile per le fiction italiane, con produzioni che temono pressioni politiche che soffocano creatività e libertà di racconto quando si tratta di puntare i riflettori sui lati oscuri del nostro paese. Le parole di Angelo Pisani, Presidente della Municipalità di Scampia, e del sindaco di Napoli Luigi de Magistris sono le ultime in una lunga tradizione che ha contribuito a indebolire il racconto della realtà nella televisione.

I politici considerano i racconti ambientati a Scampia “sfruttamento a danno del territorio”, un’opinione miope. La narrativa è uno strumento fondamentale per raccontare la realtà: le storie possono servire per mettere luce su situazioni complesse, per dare il senso di un posto e di una situazione al di là dei fatti, raccontando emozioni e tensioni che spesso non possono essere trasmesse dal semplice racconto giornalistico. La narrativa di finzione può raccontare con maggiore efficacia la nostra realtà: può mettere in scena quella che Werner Herzog definisce la “verità estatica”. Quella che al di là dei fatti descrive situazioni universali che possano parlare a tutti colori che fanno esperienza della storia, uno ad uno.

Le storie possono anche mancare il bersaglio, e raccontare realtà parziali o poco precise. Ma piuttosto che impedire preventivamente che questo possa accadere, così da strangolare il dialogo, si dovrebbe fare in modo che sia semplice raccontare diverse versioni delle cose. Che chi ha altre storie da raccontare, alternative a quelle con cui non si è d’accordo, deve essere libero di dire la sua. Le interferenze burocratiche stanno uccidendo un’opportunità di dialogo che potrebbe avere un impatto molto maggiore del film, del libro o delle inchieste giornalistiche.

In Italia, infatti, abbiamo un problema fondamentale: l’analfabetismo funzionale nel nostro paese ha raggiunto livelli altissimi, secondo alcuni studi vicini all’80%. Per quanto se ne parli molto poco, questo è il motivo per cui in Italia si legge poco. Non è questione di volontà, è questione di capacità oggettive rispetto alla lettura. In questo scenario la televisione è l’unico mezzo di divulgazione di reale potere nel costruire un dialogo collettivo.

Per questo dovrebbe essere considerato un posto dove creare le cose migliori che la nostra catena produttiva culturale possa produrre, e le serie televisive, in particolare, potrebbero essere un modo straordinario per creare una coscienza comune nel paese; al contrario, moltissimi dei nostri produttori e artisti hanno per decenni considerato il medium come qualcosa di inferiore.Questo approccio è responsabile per la qualità della produzione televisiva nostrana, mediamente terribile non per le caratteristiche intrinseche del medium, ma per la carenza di produzioni di qualità da parte di generazioni di artisti impauriti ad affrontare il grande pubblico, in parte per un ambiente produttivo strangolato dalla politiche culturali censorie.

scampia

Il paradosso è che in questa situazione il bisogno di narrativa sta venendo soddisfatto dai programmi di informazione. I servizi di Servizio Pubblico sono prodotti con più cura della grande maggioranza delle serie TV nostrane. C’è più attenzione al dettaglio e alla messa in scena in una ricostruzione di questi programmi che in molte fiction, creando uno strano corto circuito tra realtà e finzione. Un programma giornalistico ha ancora più difficoltà nel raccontare i chiaroscuri del reale, dell’enfatizzare il buono quando una situazione sembra disperata, così da offrire a chi guarda il senso della possibilità di cambiare le cose.

Dispiace che anche alcuni blog specializzati si schierino con i blocchi alle riprese, dando per scontato di conoscere i contenuti di una serie che se vuole essere di qualità deve rappresentare il buono di Scampia assieme al brutto. Quello che fa paura è l’approccio per cui sia giusto decidere preventivamente chi si può ascoltare, in particolare quando queste scelte arrivano da persone importanti come il sindaco di Napoli. Non è un caso che Saviano, nel dire che “il rivoluzionario al potere è il più zelante dei reazionari”, sembra quasi leggere un passaggio di 1984 di George Orwell, e ricorda quanto sia pericoloso accentrare un’intera comunità attorno al potere politico. I muri al dialogo sono uno dei più grandi danni che si possono fare ad un paese, e il nostro sembra non volerlo imparare.



Players è un progetto gratuito.

Se ti piace quello che facciamo, puoi supportarci (o offrirci una birra) comprando musica, giochi, libri e film tramite i link Amazon che trovi negli articoli, senza nessun costo aggiuntivo.

Grazie!
, , , , , , ,
Emilio Bellu

Scrittore, cineasta, giornalista, fotografo, musicista e organizzatore di cose. In pratica è come Prince, solo leggermente più alto e sardo. Al momento è di base a Praga, Repubblica Ceca, tra le altre cose perché gli piace l'Europa.

Similar Posts
Latest Posts from Players

Comments are closed.