La prossima opera a fumetti di Gianni Pacinotti, in arte Gipi o Gian Alfonso Pacinotti a seconda del medium attraverso cui si esprime, è in dirittura d’arrivo e sarà probabilmente presentata in anteprima all’imminente Lucca Comics & Games nei primi giorni di novembre. Nell’attesa, Coconino ha ripreso due brevi racconti illustrati di Gipi, unendoli per la prima volta in un unico volume sotto il titolo di Baci dalla provincia, e li ha stampati su una carta spessa quasi come il cartonicino, che non solo valorizza la resa di ocra e grigio usati per le due storie, ma restituisce anche un profumo antico che diventa parte integrante della lettura.

Gli Innocenti e Hanno ritrovato la macchina, i due racconti di cui si compone il volume, sono lontani per tonalità e sovrapponibili per tematiche, esattamente come le due provincie che li ospitano, non ancora città e mai più campagna, solo un accumulo di noia affastellato intorno a una lunga statale. E poi la violenza. Per associazione, la provincia è sempre violenta. Sarà perché covata sotto una noia da sopraffare, ma la violenza è uno sfondo costante nella vita della provincia, fuoriuscita forse da quello squarcio solcato dalla modernità dei ’70, o forse emersa come antidoto ai valori della tradizione di cui un tempo la si immaginava custode. Vallo a sapere.

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A volte basta immaginarsela la violenza in provincia per finirci invischiati, come gli innocenti del primo racconto, da banda di sbarbati di paese a passatempo della nuova coppia di poliziotti. Divise di città finite finite nel nulla atavico del tran tran quotidiano, dove i botti li si sente solo al telegiornale e quando si è di pattuglia tocca far passare il tempo in qualche modo. E rovinare la vita a un disgraziato, in fondo, è un modo come un altro.

Altre volte invece la violenza è un fantasma che torna a cercarti nel pieno della notte, una frase secca che risuona da un cornetta nel torpore del sonno spezzato: “Hanno ritrovato la macchina”. Per quelli famosi la provincia è un rifugio, un nascondiglio, un posto dove far dimenticare chi sei stato, oppure un esilio, comunque una tappa. Per quelli che la provincia la chiamano casa invece è una costante, un eterno ritorno al di là del luogo che calpestano. Perché la provincia ha memoria dei suoi figli, e in qualche modo esige che i conti siano regolati, costringendoti a pensare all’inferno in un bar prefabbricato che trema al passaggio dei tir mentre fuori albeggia.

In Baci dalla provincia c’è tutto il talento narrativo di Gipi in sole 72 pagine, spesse e consistenti come il cartonicino che le ospita.



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Claudio Magistrelli

Pessimista di stampo leopardiano, si fa pervadere da incauto ottimismo al momento di acquistare libri, film e videogiochi che non avrà il tempo di leggere, vedere e giocare. Quando l'ottimismo si rivela ben riposto ne scrive su Players.

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