ATTENZIONE! Questo articolo rivela particolari della trama di Breaking Bad, ultimo episodio compreso. Si consiglia la lettura a chi ha finito di vedere tutta la serie.

 

Breaking Bad è arrivato ieri notte al suo capitolo finale.  Nell’ultima sequenza abbiamo visto il corpo deceduto di Walter White, steso sul pavimento di un laboratorio, il suo vero amore, in un finale a metà strada tra il trionfo e la tragedia, degna conclusione di un piano geniale e folle, costruito su fondamenta pericolose, sempre pronte ad esplodere. L’ultimo episodio ha chiuso la serie con grande eleganza, e ha puntato i riflettori sulle parti più oscure della personalità di Walt. Vince Gilligan ha completato il ritratto di un uomo complesso, affascinante, terribile, e per molti aspetti, normale.

L’inizio della storia di Walt non è molto diversa da quella di un supereroe classico. La sua intelligenza è praticamente un superpotere: sin dalla sua giovinezza è stato evidente che le sue capacità da chimico avessero pochissimi eguali. Ma una scelta sventata all’inizio della sua carriera gli ha fatto perdere milioni di dollari, e da potenziale star della scienza è diventato un semplice professore di liceo, schernito dai suoi alunni. Dentro di sé, Walt ha sempre saputo di essere meglio di quello che era diventato. Ma aveva deciso di reprimere questo istinto per diventare un buon cittadino.

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Quando la serie inizia, un evento scatenante risveglia i suoi poteri. Per Batman è la morte della sua famiglia; per Spiderman il morso di un ragno. Per lui è il cancro, o meglio, la consapevolezza della morte, e la chiarezza datagli da una nuova missione: guadagnare abbastanza da mantenere a galla la sua famiglia anche dopo la sua morte. Così Walter White comincia a cucinare metanfetamine con il suo ex studente Jesse, e grazie ai suoi superpoteri produce droga di qualità straordinaria. In pochi mesi il suo prodotto lo rende celebre; nel mondo del crimine diventa famoso con un nuovo nome: Heisenberg. La sua storia, fino a questo punto, è quasi trionfante. Walt è forte, temuto, rispettato. Non a caso tantissimi fan della serie hanno fatto il tifo per lui anche dopo averlo visto compiere azioni agghiaccianti. Ma gli autori hanno messo in piedi un intreccio molto più complesso, che lascia poco spazio al tifo.

Dietro alle azioni di Walt c’è sempre il suo più grande rimpianto: aver abbandonato Grey Matter, l’azienda di prodotti scientifici fondata da Walt con Elliot e Gretchen Schwartz, da lui lasciata per capriccio, una volta conclusa la sua storia d’amore con Gretchen. Quella scelta ha precluso a Walt la possibilità di diventare una star, un miliardario, un magnate: dopo il suo abbandono, Grey Matter è diventata una miniera d’oro. Nel penultimo episodio Walt, latitante, ad un passo dall’arrendersi alla polizia, vede Gretchen in televisione parlare di lui come di un’anima perduta, con quel tipo di compassione che è facile interpretare come condiscendenza. Vedersi trattato come un debole risveglia l’ambizione di Walt, e gli dà l’idea perfetta per riuscire a rattoppare (almeno parzialmente) il disastro che la sua fame di vittoria ha creato.

Quella scena è la dimostrazione del genio della serie. È la chiave che rivela il tema principale di Breaking Bad: l’ossessione al successo e alla competizione che ha ispirato alcune delle figure più eroiche di tutti i tempi, e alcune delle figure più agghiaccianti della nostra storia.

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Walter non ha mai abbandonato il suo nuovo lavoro, anche dopo aver guadagnato milioni di dollari. Walt ha lottato ed è uscito vincitore, battaglia dopo battaglia. Heisenberg è sempre stato parte di Walt: è un supereroe realistico e per questo terrificante. Tutti noi vogliamo dei momenti di perfezione, di esaltazione, di vittoria. Vogliamo sentirci degli eroi, o anche, semplicemente, sentirci vivi. Vogliamo guadagnarci la nostra dignità, non vogliamo che ci sia data. Ma se ci dimentichiamo di tornare a terra, di dare un senso al nostro quotidiano, se inseguiamo senza sosta il rispetto degli altri, da eroi possiamo diventare mostri.

Il problema di Walt non è mai stato il cancro. Il problema di Walt era quello di essere uno straordinario scienziato ed un uomo mediocre: incapace di prendere responsabilità delle sue azioni, dipendente dal giudizio esterno, affamato di vittorie fino al punto di ferire chi gli sta caro pur di raggiungere il suo scopo. Alla fine della serie Walt non è di certo un grand’uomo; la famiglia che ha usato come scusa per le sue azioni criminali è distrutta, tormentata per sempre dalle sue azioni. Ma è un uomo che ha smesso di mentire a sé stesso, che ha preso le responsabilità delle sue azioni, che ha capito che dietro al suo successo c’è debolezza e vanità. La sua vera vittoria è ammettere questo a sé stesso e a sua moglie, e avere la forza di lasciare in pace Walt Jr. e non cercare il suo perdono.

È la decisione di non fare di nessuno un “buono” o un “cattivo” che rende Breaking Bad straordinaria. Ogni individuo è una combinazione di personalità+tempo: ognuno di noi può essere una grande persona un giorno e fare qualcosa di miserabile un altro. Molta narrativa decide di ignorare questa realtà per raccontare storie più semplici e lineari, ma Breaking Bad, fino alla fine, non si dimentica di mostrare tutti i lati dei suoi personaggi. È uno dei motivi per cui la narrativa televisiva può arrivare a trascendere quella cinematografica: la possibilità di esplorare i suoi personaggi in molteplici situazioni, per mesi o per anni, così da andare a fondo, fino a sviscerare l’anima dei suoi personaggi, e raccontare in dettaglio le conseguenze delle azioni che compiono.

Questa è una delle serie migliori della storia della televisione: se qualcuno la definisse “la migliore di tutti i tempi”, non ci sarebbe troppo da dissentire, nonostante quel tipo di affermazione non abbia necessariamente troppo senso – i migliori esempi di narrativa televisiva sono riusciti a raccontare storie molto diverse tra loro: The Wire, Buffy e Breaking Bad cercano di fare cose molto diverse, con successo. Ma forse questo è il primo caso in cui la storia di un singolo personaggio viene raccontata in maniera così pulita, chiara, efficace, terrificante e tragica. Il confronto con il finale di Dexter  è un ottimo modo per capire quanto sia difficile sviluppare in maniera convincente un personaggio complesso.

Breaking Bad l’ha fatto alla perfezione.

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Emilio Bellu

Scrittore, cineasta, giornalista, fotografo, musicista e organizzatore di cose. In pratica è come Prince, solo leggermente più alto e sardo. Al momento è di base a Praga, Repubblica Ceca, tra le altre cose perché gli piace l'Europa.

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2 Comments

  1. D’accordo su tutto. Un finale che nonostante le aspettative enormi non ha deluso nessuno. Capolavoro.

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