Sebbene i G.I. Joe siano la testimonianza in plastica del più sfacciato militarismo reaganiano, la cultura pop italica ha un debito non trascurabile con questa schiera di piccoli ‘Rambo’ ideati da Hasbro. Infatti, sul finire degli anni Ottanta, un’intraprendente Play Press  utilizzò l’adattamento a fumetti Marvel dell’allora popolare serie di giocattoli come testa d’ariete per rilanciare nello Stivale i comic della Casa delle Idee, che erano praticamente rimasti esclusi dalla scena editoriale nostrana per quasi un decennio, a partire dalla crisi di Corno del 1981.

Oggi, Edizioni BD fa sbarcare di nuovo i fumetti ispirati ai G.I. Joe nel Bel Paese, cavalcando l’onda del revival hollywoodiano del brand e facendo leva sul senso di nostalgia provato da tutti quelli che, da bambini, avevano scoperto o riscoperto l’universo Marvel grazie alle avventure del Colonnello Hawk e dei suoi commilitoni. Si tratta di un’operazione ben studiata anche sotto il profilo della qualità dell’offerta, dato che il ruolo di apripista della collana è stato affidato a G.I. Joe Hearts & Minds, una miniserie in grado di riscrivere il DNA dei vessilliferi yankee della Guerra Fredda e trasformarli in moderni antieroi byroniani, capaci di suscitare empatia anche nei lettori ‘liberal’.

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Il merito di una metamorfosi così radicale va tutto a Max Brooks, che, reduce dai successi raccolti con i suoi brillanti libri-mockumentary sugli zombie (Manuale su come sopravvivere agli zombie e World War Z), decide di rielaborare anche l’icona G.I. Joe con estro sagace e amara ironia, vergando la sceneggiatura di dieci storie autoconclusive, volte a esplorare l’animo di altrettanti personaggi classici del franchise.

I soggetti dell’antologia sono equamente ripartiti tra gli appartenenti alle forze speciali statunitensi dei G.I. Joe e i seguaci del gruppo terroristico Cobra, eterno antagonista dei ‘real American heores’. Dietro questa suddivisione apparentemente formale, si cela un profondo dualismo a livello di contenuti, che contrappone due volti della guerra molto differenti tra loro, ma entrambi umani, controversi e carichi di verità. La distinzione manichea tra ‘buoni’ e ‘cattivi’ sfuma, così, in un mélange complesso, dove i Cobra si delineano come individui critici, consapevoli e disillusi, che abbracciano una violenta causa anarco-rivoluzionaria per ottenere riscatto sociale, mentre i G.I. Joe risultano degli emarginati dalle personalità borderline, in grado di compiere azioni eroiche solo perché, in fondo, non hanno più nulla da perdere.

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Di volta in volta, Brooks declina diversamente questo leitmotiv per sposarlo in maniera creativa con il carattere dei vari personaggi, donandogli spessore e dando luogo a un affascinante zibaldone a tema bellico.

Per esempio, il Maggiore Bludd, da bidimensionale mercenario al soldo dei Cobra, acquista i connotati di un uomo che ha reagito con cinismo alle ingiustizie sociali subite dalla propria famiglia, diventando una figura dolceamara, grottesca, a metà tra l’Alberto Sordi di Finché c’è guerra c’è speranza e uno dei ‘magnifici sconfitti’ scaturiti dalla penna di Chuck Palahniuk. Il micidiale sabotatore Firefly, invece, ci delizia con uno stream of consciousness sulla fragilità delle strutture, mettendo in parallelo la sua perizia nel radere al suolo edifici imponenti, che risultano deboli se osservati attentamente dall’interno, con la vacuità delle politiche sociali, anch’esse friabili, quando spogliate dalle promesse pompose e illusorie dei governanti.

Dal lato opposto della barricata, i Joe offrono spunti altrettanto interessanti. L’esploratore pellerossa Spirit regala una riflessione sottile sull’emarginazione, ricordando come gli ‘uomini bianchi’ attribuiscano le sue capacità di segugio al fatto che è un ‘nativo americano’, facendone una questione razziale, mentre, in verità, esse derivano da una malattia genetica che gli acuisce i sensi e che, ironicamente, gli impedisce comunque d’integrarsi nella società. L’artificiere Tripwire svela che, dietro la calma e lo spirito di abnegazione con cui approccia il disinnesco di un ordigno esplosivo, si nasconde la semplice noncuranza della propria vita e il desiderio di ricongiungersi nell’aldilà con la sua amata, strappatagli proprio dalla deflagrazione di una bomba, durante un attentato terroristico. L’esperto di armi incendiare Blowtorch arriva persino a fare una delirante apologia, identificando il fuoco quale arma atavica dell’uomo, indispensabile per la sua sopravvivenza, e risultando quasi uno psicopatico con attitudini piromani.

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La dicotomia tra le poetiche delle due fazioni è sottolineata anche dai disegni. Il tratto dettagliato di Howard Chaykin mette in evidenza l’indole realista, acuta e disincantata dei Cobra, mentre le linee graffianti del nostrano Antonio Fuso esaltano l’animo tormentato, idealista e liminale alla follia dei G.I. Joe.

Risulta eccezionale notare come tutto questo complesso groviglio di suggestioni sia espresso in maniera assai semplice, attraverso testi agili e una costruzione delle tavole pulita, quasi minimalista. Ma ciò che maggiormente stupisce di G.I. Joe Hearts & Minds è l’efficacia con cui Brooks è riuscito a integrare in maniera credibile le proprie idee iconoclaste all’interno della caratterizzazione di personaggi che hanno oltre vent’anni di storia multimediale alle spalle. Si tratta di un’ulteriore riconferma del talento di questo figlio d’arte newyorkese, che, con molta umiltà e altrettanta disinvoltura, riesce a fare proprie delle pietre miliari pop, regalando rielaborazioni cariche di personalità.

In sintesi, Brooks e soci hanno confezionato la versione dei G.I. Joe che tutti i bambini refrattari al machismo degli anni Ottanta avrebbero voluto vedere da grandi. Un’opera eccezionale, capace d’inaugurare nel migliore dei modi il ritorno in Italia dei G.I. Joe e di farci gridare per la prima volta “Yo Joe!” con totale convinzione!

L’edizione BD di G.I. Joe Hearts & Minds raccoglie la miniserie in volume unico ed è attualmente disponibile nelle fumetterie italiane.



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Piero Ciccioli

Coniuga da anni la sua professione di ricercatore scientifico a quella di articolista e saggista specializzato in videogiochi, cinema d’exploitation, horror, fumetti e nei più disparati prodotti di entertainment d’origine nipponica. Nutre una viscerale predilezione per tutto ciò che è weird e sogna di radere al suolo una riproduzione in cartapesta di Tokyo, vestito da Godzilla.

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