Dalle nostre parti il genere shonen, manga e anime indirizzati generalmente ad adolescenti e incentrati sul superamento di una serie di prove fisiche via via più dure da parte del protagonista, si è imposto grazie all’ossessiva – o forse pigra – programmazione televisiva di due serie tra i massimi esponenti di questo filone della letteratura disegnata orientale: Dragon Ball e Naruto. In pratica, chiunque abbia passato il proprio pranzo post-scolastico incollato davanti al televisore negli ultimi 15 anni conosce, forse inconsciamente, le regole narrative dello shonen fatte di tornei e sfide con avversari sempre più potenti.

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Bastien Vivès invece ha ignorato i manga per lungo tempo. Non perché in Francia le avventure di Goku e Naruto abbiano goduto di minore popolarità. Né si può dire che la stella francese del fumetto si sia avvicinata tardi all’arte sequenziale: più semplicemente da ragazzo le sue attenzioni erano rivolte verso la scuola americana rappresentata da Walt Disney e Hanna & Barbara. La scoperta di manga ed anime è avvenuta invece in tempi recenti, ma si è rivelata una folgorazione.

Last Man nasce dunque con l’intenzione di omaggiare la tradizione giapponese dello shonen reinterpretandone i tratti caratteristici secondo la sensibilità artistica di Vivès, coadiuvato da Balak ai testi e Sanlaville ai disegni. Il protagonista del racconto è Adrian Velba, volenteroso e deboluccio studente di una delle numerose scuole di lotta del suo villaggio eccitato per l’imminente inizio dell’annuale torneo di arti marziali nel cui elenco dei partecipanti figura per la prima volta. La delusione però è dietro l’angolo perché la sorte decide di giocargli un brutto tiro. Il regolamento del torneo infatti prevede la partecipazione a coppie e l’improvviso malore del suo inaffidabile compagno sembra segnare inevitabilmente la sua prematura esclusione.

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A restituire la speranza ad Adrian giunge invece uno straniero, un uomo misterioso che ha raggiunto queste terre in cerca di gloria nella competizione. Vinta l’iniziale resistenza dell’avvenente mamma di Adrian, dettaglio non certo sfuggito all’occhio vigile di Richard Aldana, il carismatico straniero giunto dal nulla a salvare la situazione, la stramba coppia può dunque iniziare il suo percorso verso al conquista della coppa ricolma di monete. Non prima però di aver dato sfoggio della scarsa propensione al rispetto delle regole e delle tradizioni di Richard, il quale non si fa troppo scrupoli a far valere il suo spiccio carisma per inserire i loro nomi sulle liste nonostante i termini ufficiali siano ormai scaduti.

In questo primo volume dei sei previsti da Bao, Vivès gioca con ironia sui luoghi comuni del genere, in un turbine di rimandi, strizzate d’occhio e citazioni. Richard ad esempio porta scompiglio nel torneo col suo stile di lotta rude ed essenziale, ma inaspettatamente efficace contro tutti quei lottatori che fanno affidamento su tecniche speciali, o cazzate magiche come le definisce Richard stesso. È il ribaltamento della figura di Mr. Satan di Dragon Ball: se nell’opera di Toriyama il campione delle arti marziali tradizionali si scopriva di colpo superato dall’arrivo di sayan ed affini, in Last Man un suo epigono si prende la rivincita facendo assaggiare i suoi cazzotti a chiunque provi a resistere facendo ricorso a folate di vento o onde energetiche.

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Da Toriyama, fonte di ispirazione evidente, Vivès mutua anche le atmosfere in cui immerge il racconto. L’ambientazione, senza precise connotazioni spaziali e temporali, aleggia in una landa misteriosa, vagamente medievaleggiante con tratti esotici in cui Richard, con la sua motocicletta e il giubbotto di pelle, spicca come un elemento alieno. Eppure sono sufficienti pochi accenni alla vita cittadina al di fuori del torneo per rendere il contesto sociale in cui si svolge la vicenda uno degli elementi più interessanti, un miscuglio di razze e culture che Richard lo straniero si ritrova ad osservare con la stessa curiosità del lettore.

Balak, Bastien Vivès et Michaël Sanlaville - Paris 11/2012 © Mathieu Zazzo
Da sinistra: Balak, Vivès e Sanlaville. Il trio di autori sarà ospite dello stand Bao al prossimo Napoli Comicon dal 1 al 4 maggio.

L’adesione agli stilemi orientali si estende anche alla forma. L’albo infatti è pubblicato in formato tankobon le cui misure sono ormai sinonimo quasi universale di manga. E proprio come un manga il racconto inizia a colori per poi passare dopo la prima decina di pagine a una scala di grigi altrettanto efficace. In un singolare contrasto invece le matite – tutte digitali – di Vivès e Sanlaville rimangono saldamente ancorate alla sensibilità europea, concedendosi solo sporadiche strizzate d’occhio verso oriente tra cui addirittura trova spazio un violento omaggio a Frank Miller. Un cortocircuito culturale che mi ha tenuto incollato alla lettura, che fila fluida supportata dall’evidente abilità allo storyboard di Balak, fino alla conclusione del volume che costruisce una più che discreta attesa per la seconda parte in arrivo il 20 aprile.

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SCHEDA TECNICA<
Titolo:
Last Man vol. 1
Autori: Bastien Vivès, Michaël Sanlaville, Balak
Genere: Arti marziali esistenziali
Editore: Bao Publishing
Formato: Brossurato 15 x 21
Pagine: 216
Prezzo: € 16.00
ISBN: 978-88-6543-159-7



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Claudio Magistrelli

Pessimista di stampo leopardiano, si fa pervadere da incauto ottimismo al momento di acquistare libri, film e videogiochi che non avrà il tempo di leggere, vedere e giocare. Quando l'ottimismo si rivela ben riposto ne scrive su Players.

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