Descrivere una serie come Strangers in Paradise di Terry Moore è assai difficile per svariati motivi. Il primo riguarda i potenziali lettori di ciò che si sta per scrivere: da un lato è praticamente certo che la propria opinione sarà letta dai lettori di lunga data, cultori che hanno seguito le disavventure di Katchoo, Francine e David dal 1992 fino alla conclusione della serie; dall’altro è probabile incontrare persone che, complice la tribolata storia editoriale dell’edizione italiana, potrebbero non aver mai sentito parlare di una delle opere più interessanti del fumetto statunitense degli anni ’90.

Proprio questa definizione costituisce un secondo problema nell’analisi dell’opera di Moore e nella ripubblicazione, in occasione del ventesimo anniversaio dall’uscita, da parte di Bao Publishing. Appare necessario ricostruire lo stato dell’industria ed il modo in cui il fumetto americano tentava una trasformazione radicale, senza lasciarsi fuorviare dai numerosi giudizi espressi successivamente, in modo da poter comprendere appieno i motivi dietro il successo di questa serie.

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La trama dell’opera ruota attorno al triangolo formato la bella e folle Katina Choovanski (soprannominata Katchoo) e la delicata e dolce Francine Peters, amiche fortemente legate e spesso (almeno da parte di Katchoo) ai limiti dell’amore. A questa complicata relazione si aggiunge David Qin, innamorato della stessa Katchoo. Partendo da questa situazione Moore intesse una complicata trama ed aggiunge numerosi elementi più vicini al thriller, legati al passato di due dei protagonisti. Questa sinestesia crea momenti fortemente dissonanti e, complice la notevole grandezza dei volumi pubblicati da Bao, è possibile notare l’alternarsi dei due filoni narrativi. Ma non finisce qui: sporadicamente l’autore gioca anche con il medium del fumetto proponendo capitoli narrati in forma scritta, come se si trattasse di un romanzo. Il risultato di queste commistioni è un’opera sincretistica che riunisce due forme simili ed al contempo diverse, ma piacevolmente pari per la prosa chiara e le descrizioni attente e ricche di Moore. L’aspetto più riuscito dell’intera serie ed in cui l’autore statunitense riesce ad esprimere al meglio la sua abilità, sia scrittoria che ritrattistica, è nei rapporti e nelle tensioni che si creano tra i personaggi, protagonisti e non, costruendo una rete di rapporti e di collegamenti che si complicherà lentamente ma inesorabilmente. Nello svilupparsi della storia, è l’aspetto “emozionale” a divenire preponderante sulle altre tematiche per giungere al culmine, talvolta un po’ straniante per gli improvvisi scarti temporali, degli ultimi capitoli del racconto: sebbene ancora lontani dalla pubblicazione, che ad oggi è giunta al secondo dei sei volumi previsti, questi costituiscono uno dei momenti più toccanti dell’intera vicenda, reso ancor più forte dalla tridimensionalità dei personaggi e dal rapporto che s’instaura tra di essi ed il lettore.

L’edizione proposta da Bao Publishing è sicuramente la migliore e la più completa finora uscita in Italia. La traduzione, a cura di Leonardo Favia, è attenta e precisa, mantenendo intatta l’animosità e la vivacità della prosa americana. La scelta di adottare pagine dal grande formato (344 pagine l’uno) si accorda con un prezzo piuttosto economico e la riduzione dell’intera opera in soli sei volumi: una scelta che sacrifica contenuti aggiuntivi ed editoriali vari. Il risultato è quindi una ripubblicazione fedele e filologicamente precisa del testo originale, meritevole di attenzione per l’aver riempito una mancanza nel panorama fumettistico italiano ma che, proprio per l’assenza di contenuti aggiuntivi ed un’edizione spartana (in realtà in linea con altre ripubblicazioni dello stesso editore, come nel caso di Bone) che difficilmente attrarrà nuovi lettori, soprattutto tra gli attuali adolescenti che, a causa della giovane età, potrebbero non conoscere l’opera prima di Moore.



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Dario Oropallo

Ho cominciato a leggere da bambino e, da allora, non ho mai smesso.

Anzi, sono diventato un appassionato anche di fumetti, videogiochi e cinema: tra i miei autori preferiti citerei M. Foucault, I. Calvino, S. Spielberg, T. Browning, Gipi, G. Delisle, M. Fior e S. Zizek.

Vivo a Napoli, studio filosofia e adoro scrivere. Inseguo il mio sogno: scrivere.

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