Sin da giovane, Gregg Alexander ha cercato il successo. Dopo essersi trasferito dal Michigan a Los Angeles e aver ottenuto un contratto con una delle agenzie discografiche più importanti al mondo, pubblicò due album da solista: Michigan Rain e Intoxifornication hanno avuto buone recensioni, ma sono stati praticamente ignorati dal pubblico. Oggi sono molto difficili da trovare; ma i video per le sue canzoni da solista fan capire perché il suo stile avesse lasciato perplesso il grande pubblico. The Truth cerca di riportare in auge il flower power mentre, allo stesso tempo, prende in giro il movimento hippy. È fuori di testa, nel miglior modo possibile.

Dopo il fallimento dei suoi dischi da solista, Alexander si ritirò a scrivere canzini per altri artisti, in particolare Danielle Brisebois, sua collaboratrice per la maggior parte della sua carriera, e Belinda Carlslile. Allo stesso tempo preparava il suo ritorno da cantante, che impiegò otto anni per materializzarsi.

Nel 1998 non c’era modo di sfuggire alla sua musica, al suo volto. You Get What you Give, il primo singolo del suo gruppo, i New Radicals, era ovunque. Il pezzo è irresistibile, aveva creato qualche polemica perché sfidava nomi ben conosciuti come Courtney Love e Marilyn Manson: Alexander aveva trovato il modo di entrare nel mondo della musica col botto. E chiunque avesse comprato il disco completo, Maybe you’ve been brainwashed too, sapeva che Alexander sapeva scrivere molto più di una canzone orecchiabile. Il suo talento fu premiato da un disco di platino e un ottimo successo di critica. I New Radicals erano nella posizione perfetta per diventare uno dei gruppi più famosi del mondo. La band era sul punto di imbarcarsi in un lungo tour, ma Alexander decise di rinunciare al progetto. Meno di un anno dopo l’uscita del disco, il cantante dichiarò che aveva deciso di smettere di suonare e cantare: i New Radicals smettevano di esistere. Alexander decise di dedicare la sua carriera alla scrittura e produzione di canzoni.

Molti fan accolsero la notizia con dispiacere, i più distratti scrollarono le spalle, convinti che Alexander e i New Radicals fossero l’ennesimo “one hit wonder” apparso come una meteora nelle hit parade. Ma la scelta di Alexander non è così assurda, o unica: alcuni artisti preferiscono stare lontano dai riflettori, sopratutto dopo aver cercato e raggiunto successo internazionale, quel successo che Alexander aveva cercato per più di un decennio, e aveva raggiunto con forza. Linda Perry e Scott Storch hanno fatto scelte simili, così come Steve Porcaro. La vita del musicista professionista è potenzialmente stressante, come dimostrato dalle decine di musicisti la cui carriera è degenerata in crisi di nervi o cadute in baratri di droga e pessime scelte. Scegliere di stare dietro le quinte può portare grandi soddisfazioni (e ingenti guadagni) a musicisti di talento.

I fan dei New Radicals possono trovare molte nuove canzoni di Alexander: i suoi pezzi hanno continuato ad arrivare nelle radio ed avere enorme successo, interpretate da interpreti celebri: Ronan Keating, Enrique Iglesias, Melanie C, i Texas. La sua canzone scritta per Santana e Michelle Branch, The Game of Love, ha vinto un Grammy come migliore canzone del 2003, un’ulteriore dimostrazione dell’impatto di Alexander nella scena pop moderna. Ci sono pochissimi autori capaci di scrivere canzoni allo stesso tempo intelligenti ed orecchiabili a questi livelli.

Ma ancora oggi ci sono buoni motivi per essere dispiaciuti dello scioglimento dei New Radicals. Le canzoni di Alexander scritte per altri artisti sono spesso gemme pop, ma raramente colpiscono nel segno per i loro testi: quelle dei New Radicals erano piccole opere pop condite da un senso del mondo in bilico tra cinismo e gioia di vivere, ironia e completa onestà. Un pezzo come I hope I didn’t give up the ending non è pensato per essere un singolo, manderebbe in crisi depressiva un fan di Ronan Keating o Enrique Iglesias: ha senso solo quando cantata da Alexander, ed è un piccolo capolavoro, come molte delle altre sue canzoni.

Con Keating, Iglesias e altri, le sue canzoni funzionano soprattutto come singoli da radio, per quanto sia possibile trovare gemme nascoste in alcuni dei loro album. Ma le migliori collaborazioni di Alexander sembrano essere uscite fuori da collaborazioni più vicine con gli artisti, brani scritti a quattro mani, come Murder on the Dancefloor, scritta con Sophie Ellis Bextor, o Inner Smile, collaborazione con i Texas. Spesso è facile trovare le impronte di Alexander in queste canzoni: a volte alcune armonie ed alcuni ritmi ritornano. In questa playlist è possibile ascoltare la maggior parte delle sue canzoni, e a prescindere dagli interpreti, il suo stile è sempre presente, e la qualità è sempre alta.

Ancora oggi Alexander ha molti fan, come testimoniato dai commenti ai suoi video su YouTube e nel resto della rete. Ma l’artista ha deciso davvero di abbandonare la vita pubblica, è quasi impossibile trovare anche solo sue foto che non siano vecchie di quindici anni. Questa estate il film Begin Again, un musical per cui Alexander ha collaborato alla scrittura della canzoni, uscirà ai cinema, e anche solo guardando il trailer è facile riconoscere il suo stile. Per i nostalgici dei New Radicals, la musica non si è fermata.



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Emilio Bellu

Scrittore, cineasta, giornalista, fotografo, musicista e organizzatore di cose. In pratica è come Prince, solo leggermente più alto e sardo. Al momento è di base a Praga, Repubblica Ceca, tra le altre cose perché gli piace l'Europa.

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