Silicon Valley: la rivincita dei nerd

I nerd dominano il mondo, ma non sono ancora molto rispettati nella cultura popolare, o in televisione. The Big Bang Theory, per quanto sia ben scritto e abbia un enorme successo, rappresenta giovani scienziati appassionati di tecnologie come adorabili sfigati; adulti con uno sguardo sempre puntato all’adolescenza, intelligenti ma incapaci di rapportarsi con serenità a chiunque non condivida le loro passioni. Ma nel mondo reale ci sono Sheldon che controllano il destino del mondo, con miliardi di dollari a disposizione; le loro scelte possono cambiare radicalmente le nostre abitudini e il nostro rapporto con la privacy. Sono personaggi misteriosi perché spesso non sanno tradurre con eleganza, a parole, le loro idee; ma la loro capacità di vedere il codice dietro alle invenzioni che cambiano le nostre abitudini dà loro un enorme potere. La maggior parte di questi potenti vive in California, nella Silicon Valley.

Mike Judge racconta il mondo delle tecnologie e del lavoro da tempo: Office Space è uno dei più film più amati tra quelli che raccontano l’alienante mondo dell’Information Technology, e con Ideocracy ha messo in scena una delle più pungenti critiche del mondo delle corporazioni. Silicon Valley racconta la storia di Richard, un giovane programmatore impiegato in un’enorme corporazione, Hooli, diretta dal carismatico egomaniaco Gavin Belson, ma ha ambizione di portare al mondo un algoritmo per comprimere audio, Pied Piper, che viene ridicolizzato dalla maggior parte dei suoi colleghi. Ma due dipendenti di Peter Gregory, uno dei grandi rivali di Belson, scoprono che l’algoritmo di Pied Piper è potenzialmente rivoluzionario: può comprimere qualunque tipo di file senza praticamente nessuna perdita di qualità, con un’efficienza senza pari nel mercato.

Richard si trova davanti ad un bivio: Belson propone di acquistare Pied Piper per dieci milioni di dollari. Gregory gli offre centomila dollari e la possibilità di mandare avanti il progetto in prima persona. Richard prende la seconda strada, quella più rischiosa, ma anche più avventurosa. Insieme a un gruppo di amici e colleghi (e coinquilini), Pied Piper nasce ed è pronta ad entrare nella giungla di uno dei mercati più ricchi e difficili del mondo. Quello che segue sono otto episodi pieni di disavventure imprenditoriali, tradimenti, confusione, imbarazzi e osservazioni acute su un mondo tanto ricco quanto assurdo. Mike Judge è un veterano, e grazie al supporto di HBO ha lo spazio per raccontare una storia avvincente, che usa nomi di compagnie del tutto inventati, ma che vuole raccontare un mondo molto reale.

L’umorismo di Silicon Valley è in qualche modo anche la dimostrazione che alcuni degli stereotipi sulla cultura nerd sono difficili da negare. Richard, Elrich, Nelson, Dinesh e gli altri non sono caricature quanto possono esserlo Sheldon o Leonard, ma condividono molti dei loro tratti. Anche i miliardari che comandano le enormi corporazioni che torreggiano sulla Valley spesso si dimostrano infantili e ingenui quanto i loro dipendenti. Questa rappresentazione è stata accolta con reazioni contrastanti: giganti come Elon Musk hanno criticato la serie, dichiarando che non ha il polso sulla vera Silicon Valley; ma molti altri protagonisti del mondo del silicio hanno lodato la serie e la considerano precisa assai.

Quello che è sicuro, per ora, è che la serie funziona. HBO ha deciso, saggiamente, di non allungare artificialmente la prima stagione: gli 8 episodi trasmessi negli ultimi mesi sono tutti di ottimo livello, con un finale molto efficace che ben fa sperare per il secondo anno della serie; sarà curioso vedere quanto, nel frattempo, la realtà supererà la fantasia.