Dolci tenebre, piccoli innocenti orrori

Che ci sia qualcosa di strano in Dolci tenebre lo si avverte fin dalla copertina. A prima vista, magari osservandola senza prestare troppa attenzione, impaginazione ed illustrazione possono rimandare alla narrativa per ragazzi, ma a guardare un po’ meglio non è proprio normale che una bimba trovi riparo in quella che sembra una pelliccia di topo. E anche quei piccoli, appuntiti occhietti bianchi sulle sagome degli animali che la circondano non rimandano a nulla di amichevole.

Un libro, si sa, non si giudica dalla copertina. Basta però girare un paio di pagine perché i sospetti si tramutino in certezze. Eppure nulla lascia presagire quel che aspetta il lettore, mentre nelle prime vignette Aurore accoglie timida il suo fidanzatino per un’innocente colazione insieme. Hector è galante, e la dà del lei confessandole quanto l’abbia trovata carina al ballo della sera prima. Qualcosa comincia ad andare storto quando una viscida sostanza violacea piomba in testa al gentile Plim, che da buon amico aveva addirittura preparato la cioccolata calda dimenticata dalla sbadata Aurore. Ma il gocciolio si fa più insistente, meglio correre fuori e uscire alla svelta… dal cadavere in putrefazione di una bimba abbandonato in un bosco?

Dopo un simile avvio, tutte le successive e in parte inesplicabili scoperte colgono il lettore meno di sorpresa, ma non per questo colpiscono di meno. Aurore, Hector e Plim sono solo alcuni dei numerosi esserini che fuoriescono dal corpicino della bambina e si disperdono nel bosco, provando a formare una società in cui ben presto cattiveria, invidia, egoismo e arroganza la faranno da padrone, nonostante gli sforzi di Aurore affinché tutti collaborino al bene comune.

Come un Signore delle mosche in cui i protagonisti sono buffi esserini, realizzati con un tratto semplice e a tratti quasi stilizzato che ricorda in alcune pose le esagerazioni di Pollon in contrasto col segno ben più realistico utilizzato per gli elementi naturali, l’apparente candore dei personaggi amplifica per dissonanza la portata straniante della spietata cattiveria che accompagna le gesta di questi esserini. Nemmeno gli animali più piccoli trovano scampo di fronte alla naturalezza con cui si precipita in una spirale distruttiva col sorriso sempre stampato sulle labbra.

La graphic novel dei francesi Kerascoët (pseudonimo artistico della coppia Pmmepuy e Cosset) e Vehlmann edita dalle nostre parti da Bao è un discreto pugno allo stomaco che colpisce proprio quando meno ce lo si aspetta. È facile farsi ingannare dal tratto morbido e dai colori allegri sfogliandola distrattamente per poi essere travolti da dettagli di macabra crudeltà pronunciati da esserini che dietro la loro aria beata non sembrano celare alcun rimorso. L’opera ideata da Marie Pommepuy, che insieme al marito Sébastien Cosset ha curato la parte grafica dopo aver affidato la sceneggiatura a Fabien Vehlman, non fa nulla per mettere a proprio agio il lettore, anzi si diverte a spiazzarlo ad ogni pagina. Né si preoccupa di servire alcuna spiegazione preconfezionata sull’orrore del bosco, sull’origine degli esserini o la provenienza della bambina o sugli altri umani che si incontrano lungo il racconto. Nonostante inizi come una fiaba, non c’è nemmeno una morale. Così è se vi pare: gli strumenti per farsene una sono tutti sparsi tra le pagine. Siamo tutti adulti in fondo, no? Non avrete mica scambiato Dolci Tenebre per un libro per bambini giudicandolo dalla copertina?

SCHEDA TECNICA

Titolo: Dolci Tenebre
Autori: Fabien Vehlmann & Kerascoët
Casa editrice: Bao Publishing
Pagine: 94
Prezzo: 17 €