Cosmos: A Spacetime Odyssey è stata prodotta e trasmessa dalla FOX congiuntamente con il National Geographic Channel a partire dal 9 marzo 2014. La serie, di tredici puntate, ha come produttori esecutivi Seth MacFarlane, a cui si deve la chiusura dell’accordo con la FOX, e Ann Druyan co-autrice insieme all’astrofisico Steven Soter e al direttore dell’Hayden Planetarium di New York Neil deGrasse Tyson, presentatore e narratore della serie stessa.

L’attesa e l’entusiasmo fin dall’annuncio avvenuto nel 2011 per questa nuova serie di Cosmos – o, se vogliamo, reboot della serie degli anni ’80 – non si origina solo per i nomi coinvolti, per la sorpresa di un prodotto del genere ospitato su un Network che non sia PBS, o per via dell’autorevolezza di deGrasse Tyson. Per capire perché il nove marzo è stato cerchiato sul calendario e perché il programma ha goduto dell’introduzione del presidente Obama, è opportuno parlare prima di Cosmos: A Personal Voyage ideato, presentato e narrato da Carl Sagan, scritto insieme ad Ann Druyan e Steven Soter.

Neil deGrasse Tyson cosmos 1703

We are a way for the Cosmos to know itself” (“Noi esseri umani siamo un mezzo per il Cosmo di conoscere sé stesso”). Con queste parole Carl Sagan sintetizza il senso dei tredici episodi che compongono Cosmos: A Personal Voyage consegnando al genere umano una responsabilità, evidenziando un privilegio e indicando il fine stesso della nostra esistenza sulla Terra o, come Sagan l’ha definita Pale Blue Dot: nel 1990, poco prima che la sonda Voyager 1 lasciasse il Sistema Solare, la Nasa fece rivolgere la camera fotografica verso il nostro pianeta, così come chiesto da Sagan. Lo scatto non ha particolare interesse scientifico ma consente di contestualizzare meglio, nell’immensità del cosmo, la posizione occupata dall’umanità a “bordo” della Terra.

In our obscurity – in all this vastness – there is no hint that help will come from elsewhere to save us from ourselves” (“Nell’oscurità in cui siamo immersi – in tutta questa vastità – non c’è alcun indizio che un aiuto proverrà da qualche altra parte per salvarci da noi stessi”). Siamo soli ma collettivamente, come genere umano, abbiamo la nostra curiosità, il nostro intelletto e il nostro spirito d’avventura per evadere dal nostro “pallido puntino blu” e partire alla scoperta del cosmo.

Tutta la brillante e maestosa opera di divulgazione scientifica di Carl Sagan è stata improntata a rendere accessibile e appetibile a chiunque la scienza e il metodo scientifico: l’idea è quella di mostrare la ricerca scientifica come un diritto e una responsabilità di ciascuno per poter comprendere il nostro posto nell’Universo e rendere giustizia alla nostra prerogativa di essere creature senzienti.

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Sagan, attraverso il suo Cosmos, è riuscito a dotare di sense of wonder il rigore scientifico e a trasmettere passione per quelle discipline ritenute esclusivo terreno degli addetti ai lavori. Grazie al suo grande talento di narratore ha reso gli spettatori compagni di viaggio di quel personal voyage annunciato dal titolo.

Cosmos è dunque divenuto il programma più visto nella storia della PBS, ha vinto un Emmy e un Peabody Award, è stato trasmesso in più di 60 paesi e visto da oltre 600 milioni di persone ma, soprattutto, ha rappresentato una ridefinizione di documentario scientifico come genere alto, sia di intrattenimento che di informazione.

Cosmos 02

Neil deGrasse Tyson è stato in grado di omaggiare, con un’impronta propria, un lascito di tale prestigio concretizzando gli sforzi di Ann Druyan da tempo tentata dall’idea di portare di nuovo la serie in tv. Molti network avevano manifestato interesse nel progetto ma la possibilità di un accordo evaporava di fronte alla volontà di Druyan di avere il pieno controllo artistico, unitamente alla richiesta di un budget adeguato per la realizzazione di effetti speciali cinematografici. L’incontro risolutivo avviene con Seth MacFarlane, ammiratore di Sagan e deGrasse Tyson. MacFarlane era nella posizione di poter contrattare con successo Peter Rice della FOX, network al cui , MacFarlane, fa guadagnare più di qualche spicciolo (Family Guy, The Cleveland Show,  American Dad).

Il creatore di Family Guy, in veste di produttore esecutivo, contribuisce anche attraverso la parte animata presente in tutti gli episodi, parte che ripercorre la vita dei grandi del passato a cui dobbiamo tutt’ora credito per il progresso scientifico di cui beneficiamo. Alan Silvestri, compositore delle musiche per le quali ha ricevuto le sue due prime nomination agli emmy, è l’ultima nota di creatività e prestigio di Spacetime Odyssey che di nomination agli Emmy ne ha ricevute 12.

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The cosmos is all that is, or ever was, or ever will be.” (“Il cosmo è tutto quello che è, è stato e mai sarà”). Neil deGrasse Tyson sceglie di iniziare il suo Cosmos  proprio dove aveva iniziato Sagan sia geograficamente, sullo stesso promontorio californiano, sia intellettualmente: la meta del nuovo viaggio è l’universo, la sua esplorazione, la conoscenza delle leggi che lo regolano. In tutto questo il genere umano è spettatore privilegiato e attivo.

L’Astronave dell’Immaginazione, usata da Sagan per navigare là dove la nostra tecnologia non ci permette di esplorare fisicamente, è un altro elemento, insieme al Calendario Cosmico, ripreso dalla serie originale. Tyson completa il lavoro grazie alla sua abilità di rendere comprensibile e attraente la scienza senza cedere a semplificazioni. In definitiva Cosmos: A Spacetime Odyssey non rivela quasi nulla che non possiamo trovare in un testo di Fisica, Astronomia, Chimica o Biologia delle Superiori: quello che fa è spingere ad aprire quel testo, essere in grado di comprenderlo, restarne affascinati e valutare la propria esistenza in modo più completo e consapevole.

Nota

In Italia “Cosmos: Odissea nello Spazio” viene trasmesso in chiaro da Focus (canale 56) a partire dal 4 settembre 2017 ore 22,05



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Mara Ricci

Serie tv, Joss Whedon, Jane Austen, Sherlock Holmes, Carl Sagan, BBC: unite i puntini e avrete la mia bio. Autore e redattore per Serialmente, per tenermi in esercizio ho dedicato un blog a The Good Wife.

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