Se si potesse associare alla seguente lettura un accompagnamento musicale, le parole di questo articolo non potrebbero che rimbalzare sulle note di Don’t You (Forget About Me), brano cult dei Simple Minds che, per l’uso cinematografico che ne è stato fatto, è divenuto portavoce non solo di un’epoca, ma anche di un clima, di una fase e di un’età ben precise. Non a caso il pezzo, che di tanto in tanto capitola nei film e/o nei prodotti televisivi attuali, è capace da solo di rievocare, più di tanti puntuali riferimenti visivi, una condizione esistenziale inequivocabile, in cui si avvertono pulsioni, emozioni e desideri tanto rarefatti quanto travolgenti. Ci stiamo ovviamente riferendo all’adolescenza, ma non alla classica condizione che chiunque nella vita si trova ad affrontare, ma all’adolescenza vissuta nelle manifestazioni politically correct degli anni Ottanta statunitensi. Si tratta dunque di un particolare modello adolescenziale, legato a precise circostanze spazio-temporali, ma anche e soprattutto a determinate riorganizzazioni culturali.

Judd Nelson, Emilio Estevez, Ally Sheedy, Molly Ringwald and Michael Hall

Uno dei pregi (per qualcuno difetti) di gran parte del cinema americano è quello di assorbire le fluttuazioni psico-sociali per poi riproporle su schermo in una versione normalizzata, accettabile e gradevole al pubblico che, di conseguenza, le avverte, le incorpora e le tramanda in maniera distorta, amplificata e poeticizzata. L’adolescenza a cui facciamo riferimento – e che la canzone dei Simple Minds ci rammenta – non è, allora, quel tratto dell’età che contraddistingue tutti gli esseri umani, ma quella configurazione che il cinema americano, con i suoi film, ha assegnato all’adolescenza.

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Nel caso della produzione anni Ottanta, l’assimilazione e formulazione della condizione adolescenziale è stata così accurata ed efficace da valergli un’etichetta personalizzata. Il fenomeno del brat pack, che inizialmente si limitava a identificare un gruppo di giovani interpreti dall’aria impertinente, si è infatti subito esteso a una serie di film, fino a istituire un vero e proprio genere cinematografico. Genere in cui le tematiche adolescenziali, suggellate nel classico modello della screwball comedy, traboccavano in eccessi sentimentali, comici, sociali ed esistenziali ri-impadronendosi del tempo narrativo per piegarlo ai capricci della giovinezza. Sono così interpretabili i verbosi e irregolari scambi in The Breakfast Club (John Hughes, 1985) e Un Compleanno da ricordare (Sixteen Candles, John Hughes, 1986), le interpellazioni di Matthew Broderick in Una Pazza Giornata di Vacanza (Ferris Bueller’s Day Off, John Hughes, 1986), gli schizofrenici cambi del punto di vista in Bella in Rosa (Pretty in Pink, Howard Deutch, 1986) o le posticce sdrammatizzazioni in Ragazzi Perduti (The Lost Boys, Joel Schumacher, 1987). Tempo sottratto al tempo della narrazione e utilizzato per intervenire su di essa dandone una visione intima e personale, una visione in cui i crucci e i desideri dell’adolescenza diventavano una faccenda abbastanza urgente. Se in questo modo la compattezza di questi film è apparsa sfaldata, la formulazione ha decisamente contribuito alla loro unicità e caratterizzazione.

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L’adolescenza raccontata nei film del brat pack era una condizione parziale e inafferrabile, proprio perchè mostrata in modo indiretto e scompaginato, ma anche perfettamente adattabile ai corpi e alla gestualità dei protagonisti che l’hanno indossata rivelandone la seducente eccezionalità. Certamente la declinazione che ne è stata fatta è stata (quasi) sempre positiva e propositiva, e apparentemente ingenua, ma a margine era possibile intravederne una dolorosa caducità.

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Con il tempo è proprio la percezione della caducità di questi film a essersi rafforzata, con un aumento dell’effetto nostalgia prodotto. A giocare un ruolo rilevante, in questo senso, è stata la generale scomparsa – o la mancata eredità – del genere. Il motivo della scomparsa di prodotti simili o affini, a prescindere dalla normale e riscontrabile (anche altrove) evoluzione e ricambio dei generi, è imputabile alla sparizione del target rappresentato in quei film.

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Oggi, infatti, l’inizio della fase psichica dell’adolescenza è anticipata al punto tale da precorrere le stesse trasformazioni fisiche, di conseguenza l’intervallo relativo alla fase adolescenziale è ormai contraddistinto da una ricezione e approccio più maturi e smaliziati. Non a caso i prodotti dedicati a questa fascia anagrafica, in anni recenti, sono stati rinominati young adult. Lo slittamento e la dilatazione degli aspetti relativi alla fase adolescenziale hanno comportato una nuova suddivisione dei target e una diversa ripartizione delle tematiche trattate all’interno dei prodotti culturali. Se da un lato gli aspetti legati all’emotività (primi sentimenti e forme di disagio sociale) sono stati assorbiti e intensivamente impiegati dalla produzione animata (specialmente disneyana) destinata ai più giovani, dall’altro gli aspetti legati al corpo e le sue trasformazioni (sessualità, gravidanza, uso di droghe, malattie) rappresentano oggi il punto di forza della produzione di genere nelle sue diverse coniugazioni.

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A voler, quindi, rintracciare i caratteri tipici del brat pack nel cinema contemporaneo non solo non si potrebbe prescindere da una cospicua mole di prodotti, ma difficilmente si riuscirebbe a trarre la stessa suggestione generata da quel fenomeno cinematografico. Allo stato attuale, probabilmente, è la televisione ad aver riscosso l’unico lascito del brat pack, sfruttando il fatto che la serie tv meglio si presta alle richieste di tempo e alle deviazioni introspettive tipiche di quel cinema. Il teen drama, soprattutto, si è specializzato così bene nell’impiego di gag da brat pack al punto da renderla una pratica ormai del tutto ordinaria.
Quel che si è perso, però, e che ha fatto e fa di quel cinema una rarità per collezionisti di stralci di vita, è lo spirito di un’epoca che abbiamo creduto di vivere e che forse non è mai esistita se non nei nostri sogni di gioventù.



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4 Comments

  1. Per corroborare e completare l’ottima riflessione, cercherei di riflettere su quali film saranno ricordati fra trent’anni dagli adolescenti di oggi. Il filone “teen” attuale, da cosa dovrebbe essere composto? Io vedo solo opere sci-fi (alla Divergent,The Giver, The Hunger Games, Ender’s Game etc.etc.) i cui protagonisti sono adulti in tutto e per tutto, quasi completamente privi delle incertezze e dei dubbi che caratterizzavano il Cameron Frye di JohnHughesiana memoria (per dirne uno). Certo, ci sono film in cui i teenager sono magnificamente rappresentati e descritti (Mud) specie quando fanno da contraltare agli adulti, ma dubito che questi vengano visti ed apprezzati dagli spettatori che rientrano in quella fascia d’età.

    1. Rilancio molto stimolante. Ci rifletto su e magari provo a fare un pronostico pesato e scevro da pregiudizi ;)

  2. Articolo molto interessante e ben scritto, complimenti davvero. Riallacciandomi a quanto detto da Fulgenzio in precedenza inviterei a riflettere su come molto del cinema americano più stimolante degli ultimi anni sia rappresentato da una sorta di “new age” del coming of age (mi si passi il pessimo gioco di parole), film come The Spectacular Now, The Kings Of Summer, The Way Way Back, Adventureland, o forme traslate come il già citato Mud o il recente Whiplash. Tutti film però che, pur continuando coerentemente un discorso simile a quello dell’epoca d’oro, hanno forme e modi assai diversi, o che in alcuni casi il tempo andato lo rievocano direttamente, finendo per rappresentare più “film su adolescenti” che “film per adolescenti”. Paradossalmente infatti il pubblico di questi film sembra più essere il 30nne di oggi che era adolescente nell’epoca d’oro e che nostalgicamente si lascia contagiare. Qualcosa che, come acutamente sottolineato nell’articolo, ha molto probabilmente attinenza oltre che con la situazione attuale dell’industria cinematografica americana anche più in generale con quella sociale, una situazione che forse il cinema americano non ha ancora saputo decodificare e raccontare. Quanti film che raccontino coerentemente e specificatamente i teen ager degli anni 10 riusciremmo a tirare in ballo per una discussione?

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