Entrato sempre più prepotentemente nelle discussioni dedicate ai prodotti culturali, il termine spoiler (dall’inglese to spoil= rovinare) ha letteralmente posto un limite a tutto ciò che è divenuto lecito o non lecito riferire su trame o dettagli di film, serie tv e quant’altro possegga uno sviluppo narrativo. La comparsa e l’accresciuta influenza dello spoiler sono andate di pari passo con l’aumento delle possibilità di dibattimento circa l’intensa produzione culturale, e quindi con le circostanze agevolate e immediate offerte dai social network che, con le loro evolute pratiche di interscambio, hanno reso quanto mai “irresistibile” l’esercizio della sentenza sulla moda del momento. I prodotti culturali, che oggi rappresentano dei veicoli a grossa cilindrata quando si tratta di traffico sociale, hanno conosciuto una tale diffusione da rendere indispensabili vere e proprie norme di circolazione, onde evitare spiacevoli incidenti… La dicitura SPOILER ALERT, per tale ragione, rappresenta più che una semplice gentilezza tra consumatori rispettosi, ma un avvertimento necessario se si intende partecipare a una discussione il cui oggetto sia di imprescindibile interesse pubblico. Insomma, più l’interesse coinvolge vaste fasce d’utenza, più la questione dello spoiler acquista importanza.

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La diffusione della produzione culturale ha avuto, negli ultimi anni, un incremento impressionante. Tale aumento è dovuto a due condizioni che vedono implicati, da un lato, l’industria dei media e, dall’altro, gli stessi consumatori. La prima condizione – che potremmo definire di tipo controllato – è quella generata dalle diverse strategie di distribuzione adottate dai media e interessano le modalità spaziali e temporali di trasmissione. La seconda – di tipo incontrollato – è quella cagionata dalla diffusione esponenziale pirata che, in virtù dell’assenza di vincoli di interesse economico, è capace di raggiungere indiscriminatamente fruitori più remoti sia in termini di spazio sia di tempo. All’apparenza queste due condizioni sembrerebbero inconciliabili, dopotutto le ragioni strategico-economiche dei network sembrano mal rapportarsi a quelle libero-gratuite del file sharing illegale. Eppure, le due realtà non solo hanno dimostrato di poter in qualche modo convivere, ma anche di potersi influenzare a vicenda, traendo benefici l’una dall’altra. La questione dello spoiler, in quest’ottica, può allora tornare utile per comprendere l’entità e la gestibilità di certa produzione culturale.

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Posto il fatto che, come abbiamo detto, la diffusione conosce una natura controllata, definita dai network, e una incontrollata, generata dall’upload e dal download selvaggio, possiamo sostenere che il range entro il quale lo spoiler sortisce i suoi effetti è rappresentato dall’arco temporale di diffusione – che va dal primo passaggio sui canali ufficiali fino alla saturazione mediatica – e possiede un andamento decrementale. Il range, infatti, è caratterizzato da fasi distinte in cui l’effetto dello spoiler subisce sensibili variazioni. La fase acuta corrisponde a quel momento in cui una prima percentuale di fruitori può imporre il proprio potere di conoscenza su un vasto bacino d’utenza che, invece, non ha la possibilità di godere del primo passaggio. Successivamente si passa a una fase intermedia e infine a una fase di declino, quando la maggioranza dell’utenza ha fruito il prodotto e lo spoiler perde rilevanza. Se la fase acuta è, in genere, abbastanza breve, specie se il prodotto è molto seguito e la “caccia al file” è aperta, le altre due fasi possono essere piuttosto estese.

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Oltre alla dimensione temporale, però, è necessario considerare la dimensione spaziale perché un prodotto trasmesso in un luogo preciso può veder rallentare la sua diffusione verso gli altri paesi per ragioni di traduzione (sottotitolazione e/o doppiaggio), rendendo la fase acuta dello spoiler più lunga e pericolosa del previsto. Pericolosa perché, in tali circostanze, lo spoiler tende a diffondersi più velocemente del prodotto stesso, mettendo a rischio la salute psichica di molti spettatori. Per tale ragione i piccoli e grandi network, che negli anni hanno attentamente osservato l’andamento della riproduzione legale e illegale e le discussioni rimbalzate sui social, hanno tentato di rivedere le modalità di trasmissione dei prodotti seriali, cercando di mitigare gli effetti negativi dello spoiler – accanto alla più ovvia tutela economica del prodotto.

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Se alcuni hanno optato per il simulcast, la trasmissione in contemporanea nei diversi paesi, sempre passando attraverso i canali ufficiali (spesso a pagamento) decisi dal network, altri – come Netflix – hanno alzato la posta abbandonando il modello del palinsesto settimanale e rilasciando intere stagioni alla mercé di un’insaziabile utenza. Non a caso, quando l’offerta non è tradizionalmente regolata, ci si riferisce alla relativa fruizione con il termine binge (= abbuffata). L’abbuffata di episodi – alla quale il soggetto serietv-dipendente non è certo nuovo – in genere non crea troppi problemi perché l’utente vi si approccia in maniera consapevole (a stagione finita sa che il rischio spoiler è più basso o, proprio virtù di passati spoiler, ha deciso di seguire la serie e quindi non se ne preoccupa). Diverso è il discorso se la stagione inedita di una serie tv viene uploadata sui server in blocco. A quel punto l’arena del social diviene sanguinosa. E’ una lotta a chi vede prima, condivide prima e spoilera prima, trasformando una pratica di puro intrattenimento in una coazione a ripetere.

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Eppure lo spoiler – diciamolo senza timori – non è una violazione vera e propria. Dopotutto il successo e la diffusione di certi prodotti culturali hanno proprio a che vedere con il dibattito spinto, ossessionato e radicalmente nerd su tutti gli aspetti che interessano l’audiovisivo, e spesso è proprio quello a stimolare il desiderio di assistere e partecipare allo spettacolo. Se non ci credete, provate a chiedervi se è nato prima True Detective o il piano sequenza del quarto episodio di True Detective. Insomma, lo spoiler è fastidioso, ma è anche un diritto inalienabile, soprattutto se lo esercitate per primi!



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