Cosa passa per la testa delle persone?
Secondo Pixar, cinque sentimenti: gioia, tristezza, paura, disgusto e ira. Nella mente della giovane Riley, che vive felice con due adorabili genitori, che la amano follemente, il primo è nettamente dominante e riesce sempre a tenere a bada gli altri quattro. Quando la famiglia trasloca dal Minnesota a San Francisco però, le cose cambiano e le emozioni negative iniziano a far sentire la propria voce…

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L’anno (forzato) di pausa è servito: Inside Out era il film più ambizioso mai osato da Pixar e il risultato finale va ogni oltre più rosea aspettativa. Capita molto raramente di assistere ad un’opera perfetta sotto ogni punto di vista ma l’ora e mezza pensata da Pete Docter e realizzata dallo stesso regista (già autore di Up e Monsters &co.) insieme a Ronnie del Carmen è assolutamente inattaccabile.

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Prendete tutti i momenti “alti” della più che decennale produzione Pixar: l’incipit di Up, le trovate di Monster & co., i primi 40 minuti silenziosi di Wall-E, la simpatia dei personaggi della trilogia di Toy Story, la tecnica, strabiliante di tutti i film della casa di Lasseter e comprimeteli in un’unica opera…state appena sfiorando la superficie di Inside Out.

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Pete Docter immagina la mente come una centrale operativa, dotata di una console attraverso la quale i ricordi vengono compressi in piccole sfere colorate, in base al loro sentimento dominante, e che vengono “stoccate” in un enorme magazzino popolato da strambe creature che le organizzano a seconda della loro rilevanza. Le esperienze sono isole sospese nel nulla, i sogni set cinematografici, i pensieri treni che volano. Questo immaginario fantastico è totalmente asservito alla narrazione, sulla quale è preferibile non dilungarsi per evitare di togliere ai futuri spettatori (che dovranno essere tanti, tantissimi) il piacere delle mille scoperte proposte da uno script semplicemente perfetto.

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Pixar ha sempre fatto della commistione tra “gioia e tristezza”, per citare le due protagoniste principali di Inside Out, la sua cifra stilistica. Non ha mai calcato la mano, certo, tenendosi a debita distanza da Ghibli o da altre opere di scuola nipponica o europea, ma, fatta eccezione forse per Toy Story 3, non aveva mai trovato l’equilibrio ottimale tra questi due antitetici elementi. Stavolta c’è riuscita. Ed è andata oltre, molto oltre.

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Inside Out è una meraviglia da vedere ed è di gran lunga il più divertente di tutti i film Pixar ma, e forse è la cosa più importante, è anche il più intelligente, stimolante, profondo, onesto. Se è vero che ogni frame gronda creatività ed inventiva, ad ogni situazione corrisponde un’acuta riflessione sulla crescita, il ruolo della famiglia e dell’amicizia e la consapevolezza che gli stati d’animo “assoluti” non esistono, mediati come sono dalle cose belle e brutte che ci capitano tutti i giorni nella vita.

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Inside Out ridefinisce i canoni del cinema di animazione contemporaneo e si pone come pietra miliare assoluta e benchmark di riferimento per tutti: è una commedia strepitosamente divertente (impossibile citare una singola sequenza “migliore” di altre, anche se per i titoli di coda scomodiamo tranquillamente la parola “geniali”), è una importante riflessione sulla vita e sull’essere umano e…basta, sarà quasi impossibile fare meglio di così.

Ah, no, fermi tutti. Un difetto ce l’ha ed è tutto italiano: da noi esce il 16 settembre. Ma in fondo avrete in programma un viaggio all’estero quest’estate, no?



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Andrea Chirichelli

Classe '73. Giornalista da tre anni, ha offerto il suo talento a riviste quali Wired, Metro, Capital, Traveller, Jack, Colonne Sonore, Game Republic e a decine di siti che ovviamente lo hanno evitato con anguillesca agilità. Ha in forte antipatia i fancazzisti, i politici, i medici, i giornalisti e soprattutto quelli che gli chiedono foto.

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4 Comments

  1. merda, con una recensione del genere devo assolutamente vederlo alla prima !!

    p.s. piccolissimo errore di battitura: “titoli di coSa”

    1. Corretto, thanks.

  2. Altro che recensione, questo è un vero e proprio inno a quella che sembra una pietra miliare cinematografica. Peccato non avere in progetto viaggi all’estero, perché sarà dura aspettare il 16 settembre.

  3. e dopo averlo visto al cinema non posso che confermare quanto scritto nell’articolo: best pixar movie ever

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