Sono passati più di vent’anni dal catastrofico “test” del Jurassic Park, ma alla fine Isla Nublar è diventata la sede di un parco a tema unico al mondo. Le cose vanno bene, ma potrebbero andare meglio, così la Masrani Corporation, che ha rilevato dal vecchio John Hammond la gestione del business, decide di far nascere, con l’aiuto della genetica, un super dinosauro (sponsorizzato!) particolarmente feroce e intelligente. Ci credereste? La creatura, chiamata Indominus Rex, sfugge al controllo dei suoi creatori ed inizia a seminare il panico nell’isola…

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Imperfetto sotto ogni punto di vista, risibile nei suoi blandi tentativi di condannare il consumismo e l’eccessiva fiducia nella scienza, Jurassic World è il classico popcorn movie da gustare a cervello spento. Se esiste un film che può incarnare appieno lo spirito cazzaro dell’Estate Americana, quella dei blockbuster ignoranti, dei super effetti speciali e delle storie senza senso, beh, non c’è titolo migliore della quarta incarnazione del brand che venne ideato (in un libro raro ed eccezionale, che nemmeno Spielberg riuscì a trasportare decentemente su grande schermo) dal compianto Michael Crichton.

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La sceneggiatura di Colin Trevorrow (anche regista, a lui si deve il misconosciuto ma gradevolissimo Safety Not Guaranteed) e Derek Connolly parte da due presupposti forzati e incomprensibili: che una società in salute crei volontariamente un superdinosauro letale (specie dopo i fatti di Jurassic Park, di cui World è sequel diretto) e che i velociraptor possano essere “addestrati” (per scopi militari) da un ex ufficiale della marina trasformatosi in un ibrido tra Indiana Jones, Mr.Crocodile Dundee e Nando Orfei (Chris Pratt, ancora più faccia da schiaffi del solito). Con queste premesse e l’innaturale presenza del povero Vincent D’Onofrio cui tocca per l’ennesima volta la parte di villain umano, Jurassic World pareva spacciato, ma Trevorrow dimostra di essere davvero bravo nel gestire le innumerevoli sequenze d’azione e quel che ne risulta è un godibile film di puro intrattenimento.

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Certo, l’assenza di un personaggio alla Ian Malcolm si fa sentire, la presenza di Bryce Dallas Howard (abilissima a correre per l’isola coi tacchi alti) è a dir poco bizzarra, e i pochi momenti umoristici sono affidati ad un nerd che colleziona pupazzetti e al già citato Pratt, che ha le migliori battute del film, ma il piatto forte, i dinosauri, stavolta sono davvero serviti su un piatto d’argento. Come cinquant’anni di film su Godzilla hanno insegnato, il bello dell’avere “personaggi imponenti” in un film è quello di farli menare tra di loro e da questo punto di vista Jurassic World non delude, visto che gli scontri dino/dino sono più interessanti di quelli che vedono protagonisti gli esseri umani.

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Trevorrow è un po’ timoroso della tradizione e dell’opera di Spielberg, citata innumerevoli volte, ma tra un’ingenuità e l’altra, riesce a confezionare un prodotto scintillante sotto il profilo estetico/tecnologico (e non privo di guizzi di originalità, come il filmato con Jimmy Fallon che spiega il funzionamento di un pod utilizzato per spostarsi nel parco), talvolta terrorizzante, altre ridicolo, meno bamboccesco dell’originale ed efficace per ciò che concerne il puro intrattenimento. Spegnete il cervello e lasciatevi dilaniare.



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Andrea Chirichelli

Classe '73. Giornalista da tre anni, ha offerto il suo talento a riviste quali Wired, Metro, Capital, Traveller, Jack, Colonne Sonore, Game Republic e a decine di siti che ovviamente lo hanno evitato con anguillesca agilità. Ha in forte antipatia i fancazzisti, i politici, i medici, i giornalisti e soprattutto quelli che gli chiedono foto.

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4 Comments

  1. certo che tra questo e San Andreas si rischia di restare con l’encefalogramma piatto a lungo

  2. Onestamente, per quanto si possa “spegnere il cervello”, questo altro non pare che un filmone privo di mordente…piazzare numerosi effetti in CGI, diverse scene ricche di comicità in volontaria (nel senso che, palesemente, non è voluta ma dettata solo da errori registici e di sceneggiatura), senza saper creare un filo di tensione emotiva, offrendo personaggi stereotipati e manichini, con la perdita totale di qualsiasi immedesimazione con i protagonisti o con gli eventi in gioco, di certo non può granché giustificare uno scempio di tale proporzione…
    Le poche trovate “originali” del film (seppure tutto sia caratterizzato da una grande banalità di fondo) sono sfruttate in malo modo, spesso al limite del grottesco (in senso negativo), come ad esempio i super poteri del dinosauro, o ancora il modo pessimo in cui è stato gestito il rapporto tra i Raptor e Owen…
    Inoltre, fatico a capire come si possa ritenere “bamboccesco” il film originale, dal momento che esso presentava: temi più maturi, atmosfere più cupe, violenza presente ma sensata ai fini della trama e del contesto, personaggi ben più profondi e caratterizzati…senza contare una realizzazione tecnica che supera, nemmeno senza grande sforzo, la montagna di CGI irrealistica sbattuta in faccia allo spettatore in questo film.
    Capisco la volontà di vedere questo film come un prodotto di intrattenimento senza pretese ma, pur slegandolo completamente dal franchise (di cui però far palesemente parte), presenta delle mancanze piuttosto gravi.

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