Se non seguite il Last Week Tonight di John Oliver vi state perdendo qualcosa.

John Oliver è uno stand-up comedian, attore, conduttore, produttore, si occupa di satira politica, è inglese ma il posto nella lista delle 100 personalità più influenti redatta da Time è dovuto soprattutto al suo lavoro negli Stati Uniti dove risiede con lo status di “alien”, immigrato regolare in attesa di cittadinanza, condizione questa che rende ancora più genuinamente tragi-ironico e pregnante ogni singolo segmento sull’argomento immigrazione che beneficia della sua esperienza diretta. Non starò qui a riassumere bio ed elencare lavori, per quello ci sono Wikipedia e YouTube, mi riservo però di menzionare il ruolo in Community, lo spettacolo Terrifying Times e, più di ogni altra cosa, la collaborazione a partire dal 2008 al The Daily News with Jon Stewart di cui è stato “inviato”, autore e parte integrante della redazione. In qualità di “Senior British Correspondent” ha sempre impresso un’impronta riconoscibile sia si trattasse di proporre, con britannico aplomb, una dissacrante copertura del Royal Wedding, sia si trattasse di presentare un servizio sul controllo delle armi prendendo a modello l’Australia: di fatto un’inchiesta giornalistica che mostra come e a quale costo sia possibile regolamentare l’utilizzo e il possesso delle armi e perché è un “costo” che i politici USA non intendono pagare.

Ma il vero potenziale di John Oliver si è espresso nell’estate del 2013 quando il political satirist britannico si è ritrovato a sostituire il padrone di casa impegnato nelle riprese del suo primo film: è in quel momento che per tutti è stato (ancora più) chiaro che Oliver era pronto per un programma tutto suo e alla HBO non è sfuggito. Stando alle parole di Michael Lombardo, capo della programmazione, il cable network non era alla ricerca di un simil “late night show” ma vedere Oliver far sua la poltrona di Stewart ha fatto sì che la HBO desiderasse assicurarsi il suo talento. Nel novembre del 2014 viene data la notizia dell’accordo tra il network e Oliver a cui segue l’annuncio dell’incarico di showrunner assegnato a Tim Carvell, vincitore di sei Emmy in qualità di head writer del Daily Show.

Il 27 aprile del 2014 è andata in onda la prima puntata del Last Week Tonight – “breaking news on a weekly basis” – ed è stato da subito chiaro che la formula dello show, pur essendo derivativa, poteva contare su elementi forti, riconoscibili ed efficacemente veicolati dal conduttore. I temi trattati sono prevalentemente presi dalla cronaca politica settimanale ma l’obiettivo dichiarato è il poter trattare storie, situazioni di interesse sociale ed economico, che spesso per tempistiche e struttura del format di altri show non trovano posto. Il Last Week Tonight ha spaziato dalle elezioni Indiane al tema della pena capitale; ha parlato della ristrutturazione del debito argentino, si è occupato degli eventi di Ferguson, più volte è tornato sulle leggi per regolamentare l’immigrazione, ha spiegato agli americani (e non solo) dove si trova la Scozia e perché era in corso un referendum per ottenerne l’indipendenza dall’Inghilterra. Non sfugge nulla – scandalo Fifa, strage di Charleston, Eurovision, candidatura di Hillary Clinton alla presidenza USA – e lo show è stato appena rinnovato per altre due stagioni da 35 episodi. L’essere “straniero” dota Oliver dell’interesse nell’ampliare il parco notizie attingendo anche agli eventi nel resto del mondo scegliendo al momento opportuno – senza ipocrisia – quando esprimersi in termini di  “we/us” o di “you (americans)”.

I 30 minuti privi di interruzione pubblicitaria sono tenuti insieme dall’eccellente lavoro di redazione e dalla capacità di Oliver di rendere appetibili argomenti indigesti – o anche solo fastidiosi per le coscienze – e di rendere fruibili temi complessi. Non a caso Edward Snowden ha scelto di farsi intervistare proprio per il Late Week Tonight e non a caso Oliver, attraverso il suo magistrale travestimento da cittadino qualunque, riesce a trasmettere quanto sia allarmante non avvertire l’erosione della propria privacy.

Il successo, meritato ed immediato, è dovuto al modo di trattare le “news” e proporle al pubblico. Le notizie vengono verificate, gli argomenti analizzati, smontanti e ricomposti affinché sia chiaro il chi-cosa-come-perché senza però che in nessun punto venga corrotta o alterata la “chain custody” degli elementi che compongono la notizia stessa. Il resto è John Oliver che utilizza la sua ironia come un abile narratore utilizza la punteggiatura nella lettura ad alta voce: battute e faccette buffe sottolineano i momenti importanti dando respiro e ritmo al tutto. 13 minuti di Mr Oliver che ci mette al corrente di cosa è la “net neutrality” lasciano il segno. Un argomento ad alto tasso di noia diventa subito appassionante e rilevante per le nostre vite, come ha imparato a proprie spese la FCC a cui Oliver ha tolto il mantello dell’invisibilità dato dalla pesantezza dell’argomento: “The cable company’s have figured out the great truth of America. If you want to do something evil, put it inside something boring.”

La scelta della HBO di lasciare campo libero per la realizzazione dello show – “It’s almost a confusing amount of freedom” –  e di non avere interruzioni pubblicitarie  – nessuno sponsor a cui non dover pestare i piedi – ha già pagato in termini di correttezza e professionalità consentendo a John Oliver di svolgere quello che sostanzialmente è assimilabile al giornalismo anche se Oliver, esattamente come Jon Stewart, non ha nessuna intenzione di essere percepito come giornalista e afferma di essere nient’altro che un “comedian fool”. Di certo il Last Week Tonight ha già conquistato la fiducia del pubblico non solo per l’accuratezza del lavoro, ma anche per il modo di porsi del suo “host” che veicola un’informazione – perché lo show fa informazione – in modo privo di condiscendenza, senza paternalismi latenti. Adattando al contesto una frase di James Stewart “Never treat your audience as customers, always as partners”.

NB questo articolo va letto ascoltando “epic and dramatic music” in sottofondo.



Players è un progetto gratuito.

Se ti piace quello che facciamo, puoi supportarci (o offrirci una birra) comprando musica, giochi, libri e film tramite i link Amazon che trovi negli articoli, senza nessun costo aggiuntivo.

Grazie!
, , , , , , , , ,
Mara Ricci

Serie tv, Joss Whedon, Jane Austen, Sherlock Holmes, Carl Sagan, BBC: unite i puntini e avrete la mia bio. Autore e redattore per Serialmente, per tenermi in esercizio ho dedicato un blog a The Good Wife.

Similar Posts
Latest Posts from Players

1 Comment

  1. Lo seguo spesso, veramente ottimo e pure informativo.

Comments are closed.