Capita spesso che celebri brand cinematografici perdano mordente episodio dopo episodio. Non è il caso di Mission: Impossible, che, giunto al quinto capitolo, riesce nell’impresa, alquanto ardua, di alzare ulteriormente l’asticella qualitativa, oltre il già eccelso livello settato da Ghost Protocol.

042

Per raggiungere questo obiettivo concorrono due novità, entrambe apprezzabili: da un lato la creazione di uno degli migliori personaggi femminili visti al cinema (non solo action) negli ultimi tempi, l’ambiguo agente Ilsa Faust, magistralmente interpretato dalla new entry Rebecca Ferguson, volto sconosciuto ai più (ha vinto parecchi premi per la serie inglese The White Queen ma al cinema s’era vista solo in Hercules…ma crediamo avrà parecchie occasioni da qui in avanti). Perfetto mix di fascino, eleganza e sempre capace di reggere la scena nonostate la presenza dell’inevitabilmente ingombrante Hunt/Cruise, è una piacevolissima scoperta per il pubblico ed una scommessa vinta per l’ufficio casting.

032

Ancora più significativo è poi il cambiamento di genere cinematografico scelto per declinare la storia: dagli action superspettacolari ed esagerati degli ultimi anni, si vira verso orizzonti bondiani e verso i classici dello spionaggio di una volta, con doppi giochi, colpi di scena, inseguimenti vecchio stile e pochi “effetti speciali”. Il mix funziona a meraviglia, anche perchè questa combinazione va ad innestarsi su una formula già vincente e su un cast oramai super affiatato. Il quartetto Cruise/Pegg/Rhames/Renner (che dove lo metti, sembra sempre che stia lì da una vita) lavora col pilota automatico, regalando un buon numero di gag e riuscendo sempre ad allentare la pressione con una sana dose di autoironia.

005

Piace il villain (Sean Harris, anch’esso invisibile per il grande pubblico ma con lunghi trascorsi nelle sempre eccellenti serie tv inglesi della BBC o Channel 4), poco “presente” ma più convincente rispetto ai cattivi delle passate produzioni, e funziona la scelta di ideare un vero proprio clone dell’Impossible Missions Force, chiamato Sindacato, che sta al film come la Spectre ai classici 007. La sobria e adeguata regia Christopher McQuarrie, autore anche dello script, un’ottima OST, realizzata da Joe Kraemer che reinterpreta il classico tema di Lalo Schifrin con echi “Pucciniani” ed i soliti incredibili valori produttivi completano uno scenario idilliaco.

049

In un anno di grazia in cui l’action è stato declinato con successo sia nelle sue accezioni più goliardiche e tamarre (Furious 7) che autoriali e sofisticate (Mad Max), questo Mission: Impossible – Rogue Nation si pone come ideale e solido ponte tra due versanti cinematografici distinti ma paralleli ed in definitiva come una meravigliosa opera di intrattenimento per un pubblico a 360 gradi.

044

Anche stavolta insomma, per l’immortale Cruise, unica vera “star” dell’Hollywood contemporanea, versione moderna e vivente di Benjamin Button, la missione è compiuta.



Players è un progetto gratuito.

Se ti piace quello che facciamo, puoi supportarci (o offrirci una birra) comprando musica, giochi, libri e film tramite i link Amazon che trovi negli articoli, senza nessun costo aggiuntivo.

Grazie!
, , , , ,
Andrea Chirichelli

Classe '73. Giornalista da tre anni, ha offerto il suo talento a riviste quali Wired, Metro, Capital, Traveller, Jack, Colonne Sonore, Game Republic e a decine di siti che ovviamente lo hanno evitato con anguillesca agilità. Ha in forte antipatia i fancazzisti, i politici, i medici, i giornalisti e soprattutto quelli che gli chiedono foto.

Similar Posts
Latest Posts from Players

2 Comments

  1. Personalmente non avevo apprezzato ‘Ghost Protocol’, mi fa piacere leggere che questo nuovo capitolo viri “verso orizzonti bondiani e verso i classici dello spionaggio di una volta”. Devo vederlo.

  2. Recensione galvanizzante. Spectre lo batte come hype personale ma non me lo perderò lo stesso.

Comments are closed.