Going Clear: Scientology and the Prison of Belief ovvero la narrazione di come il desiderio di un uomo di essere sfacciatamente ricco senza dovere un soldo al fisco abbia dato vita a quella che oggi è la potente e inquietante Chiesa di Scientology. Ron Hubbard avrà anche creduto all’esistenza di Xanu, il terribile signore intergalattico, è stato senz’altro convinto di essere intossicato dalla presenza di alieni fino al punto da rischiare la morte nel tentativo di liberarsene, ma per l’autore di “Dianetics” il vero nemico, la reale e costante minaccia era decisamente mondana, corporea e terrestre ed assumeva le fattezze degli uomini della IRS. “The only way to make real money is the religion”, detto fatto: Ron Hubbard attinge al suo repertorio di racconti di fantascienza, inserisce nozioni spicciole di psicologia e auto-aiuto e confeziona “Dianetics”, il libro-bibbia di Scientology che indica la via pratica e spirituale affinché l’uomo, livello dopo livello, possa assurgere allo status “clear” ed essere finalmente libero da memorie oppressive, completamente ripulito dalle onnipresenti nocive particelle di extraterrestri defunti. Ogni livello, naturalmente, ha un costo e questi costi, considerando lo status fiscale di religione riconosciuta, sono incassati esentasse.

Come e perché una persona intelligente, una persona in generale, possa lasciarsi irretire da una organizzazione che si regge su un tale mito fondante è uno degli aspetti affrontati nel documentario HBO andato in onda il 29 marzo scorso realizzando ascolti record e dando il via a un’onda lunga di copertura mediatica. Spoiler: sì, Tom Cruise è presente in filmati di “repertorio” e da sua fan vi dico che non se esce bene.

going clear“Non so come i giornalisti possano continuare a ritenersi tali se non hanno sufficiente coraggio per fare una domanda. Voglio dire, quanto grande deve essere l’elefante nella stanza per poterne parlare?” Così Paul Haggis regista, sceneggiatore, due volte premio Oscar ed ex membro di Scientology ha commentato le numerose interviste rilasciate da Tom Cruise – impegnato nella promozione di Mission Impossible 5 – senza che nessuno gli chiedesse quale fosse la sua posizione nei confronti del documentario HBO. Allo stesso modo di Haggis anche il regista di Going Clear, Alex Gibney, ha bollato come un’occasione sprecata l’innocua intervista di Jon Stewart all’attore. A onor del vero una situazione analoga si era già verificata con Elisabeth Moss, la Peggy Olson di Mad Men: nonostante il surplus di attenzioni ricevute in vista del finale di serie, in una sola occasione le è stato menzionato in punta di piedi il documentario (Moss dice di non averlo visto).

Ma comprensibilmente è la reazione di Mr Cruise quella tutti aspettavano. Che l’attore fosse un seguace entusiasta e contestualmente il più potente sponsor dell’organizzazione non è un fatto nuovo, così come non sono nuove le accuse di abusi e violenze mosse ai vertici della Chiesa di Scientology. Going Clear si basa per altro sull’omonimo libro inchiesta del premio Pulitzer Lawrence Wright: a livello informativo non aggiunge nulla di eclatante alla controparte cartacea ma è l’impatto delle immagini a segnare la differenza. Le convention fantasmagoriche dall’atmosfera vagamente nazista colpiscono, così come resta impresso il piglio dittatoriale dell’attuale capo dell’organizzazione, David Miscavige che è riuscito, con metodi a metà tra romanzo di Grisham e 1984, là dove Hubbard stava fallendo: sconfiggere il nemico giurato, l’IRS.

David Miscavige

È, però, il racconto degli ex membri, incluso lo stesso Haggis, a far percepire l’impatto devastante che Scientology ha avuto sulla vita di alcuni di di loro. Persone che hanno aderito a questa sorta di culto in un momento di fragilità emotiva, di bisogno, di curiosità o addirittura di entusiasmo e che, almeno inizialmente, hanno trovato un luogo in cui essere ascoltati e compresi, all’interno di una struttura che emanava un senso di ordine e fratellanza. Ma è proprio l’ascolto a rivelarsi l’arma più efficace dell’organizzazione: attraverso le continue e serrate sessioni di “auditing” i membri vengono spinti a parlare di ogni aspetto della propria vita, a liberarsi di ogni pensiero, preoccupazione, fantasia, rimorso finché, sessione dopo sessione, ogni aspetto della loro vita è stato scandagliato, riportato e archiviato. Letteralmente. Ogni membro di Scientology si trova nella posizione di avere raccontato tutto di sé ed è facile intuire come potenzialmente ciascuno di loro sia ricattabile. Gli abusi fisici e psicologici, le mortificazioni morali e corporali inflitte ai potenziali dissidenti completano il resoconto fornito da persone che nell’organizzazione hanno investito decenni della loro vita. Va da sé che l’opinione della persona più famosa e (ri)conosciuta a livello globale, in un contesto simile, diventa fondamentale per la protezione di quei membri che non godono dello status di celebrity.



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Mara Ricci

Serie tv, Joss Whedon, Jane Austen, Sherlock Holmes, Carl Sagan, BBC: unite i puntini e avrete la mia bio. Autore e redattore per Serialmente, per tenermi in esercizio ho dedicato un blog a The Good Wife.

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