Pace, amore libero e treccine di peli sotto le ascelle: gli anni ‘60 erano un gran bel periodo in cui essere vivi. Su questo siamo tutti d’accordo per due motivi: il primo è che non c’eravamo, ovviamente; il secondo invece riguarda quella nostalgia per epoche mai vissute tipica di chi teme il futuro e schifa il presente. Ma gli anni ‘60 non sono solo Mad Men e Rolling Stones, gli anni ‘60 sono anche e soprattutto Charles Manson.

Con questa idea ben salda in mente la NBC ha dunque deciso di mettere in cantiere Aquarius, una serie concepita per fare con Charles Manson quello che già ha fatto con Hannibal Lecter grazie alla serie Hannibal, ovvero, incrementare i profitti grazie a un famoso serial killer. D’altronde i numeri non lasciano spazio a interpretazioni e c’è poco da spiegare, la gente guarda la televisione per consolarsi con le disgrazie altrui. La gente è strana, è un pazzo, pazzo mondo. A nessuno va mai di fare niente, a parte accendere il televisore per sfuggire alla realtà o dormire sonni senza sogni per sfuggire alla vita. Questa è esattamente la ragione per cui i capoccia della NBC hanno deciso di puntare su Hannibal Lecter e Charles Manson e non su, chessò, Mormon Messages.

aquarius-david-duchovny-grey-damon_article_story_large

Hannibal Lecter però è come Babbo Natale, non esiste. Charles Manson invece è come il tuo vicino di casa, un pasticcio di cartilagine, peli e cromosomi tenuti insieme da un’ottantina scarsa di chili di grasso a forma di essere umano. Per qualche inspiegabile motivo però l’accuratezza storica di entrambe le serie è pressoché identica, infatti anche ad Aquarius può essere appiccicata la comoda etichetta di “historical fiction”, che in fondo è l’abbreviazione di “non c’era nessuno tra gli stagisti sottopagati alla NBC, ma proprio nessuno, che avesse voglia di fare una ricerca su Google e verificare date e nomi prima che John McNamara iniziasse le riprese”.

Da una parte abbiamo quindi un’attenzione verso un’idea forte a discapito della qualità e dall’altra un cercare di mettere insieme più attori possibili e dare spazio a tutti, puntando su sotto-trame più o meno complesse e idee più o meno interessanti.

Aquarius 1

Aquarius è ambientato nel 1967 (con due anni d’anticipo sugli omicidi Tate-LaBianca) e ci mostra l’influenza che un giovane Charles Manson (Gethin Anthony) esercita su un gruppo di fricchettoni facilmente impressionabili. David Duchovny recita la parte del detective Sam Hodiack ovvero colui che, assieme al collega Brian Shafe (Grey Damon), s’imbatte nella comune di Manson durante le indagini di una ragazza scomparsa. Segue tipica struttura da dramma criminale televisivo con colonna sonora Shazammabile già dalla prima traccia.

Arricchirsi grazie ai serial killer è facile se riesci a soffocare quella vibrazione interna chiamata coscienza e impari a pulirti le scarpe su un tappeto di implicazioni morali prima di entrare in casa. Ne sanno qualcosa gli inserzionisti pubblicitari che comprano spazi su Pomeriggio Cinque, tra un servizio su Yara Gambirasio e un’intervista a Michele Misseri. Non dovrebbe quindi sorprende che Helter Skelter sia diventato un best seller, è una storia che si scrive da sè. Era solo questione di tempo prima che qualche milionario senza idee ne proponesse un adattamento televisivo.

Il Manson di Aquarius è però un Manson annacquato (questo spiegherebbe il nome della serie?), un Manson musicista che si sciacqua la bocca con quei mantra che piacciono tanto ai disoccupati della mia generazione. Frasi come non rinunciare mai ai tuoi sogni, oppure, tutti meritiamo di sentirci amati. Insomma, la setta omicida più famosa degli anni ‘60 parla come tua madre. Questo è il problema più grosso di Aquarius: ha la verve di una formica schiacciata e gli manca il coraggio di esplorare la complessità di un uomo che si è tatuato una swastika in fronte ed è riuscito a convincere un nutrito gruppo di seguaci di essere la Seconda Venuta annunciata nella Bibbia. Un intrattenitore come pochi, un individuo che da anni è il denominatore comune tra culti paranoici, vaneggiamenti in favore della supremazia dei bianchi e cospirazioni governative. Un uomo che in questo preciso istante, confinato in un carcere di massima sicurezza, sta creando arte e sta realizzando manifesti e sta registrando file audio. Un personaggio che mette ansia per motivi che vanno al di là dei brutali omicidi associati al suo nome. Un animale in gabbia al quale lanciamo noccioline ogni volta che escono film e libri a lui dedicati. Aquarius però non è nemmeno quello, è molto meno, è il guscio vuoto di una nocciolina; il pallido tentativo di farci credere che gli adepti di Manson avrebbero fatto qualunque cosa per lui (ovvero: uccidere) dopo aver ascoltato una serie di aforismi presi di peso da libri come Brodo caldo per l’anima.

SOP-AP-SPANA-SPANENT-_Puer

Il risultato è proprio quello che ci si aspetta da una roba nata per tirar su quattro soldi e che si accontenta di essere un prodotto decente quando poteva essere molto di più.

Duchovny è il punto di forza dell’intera serie e porta a casa il compito e diverte. Duchovny è però l’ovvio fuoriclasse, uno che saprebbe prendere un copione scritto da Paolo Ruffini e recitarlo in modo credibile, tra strizzatine d’occhio, faccette e smorfie varie. Alla fine però Aquarius non è X-Files e Sam Hodiak non è Mulder e siamo nel 2015 e se proprio devo immergermi negli anni ‘60 prendo una tavoletta Ouija e parlo coi morti, che è tipo Skype dei defunti.

O al massimo leggo Truman Capote.



Players è un progetto gratuito.

Se ti piace quello che facciamo, puoi supportarci (o offrirci una birra) comprando musica, giochi, libri e film tramite i link Amazon che trovi negli articoli, senza nessun costo aggiuntivo.

Grazie!
, ,
Flavio De Feo

Vive a Roma, dove lavora in qualità di traduttore e interprete. Scrive di musica e film in giro per il web e collabora occasionalmente con alcune testate cartacee. Ha anche un blog: achepianova.tumblr.com.

Similar Posts
Latest Posts from Players