Secondo appuntamento con le serie pronte a farvi compagnia durante le vacanze. Qui trovate la prima parte.

A meno che non viviate in una galassia lontana, lontana sapete già che Mad Men si è concluso e se dopo circa otto anni della sua messa in onda non c’è stato alcun pezzo, recensione, amico fidato, nessun reiterato grido al capolavoro che vi abbia convinto al recupero non sarà questo articolo a darvi la spinta decisiva, mi limito semplicemente al dovere di cronaca nel sottolineare che il 2015 è anche l’anno in cui Mad Men ci ha detto addio. Discorso diverso per Justified: sei stagioni (FX) ingiustamente prive degli elogi ad alto volume che avrebbe meritato questo western moderno in cui la precisione di scrittura non è seconda nemmeno all’abilità di fuoco di Raylan Givens, un ideale sardonico figlio di John Wayne e James Stewart. Quindi sì, sei stagioni da 13 episodi sono un bel monte ore da dedicare a una sola serie ma mettiamola così: tra 10 anni quando tutti acclameranno Justified avrete tutto il diritto di sfoggiare condiscendenza e attegiamento di superiorità.

The Good Wife (CBS) alla settima stagione va avanti con il pilota automatico inserito – gli autori sono concentrati su altri due nuovi progetti: Vatican City per Amazon e Brain Dead per CBS – mentre Person of Interest (CBS) alla quarta continua a profetizzare i tempi in cui viviamo e vivremo. The Leftovers (HBO) alla seconda, e contro ogni aspettativa non ultima stagione, focalizzandosi sul disperato tentativo del protagonista di restare aggrappato al mondo dei vivi anche solo come sopravvissuto, è una spanna sopra la prima stagione ma ampie tracce del Lindeloff dei misteri misteriosi sviliscono il tutto.

Più nel dettaglio le serie, tra ritorni e comedy, da regalarvi senza indugi.

Halt and Catch Fire s02, AMC (Mara Ricci) Le potenzialità della prima stagione vengono espresse nella seconda che mette al centro della narrazione il genio puro, privo di compromessi ma instabile di Cameron, il pragmatico talento di Donna e “Mutiny”, l’effervescente azienda attraverso la quale (ri)viviamo gli albori dell’online gaming, delle chatroom, del perfezionamento dei protocolli di trasferimento dati e della ricerca di interfacce più veloci, funzionali e friendly per l’utente: in dieci puntate scorrono davanti ai nostri occhi, in un racconto avvincente, le tappe che hanno portato alla nostra attualità tecnologica. Messi in secondo piano – ma non marginalizzati – Joe, il tallone d’Achille di Cameron e Gordon, la palla al piede di Donna, Halt and Catch Fire ha trovato la sua dimensione riuscendo a liberare gli anni ’80 dalle atmosfere di un certo tipo di film anni ’80: nella sede di Mutiny non è il decennio di John Hughes ma quello di BattleStar Galactica,The Funhouse, Terminator. Non sono gli anni della Madonna di True Blue ma è il momento storico in cui Fortune titola “The Fall of Steve Jobs“. Nota: la serie è stata rinnovata per una terza stagione.

Fargo s02, FX (Mara Ricci) L’intro di ogni puntata avverte che siamo nel 1979 e che questa è una storia vera ma, ben lontani dall’avere una ricostruzione storiografica, la chiave di lettura di Fargo ci arriva per bocca di Peggy (Kirsten Dunst), proprio il personaggio che da subito viene presentato come il più frivolo e vacuo. Dopo essere stata incalzata da una serie di domande sul perché non abbia agito secondo buon senso in una certa situazione Peggy riflette:”You say it like these things happen in a vacuum. Like it’s a test. Check”A” or “B.” But it’s like… decisions you make in a dream“.
La guerra tra la mafie rappresentata nella seconda stagione è sì dettata dalla trinità “potere, denaro e vendetta” ma le spinte emotive e psicologiche che muovono i personaggi sono spesso istintive, estemporanee e molto meno prevedibili che se fossero asetticamente improntate dall’attuazione di una tabella di marcia. Ciò che infatti rende complesso il lavoro della polizia di Luverne è proprio quello di rintracciare una logica, una motivazione razionale che li faccia risalire a mandanti ed esecutori degli omicidi su cui si trovano a investigare. Lo humor nero di cui è venata la serie funziona nel mettere in risalto l’imperscrutabile e la fatalità quali fattori determinanti nelle vite di ciascun personaggio. Grandi prove attoriali da gustare: da Patrick Wilson, a Jesse Plemons e Jean Smart passando per il solitamente eccezionale Nick Offerman. Nota la serie è stata rinnovata per una terza stagione.

Hannibal s03, NBC (Elisa Giudici) Un po’ scherzando e un po’ facendo sul serio, Bryan Fuller ha cambiato la definizione della sua ultima creatura: da rielaborazione, rilettura del mito cannibale a fanfiction, nel senso di appropriazione totale della materia basica, piegata ai propri bisogni estetici, funzionali e narrativi, fino a riplasmarne gli elementi di base in un materiale nuovo. Proprio quando NBC ha inferto la ferita fatale decretandone la morte (già sancita dai dati d’ascolto senza speranza sin dal pilota), la serie ormai agonizzante ha raggiunto l’estasi dei sensi, così come i suoi personaggi che, vibranti di bellezza e senso proprio nel momento più intenso di sofferenza, raggiungono il grado massimo di potenza in una chiusa spettacolare per quello che rimane uno degli esempi più riusciti del movimento decadente tutto. Nota: la serie è stata cancellata, il finale chiude degnamente le vicende, ma Bryan Fuller non ha perso le speranze di trovare una nuova casa ad una eventuale quarta stagione.

Penny Dreadful s02, Showtime (Mara Ricci) Tutta da assaporare la raffinatezza con cui Penny Dreadful riscopre e rivisita i mille modi in cui il male si insidia nel quotidiano corrompendo ciò che riteniamo sacro, creando mostri in carne e ossa proprio quando la ragione si ostina a rifiutare l’esistenza di qualcosa di insondabile. La Vanessa Ives di Eva Green è un’eroina compassionevole, fiera e letale che raduna intorno a sé una umanità variegata in cui è proprio il concetto stesso di “umanità” a essere rivisitato e indagato. Quelli di “peccato” e “immortalità dell’anima” sono concetti continuamente discussi e rappresentati soprattutto attraverso gli ultimi, gli emarginati, i “mostri” che pure sono capaci di momenti di tenerezza e gentilezza d’animo che persone timorate di Dio non mostrano per tutta la loro vita. La seconda stagione si affranca dal confronto, solo formale, con La Lega degli Straordinari Gentiluomini e trova una strada tutta sua illuminata dalla bravura di Eva Green. Nota: la serie è stata rinnovata per una terza stagione.

Comedy

silicon valley 2

Silicon Valley s02, HBO (Mara Ricci) Il divertente e ironico dietro le quinte della favola del diventare milionari in cinque minuti grazie all’idea rivoluzionaria, la decostruzione soft dei novelli “volevo essere Steve Jobs”. La Silicon Valley rappresentata è un luogo in cui il salutismo maniacale si accompagna all’ossessione di realizzare la app definitiva che renderà il mondo un posto migliore. In questo ambiente la quest del protagonista, aiutato da amici&soci, è quella di mantenere l’indipendenza decisionale sul proprio prodotto pur legandosi a sponsor danarosi che garantiscano la sopravvivenza della Società. Se la prima stagione non vi ha pienamente convinto, date una chance a questa seconda nettamente superiore grazie anche a una trama orizzontale più coerente e una migliore gestione dei comprimari. Nota: la serie è stata rinnovata per una terza stagione.

Unbreakable Kimmy Schmidt s01, Netflix (Mara Ricci) Non era facile riproporsi al pubblico dopo la conclusione di “30 Rock”, uno show che nel suo piccolo ha un posto assegnato al tavolo delle comedy storiche, ma Tina Fey è riuscita a ideare un’altra serie da tenere in considerazione: un paio di episodi di tolleranza e si possono gustare le vicende di Kimmy pronta a vivere nella NY dei nostri giorni dopo aver trascorso un decennio in un bunker antiatomico vittima, insieme ad altre ragazze, delle fandonie di un presunto reverendo su una imminente fine del mondo. Quando Kimmy viene liberata scopre che la società odierna spesso non ha molto più senso delle storie che raccontava a sé stessa per rendere verosimile l’assurdità della situazione: non a caso la protagonista, per affrontare la sua seconda vita deve far appello allo stesso istinto di sopravvivenza venato di stramba creatività che le aveva permesso di resistere per anni nel bunker senza perdere completamente la testa. Nota: la serie è stata rinnovata per una seconda stagione.

Crazy ex Girlfriend s01, CW (Elisa Giudici) Etichettare Rachel Bloom come l’ultima degli youtuber comici a raggiungere la notorietà sarebbe corretto, ma riduttivo. Sin dai tempi di “Fuck me Ray Bradbury” e “Pictures of your Dick” era evidente che i tempi comici perfetti, l’inclinazione drammaturgica da musical e la perfetta confezione produttiva erano pronti per il tradizionale pubblico televisivo. Onore a CW per averlo capito per prima e per averci messo il denaro (il minimo indispensabile, a dire il vero) per portarla su piccolo schermo. Al centro di Crazy Ex-Girlfriend rimangono le tematiche di sempre, quelle della giovane ragazza ebrea arrivista, pronta a usare il suo generoso decolté e le sue doti da stalker per alimentare le sue incredibili ossessioni romantiche e sessuali, le uniche capaci di tenerla in equilibrio dal lato corretto dell’orlo del baratro. Un consiglio? Non limitatevi a recuperare la serie: passate a setaccio anche i tormentoni musicali del suo canale youtube. Nota: The CW ha ordinato episodi aggiuntivi estendendo la prima stagione a un totale di 18 episodi.

Last Man on Earth s02, FOX (Flavio de Feo) Divertente, piena di idee, BELLA, a tratti adorabile, ma anche piena di colpi di scena. Pienissima di colpi di scena. Una roba tutta matta di cui è impossibile parlare senza spoilerare qualcosa a qualcuno – quindi non aspettatevi che inizi a descrivervela. Il titolo contiene in sé tutta la premessa e il protagonista, vabbè, lui è un vero eroe. Un vero essere umano. Se non l’avete visto, fatelo. Nota: al momento non è stata presa una decisione circa rinnovo o cancellazione.



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Mara Ricci

Serie tv, Joss Whedon, Jane Austen, Sherlock Holmes, Carl Sagan, BBC: unite i puntini e avrete la mia bio. Autore e redattore per Serialmente, per tenermi in esercizio ho dedicato un blog a The Good Wife.

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