NASCOSTA TRA I LIBRI DI SCUOLA, ANCH’IO PORTERÒ’ UNA BANANA

Se avete letto la prima parte di questo articolo in cui vi spiego perché gli horror moderni fanno schifo, ora ho una domanda per voi: l’avete visto Scary Movie?
Non fate i finti intellettuali, sì che l’avete visto.
L’unica scena che mi ricordo di Scary Movie fa più o meno così: una ragazza è in fuga da un serial killer e correndo per casa si ferma davanti a un tavolino sul quale sono stati disposti, partendo da destra, i seguenti oggetti:

  • una pistola
  • un coltello
  • un pugnale
  • una bomba a mano
  • una banana

Lei afferra la banana, dopodiché riprende a correre urlando.

Scary Movie è un film comico, la banana strappa un sorriso, eppure i personaggi dei film horror compiono scelte simili, scelte stupidissime, che li portano inesorabilmente a morire male.
Avete presente, no?
La tipa che grida “JOSH! SEI TU?” invece di starsene zitta, nascosta nell’armadio, aspettando che il killer si allontani. E muore male.
La famiglia che si trasferisce nella solita casa smisurata perché l’agente immobiliare gli fa il prezzone e ovviamente nella casa c’è stato un massacro, e quindi ci sono i fantasmi che sbattono le porte e lasciano scritte sullo specchio del bagno tipo ABBASSA LA TAVOLETTA o 666 1 SCOREGGIONE, e anziché cambiare casa ‘staggente si mette a fare le sedute spiritiche. E muore male.

Scary banana

La consueta comitiva di stupidi adolescenti americani che va in una baita sperduta a sbronzarsi e a farsi le canne fino a quando uno, per ravvivare la serata, tira fuori il Necronomicon e stuzzica il mondo dei morti e spalanca le porte dell’inferno. E muore male.
Gente che apre porte di cantine dove la lampadina è fulminata e scende a curiosare con una torcia scarica, di notte, quando sappiamo tutti che lì c’è Pazuzu nascosto nel buio e tu non scenderesti mai a stuzzicarlo perché poi non sai dove metterti se lui ti fa bubùsettete. Ma anche, gente che entra in case abbandonate e altra gente che imbocca scorciatoie nei boschi. Il risultato è sempre lo stesso e Charles Darwin ce lo insegna: se sei scemo, muori male. Signori, questa è la dura legge dell’horror; severa ma giusta.

Il problema è che negli horror moderni scelgono tutti la banana. E muoiono male, malissimo.
Una volta, che ci crediate o no, le cose erano meno scontate.
Non voglio prendere posizione nella storica polemica fra chi ha visto L’Esorcista e chi non l’ha visto. Io non ce l’ho con chi l’ha visto (anch’io l’ho visto, avevo 13 anni) e non ce l’ho con chi non l’ha visto (anch’io, qualche volta, avrei voluto non averlo visto). Poco importa quanti e quali siano i dibattiti potenziali legati a questo film, è un film ben scritto, ben recitato, vincitore di due Academy Awards nel 1974.

Bello o brutto che sia, da un punto di vista prettamente cinematografico, il prodotto è confezionato benissimo e tutti i presenti coinvolti si divertono come dei matti e ci mettono l’anima (strizzatina d’occhio).
Una bambina sta male, dice un sacco di spòrcherie e manda tutti al diavolo (altra strizzatina d’occhio).
La madre è una donna che ha molto per cui combattere (la guarigione della figlia) e dunque c’è una motivazione forte dietro ogni sua scelta. Tenta con la medicina tradizionale, chiede aiuto agli psicologi, alla fine si affida a un prete. Ovvero: sceglie la pistola, ma non funziona. Sceglie il coltello, ma non funziona neanche quello e così via, fino a quando è disperata abbastanza da provare con la banana – che a quel punto, essendo l’unica scelta rimasta, è un’opzione sensata e coerente con la disperazione del personaggio.
Questo rende possibile tutto il resto.

horror

Il prete, a sua volta, ha molto da perdere (crisi di fede, la salvezza della propria anima, il posto fisso in Vaticano) e tenta di analizzare in maniera lucida una situazione che è chiaramente degenerata nel mondo del paranomale. Solo quando non rimarrà altro da fare ammetterà l’ovvio: la bambina è posseduta da un’entità che dice tante parolacce.
Si tratta di personaggi complessi che raramente fanno quelle cose stupidissime da protagonisti di un horror. La madre e il prete, quando sbagliano, sbagliano perché sono normali esseri umani alle prese con un terrore sconosciuto e inarrestabile. E così il film procede per gradi, fa leva sulla razionalità dello spettatore e lo costringe di volta in volta a sospendere il senso d’incredulità che normalmente lo porterebbe a criticare ciò che avviene sullo schermo.
Se personaggi simili oggi non li fanno più dovremmo un po’ tutti farci un esame di coscienza. Facciamocelo nel paragrafo successivo, che vi spiego perché.

PER CHI SUONA LA BANANA. OVVERO: LA DITTATURA DEI QUATTORDICENNI

Vi diranno che il pubblico oggi è più sofisticato, più difficile da spaventare. Balle. Davanti e intorno a noi non c’è più nessun pubblico, ci sono solo adolescenti annoiati a cui è stato fatto il lavaggio del cervello a suon di mediocrità e Frank Matano.
La generazione Fedez.
La generazione Candy Crush.

Una generazione più furba delle precedenti? Ma và. Una generazione perfetta? Manco per scherzo. Una nuova generazione culturalmente all’altezza delle generazioni precedenti? No, no, no.
Semplicemente, la generazione con più potere d’acquisto nella storia dell’umanità.
Se volete sapere chi decide i trend, date un’occhiata alle recensioni sotto le app da 99 centesimi nell’AppStore.
I quattordicenni hanno sfiducia nel futuro e si preoccupano solo del benessere immediato, spendendo e consumando impulsivamente. Gli stessi quattordicenni ingenui abbastanza da lasciare tracce (sul web) a uso e consumo di aziende che spendono i miliardi in piani marketing complessi (ma efficaci) che mirano a spremere i giovani fino all’ultimo bitcoin.

La generazione Snapchat.

Una generazione con l’A.D.D. che riesce nella difficilissima impresa di perdersi in un bicchiere d’acqua con storie che sembrano scritte dal nipote di cinque anni del peggior sceneggiatore che vi viene in mente. Ragazzi che per vedere un horror hanno bisogno di un mostro che faccia “BUH!” allo schermo ogni cinque minuti, perché altrimenti si mettono a spolliciare sullo smartphone.

Vostro onore, di recente è uscito Babadook, un horror che ha lanciato metaforone come schiaffi nella fazza per parlare di malattie mentali e depressione e – indovinate un po’ – la generazione Favij l’ha bocciato perché “il mostro si vede solo per due minuti alla fine”.
Quelli che invece hanno capito Babadook, i trentenni con il risvoltino ai pantaloni che ancora s’interessano a questa roba, non contano niente per gli studios. Sapete perché? Perché i trentenni non spendono più soldi per i film e intanto si sciacquano la bocca con parole tipo VPN e Popcorn Time.

Avrete capito che se i film horror si rivolgessero a un pubblico di adulti – uomini e donne fatti e formati, con bollette da pagare e famiglie da tenere insieme – si concentrerebbero su argomenti reali e personaggi sensati. Ma il cinema horror (così come il cinema di supereroi e le commedie romantiche) non è più a noi che sta parlando.

thebabadook

Parlo per esperienza personale, ma sapendo che razza di brutti ceffi dovete essere per frequentare questo sito qui, credo di non andare troppo lontano se dico che un horror fatto bene debba saper creare tensione attraverso il mistero (Rosemary’s Baby, 1968), la suspence (The Haunting, 1963), la violenza (La Casa, 1982), il terrore (Shining, 1980) e lo shock (Sarabanda con Enrico Papi, 1997).

Perché alla fine, un buon film horror dovrebbe indurre paranoia e ansia. E solo all’ultimissimo secondo farti saltare dalla sedia con lo spaventello liberatorio, per rilasciare la tensione accumulata durante l’ora e mezza precedente.
Invece l’horror moderno è qualcosa di talmente ovvio, che boh, non sapresti perché dargli fiducia. È un genere che va subito al sodo, che salta i preliminari, concede tutto all’istante, senza sorprese, svogliatamente, rivolgendosi a una generazione che guarda venti film al mese, senza ricordarne nessuno.

Dai, datemi ragione, liberatevi di questo peso, ammettete anche voi di vivere nella dittatura dei quattordicenni. Guardatevi attorno: la musica, la moda, l’intrattenimento, i mass media – non stanno parlando a voi, stanno parlando a gente più giovane di voi.
Il guaio è che parlando sempre e solo ai quattordicenni, il cinema horror non ha più un fico secco da dire, anzi sui fichi secchi ci sarebbe molto più da dire, tipo SONO BUONI.
Insomma, è un cane che si morde la coda: gli studios non vogliono perdere soldi e gli adulti non vogliono spenderne. I quattordicenni sono gli unici a finanziare progetti e a lasciare feedback – più o meno inconsapevolmente..
C’è andata bene? C’è andata male?
Fate due calcoli e decidete voi.

07



Players è un progetto gratuito.

Se ti piace quello che facciamo, puoi supportarci (o offrirci una birra) comprando musica, giochi, libri e film tramite i link Amazon che trovi negli articoli, senza nessun costo aggiuntivo.

Grazie!
, , , , ,
Flavio De Feo

Vive a Roma, dove lavora in qualità di traduttore e interprete. Scrive di musica e film in giro per il web e collabora occasionalmente con alcune testate cartacee. Ha anche un blog: achepianova.tumblr.com.

Similar Posts
Latest Posts from Players

2 Comments

  1. Bravo, bell’articolo, l’ho letto con piacere e sono d’accordo con quanto hai scritto.
    Il problema fondamentale a mio avviso non è il fatto di avere i “Paranormal”, gli “Haunting” e “l’eredità”, ma avere praticamente SOLO quelli.
    E’ la sproporzione tra gli n capitoli di Paranormal Activity e IL Badabook che ci deve far riflettere. E questa sproporzione non sarebbe auspicabile nemmeno a fattori ribaltati – anche se da quasi 40enne nel profondo me la auguro.
    Non ci scordiamo che ai tempi di Shining, avevamo “Ok! Il prezzo è giusto”.

  2. Oh my god, quanto siete giusti.. Frank Matano,Fedez,Candy Crush e aggiungerei anche Emma Marrone. E mi hai pure nominato i miei cari Bitcoin!

    Tutto quello che hai scritto è la sacrosanta e pura verità. Ho 41 anni tra qualche mese e aspettavo da almeno 10 anni qualcuno che mi spiegasse il perchè un amante di fil horror come me non riuscisse più a cogliere “quel che in più” che vent’anni fa mi faceva rimanere incollato al divano o uscire dal cinema con amici con frasi del tipo “Hai visto quando.. bla bla”.
    Si è proprio così! Siamo “vecchi” e la maggior parte della mia stirpe sono esseri bassospendenti. Meglio sparare su un mucchio di rincoglioniti e su cervelli cotti da Maria(De Filippi no la Santa) per accumulare un po di consensi e sopratutto denari.

Comments are closed.