Le produzioni americane diventano nella seconda metà degli anni ’50 talmente numerose da necessitare almeno di una suddivisione in argomenti. Noi ne individuiamo tre maggiori : le mutazioni nucleari, le invenzioni impossibili e le invasioni extraterrestri.

Il timore della minaccia nucleare sarà all’origine del fortunato filone dei mostri mutanti.
Non conoscendo realisticamente le possibili conseguenze di questa nuova scienza, l’opinione pubblica viene attratta da improbabili olocausti organici, generalmente di enormi dimensioni, come insegna l’ispirato Assalto alla terra/Them (USA, 1954) di Douglas, che regala il palcoscenico ad affamate formiche giganti. Al di là della sua, la pellicola viene in genere ricordata tutt’oggi per indecifrabile sistema di comunicazione ed organizzazione degli insetti, fonte di ansia e diffidenza in una collettività americana che iniziava a pagare lo scotto della Guerra Fredda, da cui le numerose produzioni sulla lotta uomo-formica.

Seguiranno Tarantula di Arnold (USA, 1955), capostipite del sottogenere dei ragni assassini.
Nell’inquietante e triste The amazing colossal man (USA, 1957) di Gordon il personaggio principale è destinato alla morte dopo essersi tramutato in un gigante impazzito, mentre nell’ennesima opera di Arnold, che realizza forse il suo capolavoro in Radiazioni BX: distruzione uomo/The incredible shrinking man (USA, 1957), l’uomo rimpicciolirà fino a scomparire alla vista dei suoi simili.

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L’indiscussa icona di questo genere cinematografico non nasce però negli studios, ma in un’isola lontana dell’oriente.
Realizzato con la tecnica degli stuntman mascherati ancora in voga oggi a Tokyo, lo stupendo Godzilla/Gojira (Giappone, 1954) di Honda diviene volutamente o no l’opera che aprirà le porte della distribuzione in tutto l’occidente per il prolifico, ma sconosciuto cinema giapponese e hongkongese.
Il gigantesco drago mutato è l’emblema della grande paura radicata nelle menti di tutto un popolo che, benché in gran parte ignaro e poco partecipe delle sorti della guerra, si è trovato a dover fare i conti con gli orrori di Hiroshima e Nagasaki. La bomba nucleare è l’arma con cui il folle uomo sfida le forse della natura e lo strumento stesso con cui la natura si rivolta e annienta la nostra arroganza e fiducia nella tecnologia. Seppure infatti gli eserciti riescano a sconfiggere il mostro, Godzilla tornerà ancora sulla terra in molte pellicole successive, proclamando la sua immortalità.

Godzilla ha generato negli anni una vera moltitudine di idolatranti fans in tutti gli angoli del globo, che spesso acclamano le sue gesta come quelle di un nobile demone della Terra (un Oni) contro il quale gli uomini si trovano a giocare il ruolo degli ingiusti. Sulla scia del filone delle mutazioni, ma con trame molto più classiche e meno apocalittiche si cimentano ancora Arnold e il nuovo talento Val Guest. Il primo realizzerà Il mostro della laguna nera (USA, 1954), creatura maledetta ed incompresa, ispirato a Frankenstein, che genererà due seguiti. Nel seguito, La vendetta del mostro della laguna nera (USA, 1955), un debuttante Clint Eastwood farà la sua comparsa come assistente di laboratorio.

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Il mostro della laguna nera, 1955

Spetta invece a Val Guest cimentarsi con la trasposizione di The Quatermass Xperiment (USA, 1956), fortunata produzione che inizia un lungo sfruttamento delle opere letterarie e radiofoniche della BBC con protagonista il dottor Quatermass. Il filone degli scienziati geniali e invenzioni impossibili, inaugurato nel decennio precedente ed ancora molto amato, subisce una evoluzione verso contenuti più coerenti e quindi maggiormente coinvolgenti. Deve essere ricordato soprattutto L’esperimento del dottor K/The fly (USA, 1958) del bravissimo Neumann. L’insignificante titolo italiano celava allo spettatore l’anticipazione dell’orrore alato, che sconvolse in quegli anni il pubblico americano, divenendo una pellicola di culto destinata a seguiti e remakes. Il messaggio di Neumann viene da molti interpretato come un monito ai limiti della scienza umana. Più probabile invece che il regista abbia solo individuato uno spunto felice per indagare nel profondo la paura, e lo abbia poi sfruttato in modo talmente raccapricciante da farne un quadro da manuale del cineasta.

Molto più avventuroso sarà Time machine (USA, 1960) diretto da Pal e tratto dal romanzo omonimo di Herbert George Wells. Costosissimo e pluripremiato, questo film introduce l’argomento ormai inflazionato dei viaggi spazio-tempo.

Il terzo fondamentale filone dell’epoca non può che essere quello alieni ostili, inaugurato come detto dalla Guerra dei Mondi, ma indagato successivamente con maggiori sottigliezze da numerosi sceneggiatori. In Cittadino dello spazio/This island Earth (USA, 1955) di Newman assistiamo ad un controverso piano di invasione della terra da parte di extraterrestri costretti a fuggire a loro volta da spietati nemici. Lo scienziato alieno si rivela inaspettatamente nobile e decide di scegliere la morte piuttosto che ingannare i terrestri.

Il pianeta proibito
Il pianeta proibito, 1956

Il pianeta proibito (USA, 1956), monumentale capolavoro di Wilcox, indaga l’incapacità dell’uomo di gestire il potere della conoscenza con affascinanti sottigliezze psicologiche ed un dispiego di mezzi superiore a qualsiasi precedente produzione: il personaggio di Robby the Robot è destinato a diventare una icona nell’ambiente fantascientifico. Da notare infine la prima colonna sonora interamente digitale realizzata dalla MGM.

L’invasione degli ultracorpi (USA, 1956) di Siegel propone una originalissima invasione invisibile da parte di un virus spaziale che si impossessa delle menti umane. Spaventosa e molto attuale, questa pellicola è diventata un classico nonostante i poveri mezzi di realizzazione (pellicola in b/n) soprattutto a causa di una rilettura politica che ha voluto cogliere presunte, e probabilmente pretenziose, allusioni al pericolo comunista. Da questo lungometraggio trae ispirazione Il villaggio dei dannati (UK, 1960) realizzato da Rilla lontano da Hollywood con un taglio molto meno sensazionalistico, più introspettivo e stupendamente efficace. I bambini dallo sguardo allucinato capaci di leggere la mente rimarranno un’immagine indimenticabile fino a quando un Carpenter purtroppo non più ispirato ne annullerà il fascino con un soporifero remake.

La terra contro i dischi volanti (USA, 1956) di Sears ripropone invece un’invasione basata su violenti combattimenti contro alieni in tute corazzate. Si tratta del primo B-movie di grande successo, che ispirerà molti registi di questa generazione. Il segreto del suo richiamo è la dichiarata ispirazione della pellicola agli studi sui numerosi avvistamenti UFO nei cieli americani di quel periodo storico. Il fenomeno ufologico, nonostante il sistematico cover-up del governo istituzionalizzato a partire dai mitologici eventi di Roswell, è ormai dilagante e contribuisce ad alimentare l’inquietudine di un grande pubblico che non nasconde di andare al cinema sperando di trovare nel film di Sears risposte precise a cosa veramente “si trova lassù”.

20.000 leghe sotto i mari, 1954
20.000 leghe sotto i mari, 1954

Prima di concludere la nostra passeggiata fra i ricordi di celluloide – e di esaurire la vostra attenzione – ci concediamo due ultime citazioni.
Il disneyano 20.000 leghe sotto i mari (USA, 1954) di Fleischer e Viaggio al centro della Terra (USA 1959) di Levin immortalano con efficacia le grandi opere di Jules Verne, inesauribile ispiratore del cinema di avventura e fantastico.
Il colossal Disney in particolare propone il primo combattimento con una creatura meccanica (la piovra), che costituisce un autentico tassello della storia degli effetti speciali ad Hollywood.

Era doveroso concludere con questo ricordo di Verne la nostra escursione nella mastodontica produzione degli anni ’50, perché i racconti dello scrittore hanno accompagnato i pomeriggi di evasione di milioni di ragazzi, e perché allo stesso tempo costituiscono il trait-d’union fra due epoche così diverse fra loro come gli ingenui, fantasiosi e spaventati anni ’50, verso quegli anni ’60 idealisti ed esplosivi, che segneranno radicali cambi di tendenze nel cinema di fantascienza, come vedremo nel prossimo capitolo.



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