Prince è… Prince non c’è più. Dire che sia “morto” è riduttivo, anzi, un mero tecnicismo: perché è altamente probabile che si sia finalmente trasformato in pura musica durante una jam nel suo studio, o qualcosa del genere. In ogni caso non è più tra noi, a 57 anni, e questa è una tragedia gigantesca, particolarmente pesante in un anno in cui sono morti altri giganti della musica e dell’intrattenimento. La cosa buona è che Prince ha vissuto una vita incredibile, e l’ha vissuta a modo suo. Esattamente come Bowie. Entrambi hanno suonato, sperimentato, creato in continuazione.

Abbiamo perso il più grande musicista vivente, forse anche il miglior musicista dell’ultimo secolo. In maniera simile a Michael Jackson, Prince era una superstar globale forse sottovalutata in alcuni ambienti, ma adorata dagli altri musicisti. Una volta qualcuno ha chiesto ad Eric Clapton cosa si provasse ad essere il miglior chitarrista al mondo; la sua risposta è stata “Non saprei, chiedi a Prince”. Solo Hendrix ha suonato la chitarra elettrica meglio di Prince e a volte sembrava che The Purple One avesse assorbito l’energia lasciata nel mondo da Hendrix, l’avesse portata ancora oltre nello spazio, con suoni che parevano allo stesso tempo alieni e da sempre parte dell’essenza di ogni essere umano.

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Il fatto che l’uomo nato come Prince George Nelson e che ha cambiato (e distrutto) il suo nome anno dopo anno sia diventato un successo globale, è quasi surreale. La sua musica è arrivata ovunque, ha venduto centinaia di milioni di dischi, ma fin dal primo album (che ha pubblicato quando aveva 18 anni, e in cui ha suonato TUTTI GLI STRUMENTI) le sue canzoni suonavano come quelle di nessun altro. Nel perfezionare il suo stile ha creato un sound particolarissimo, miscelando drum machine, rock, blues, funk e disco, che ha avuto un impatto devastante sulla musica degli ultimi trent’anni. Se si dovesse cercare di elencare quanti artisti hanno preso Prince come ispirazione principale questo pezzo avrebbe qualche decina di paragrafi: Alicia Keys, Kanye West, The Roots, Bilal, Maxwell, Janelle Monaé, Esperanza Spalding, Haim… e cito anche D’Angelo, al momento il suo successore diretto. Ma sono solo i nomi più popolari. La sua influenza è granulare, assoluta, pervasiva. Prince era un artista capace di scrivere una delle migliori canzoni di tutti i tempi, farla diventare un singolo di successo nelle discoteche e nelle radio, il tutto senza includere una parte di basso. È l’equivalente musicale di fare i cento metri in sette secondi.

Prince è nato ed ha sempre vissuto a Minneapolis, una città non certo famosa per la sua scena musicale, al contrario di Los Angeles e New York, celebri per le miriadi di band che si ispirano vicendevolmente in un clima di continua competizione. Prince, oltre a creare i suoi album da solista, ha prodotto molti altri artisti di notevole successo, come The Time, Sheila E., Vanity 6, Madhouse, Apollonia 6. Spesso ha suonato gran parte degli strumenti negli album di queste band, e ha scritto molte delle canzoni nei loro dischi, cercando di creare un clima competitivo per dare più pepe alla vita notturna della città. Non avendo concorrenti, Prince ha deciso di crearseli, dando vita da solo ad un’intera scena musicale.

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Il talento di Prince non è sempre stato canalizzato in capolavori, ovvio. Molti dei suoi dischi sono tutt’altro che memorabili e ad un certo punto della sua carriera, dopo aver pubblicato una buona decina di album leggendari, ha perso interesse nello scalare le classifiche, provando continuamente a sperimentare o a catturare l’essenza delle sue jam su disco. Non ha sempre funzionato: nonostante ciò, ha continuato a pubblicare ottime canzoni fino all’anno scorso e ha sempre suonato dal vivo a massimi livelli. Pochissimi artisti sono capaci di creare grandi album e, allo stesso tempo, di essere dei grandissimi performer live. Bruce Springsteen è uno. Forse l’ultimo rimasto a quei livelli.

Prince è stato un artista diverso da qualunque altro. Sempre presente, sempre nel momento, completamente connesso con quello che lo circondava: con la musica, con gli altri musicisti, costantemente impegnato a creare qualcosa di unico, a dare voce alla sensazione di essere vivi, come evidente nel celebre video tratto dal tributo a George Harrison, in cui improvvisa quello che da molti è considerato come il miglior assolo di chitarra di tutti i tempi. È esattamente quello che distingue tutti i più grandi. È il motivo per cui vedere giocare Michael Jordan era elettrizzante. È quello che rende Jennifer Lawrence un talento di quelli si vedono poche volte nel corso di varie generazioni. Tutti noi andiamo avanti con la speranza di dare un senso a quello che facciamo, e facciamo tesoro dei momenti in cui siamo del tutto connessi all’Universo. Prince era connesso ogni volta che saliva su un palco, e ogni sua performance che è stata registrata per il futuro è un manuale d’istruzioni sul come vivere la vita, dell’idea platonica di Qualità, della forza fondamentale e immortale della Musica.



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Emilio Bellu

Scrittore, cineasta, giornalista, fotografo, musicista e organizzatore di cose. In pratica è come Prince, solo leggermente più alto e sardo. Al momento è di base a Praga, Repubblica Ceca, tra le altre cose perché gli piace l'Europa.

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