E’ arrivato dicembre, quindi è tempo di listoni anche per Players. Noi amiamo le tradizioni e non si può quindi non cominciare con l’elencone dei migliori film del 2016. E’ stato un elenco particolarmente difficile da redigere perchè quest’anno i bei film non sono mancati. L’Italia, per una volta, ha fatto il suo con almeno una mezza dozzina di pellicole di ottima qualità (penso a Perfetti Sconosciuti, Suburra, Lo chiamavano Jeeg Robot, Veloce come il vento, La Pazza Gioia, Mine); i blockbuster, per quanto un po’ ripetitivi, si sono dimostrati quanto meno godibili, mentre Disney ha fatto una corsa a parte con film di assoluto rilievo (Zootropolis, Doctor Strange, Oceania). Come al solito però, la mia missione è di segnalare film minori, che hanno ricevuto scarsa visibilità o che, a causa di una distribuzione pigra, non sono ancora arrivati in Italia. Beh, cominciamo: i migliori film del 2016 per me sono…

Hell or High Water: Ancora non riuscite a capire come abbia fatto Trump a vincere le elezioni in America? Beh, anche se questo film parla di rapine in banca e vecchi sceriffi che inseguono giovani delinquenti, ambientazione, personaggi e dialoghi dicono più di tutti i sondaggi pre-elettorali messi assieme…

Elle: Lei, una clamorosa Isabelle Huppert, viene stuprata in casa da un uomo mascherato, in una delle sequenze più pazzesche viste quest’anno, all’inizio del film. E poi? Beh, reagisce, anche se le cose non sono come sembrano.

Into the Forest: In un anno parco di titoli sci-fi di grande valore (Arrival a parte), il migliore del lotto è stato quest’opera semi invisibile, graziata da due performance incredibili da parte di Ellen Page e Evan Rachel Wood (tra Westworld e questo, che anno per lei!)

Il Cittadino Illustre: Un nuovo capolavoro dal cinema argentino, dopo Il Segreto dei suoi occhi, e un sicuro candidato agli Oscar 2017 racconta il ritorno a casa di uno scrittore premio Nobel. Qui ne tesso le lodi.

I, Daniel Blake: Forse il miglior film della lunga carriera di Ken Loach (ok, se la gioca con Piovono Pietre), un’opera dura, sporca e cattiva, alla fine della quale c’è un barlume di speranza. O forse nemmeno quella.

Lui è tornato: Col senno di poi, Lui è tornato, specie alla luce degli ultimi avvenimenti politici nello scacchiere mondiale, acquista una valenza ancora più cupa e pessimistica. Il punto è che, oltre a turbare profondamente, è un film divertentissimo.

Kubo and the two strings: Ovvero la beatificazione di Studio Laika, che dopo aver realizzato tanti “bei” film, firma il suo capolavoro. Un film perfetto sotto ogni punto di vista, storia, personaggi, realizzazione tecnica.

Indivisibili: Il miglior film italiano della stagione (e stavolta la media era buona, come detto sopra). Peccato che per un solo voto non sia stato scelto per rappresentare il nostro Paese agli Oscar. Qui l’entusiastica recensione.

Frantz: Probabilmente il miglior film presentato nella miglior edizione del Festival di Venezia del nuovo millennio. Ozon azzecca tutte le scelte e lo splendido cast fa il resto. Una delle più belle storie d’amore viste di recente al cinema.

The Nice Guys: Il miglior buddy movie dell’anno e forse di sempre. Due attori in stato in grazia, una ragazzina incredibile, tanto spasso che cela però una profonda amarezza. Qui l’ho incensato a dovere.

10 Cloverfield Lane: L’epifania. Sembrava un pallido clone/pseudo sequel di Cloverfield e invece il film di Dan Trachtenberg spariglia le carte e ridefinisce i canoni della suspense. Un consiglio: non cercate alcuna informazione sul film prima di vederlo. Dopo la visione, è altresì consigliata la lettura della nostra recensione.

The Witch: E’ stato un buon anno per le pellicole horror (Green Room, Don’t Breathe, Lights Out), ma questa spicca su tutti, grazie ad una formidabile ricostruzione storica, atmosfere rarefatte e terrorizzanti e interpreti in stato di grazia.

Nocturnal Animals: Raffinato e violento, intelligente e straziante, elegante e spietato. Tom Ford interpreta a modo suo il tema della Vendetta e si fa aiutare da un cast in stato di grazia. Qualcuno premi Shannon, per piacere.

Train to Busan: Il miglior zombie movie dell’anno batte bandiera Coreana. La lentezza insostenibile di The Walking Dead viene travolta da un film in cui corrono tutti: treno, passeggeri e zombie ostili. Come dicevo, America guarda e impara.

Captain Fantastic: Non credete a coloro che lo hanno bollato come commediola hipster. Captain Fantastic, oltre che a essere una mostruosa prova di bravura da parte di Viggo Mortensen e dei ragazzini protagonisti, è un film intelligente e profondo, che lascia il segno.

Shin Godzilla: Dopo due film americani (uno indegno, l’altro passabile) il buon vecchio Godzilla torna a respirare l’aria di casa, ottenendone indubbi benefici. La grandezza dei classici resta inarrivabile, ma questa versione 2.0 funziona alla grande.

Your Name (Kimi no na wa): Dopo una lunga serie di opere incredibili sul fronte tecnico ma poco convincenti su quello della narrazione, Makoto Shintai firma il suo capolavoro con una storia “delle sue”, ma finalmente depurata da inutili lungaggini e sovrastrutture. Il Giappone plaude e paga (180 milioni di dollari incassati, meglio degli ultimi Ghibli).

Paterson: La “leggerezza” di Italo Calvino, al cinema. Può un film reggersi interamente su espressioni facciali e poesia? Sì, può.

Nerve: probabilmente il più “leggero” tra i film presentati in questa lista, ma assolutamente meritevole di starci: un teen movie ben pensato e avvincente che tratta la follia dilagante dei social network in modo più efficace e ironico rispetto a produzioni più blasonate. Guilty pleasure dell’anno (e anche OST dell’anno, questa davvero fantastica).

The Handmaiden: filmissimo di Park Chan-wook che torna ai suoi livelli celestiali con un inedito mix tra erotismo e thriller psicologico. Tanta forma ma anche tanta sostanza.

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Andrea Chirichelli

Classe '73. Giornalista da tre anni, ha offerto il suo talento a riviste quali Wired, Metro, Capital, Traveller, Jack, Colonne Sonore, Game Republic e a decine di siti che ovviamente lo hanno evitato con anguillesca agilità. Ha in forte antipatia i fancazzisti, i politici, i medici, i giornalisti e soprattutto quelli che gli chiedono foto.

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