A24 è il nome di una casa di produzione e distribuzione americana, nata nel 2012, per volontà di Daniel Katz, David Fenkel e John Hodges, tre nomi noti nel panorama dell’intrattenimento cinematografico americano. L’obiettivo dei tre era quello di creare una società di produzione che stesse al cinema come, fatte le debite proporzioni, Netflix sta alle serie tv, ossia coniugare quantità e qualità. Missione compiuta. Già, perchè, come scritto nel titolo, è assai probabile che se negli ultimi tempi avete visto un bel film, questo porti la firma di A24 in qualità di produttore e/o distributore.

Nel 2013, il primo anno di vita della società, arrivarono in sala due film molto discussi (e oggettivamente discutibili) quali Spring Breakers e The Bling Ring (da noi abbondantemente spernacchiato, è quello con Emma Watson che fa la faccia porca…), ma anche l’ottimo The Spectacular Now ed il gustoso Ginger & Rosa, una delle prime prove attoriali di spessore di Elle Fanning.

Nel 2014 A24 piazza altri colpi notevoli: il divertente Obvious Child, il misterioso Enemy (il ragno!), il clamoroso Under the Skin di Jonathan Glazer, l’altrettanto notevole Locke (è quello con Tom Hardy che passa 90′ chiuso in macchina a parlare a telefono mentre la sua vita crolla), il finto sporco The Rover, con la coppia Guy Pearce e Robert Pattinson, la commedia zombie Life After Beth, con l’adorabile Aubrey Plaza ed il folle Tusk, diretto da Kevin Smith. In chiusura d’anno arriva anche l’ottimo crime drama A Most Violent Year. Ad una varietà di generi senza pari, si coniuga quindi una qualità medio-alta, che unita ad una continua e ostentata ricerca dell’originalità, specie in uno scenario piatto e agonizzante come quello dominato dai big della produzione americana, si fa notare.

Il 2015 è, definitivamente, l’anno della svolta: Ex Machina, complesso e affascinante film di fantascienza, per quanto imperfetto, si distingue rispetto alle classiche produzioni a largo budget delle major; Amy apre il mercato dei documentari musicali, filone che verrà ulteriormente valorizzato l’anno successivo (e con ancora maggior successo di pubblico) con Oasis: Supersonic e The End of the Tour, il ritratto del celebre scrittore David Foster Wallace, viene acclamato nei festival di mezzo mondo. Il film dell’anno è però Room, che ottiene anche la nomination all’Oscar, grazie alla clamorosa performance di Brie Larson.

L’anno scorso, A24 ha piazzato altri colpi da maestro: The Witch ottiene unanimi consensi e dimostra che anche temi consunti da decine di produzioni di dubbio valore possono essere valorizzati e riproposti al pubblico se presentati con cura (magari includendo nel progetto attrici come Anya Taylor-Joy). Swiss Man Army, The Lobster e Green Room, confermano l’ecletticità delle scelte dei distributori, che spaziano tra generi diametralmente opposti, mentre con Moonlight arriva anche il Premio Oscar, in una cerimonia “indimenticabile” non solo per l’esito finale ma anche per il clamoroso pasticcio organizzativo che ha caratterizzato la serata con La La Land prima premiato e poi spodestato “in tempo reale”.

Quest’anno A24 ha piazzato pochi successi commerciali (ancora meno del solito, insomma), ma almeno un paio di titoli che hanno mantenuto alta la sua fama: l’horror/thriller It Comes at Night e la commedia The Lovers. Entro la fine dell’anno verranno poi distribuiti The Killing of a Sacred Deer, che ha riscosso un grande successo all’ultimo festival di Cannes, l’atteso The Disaster Artist, la storia della creazione “peggior film di sempre” (in odore di Oscar) e Lady Bird, esordio alla regia di Greta Gerwing con Saoirse Ronan, di cui si dice un gran bene.


Di certo non si può dire che i film di A24 siano dei crack al botteghino, visto che fino ad oggi il loro maggiore successo è (prevedibilmente) Moonlight, che ha incassato 65 milioni di dollari sul suolo americano (ed altrettanti nel resto del mondo) , una cifra risibile rispetto ai mostruosi incassi portati a casa da Disney, Warner e Universal. Dall’anno della fondazione però, i film da loro prodotti hanno conquistato 14 nomination al Premio Oscar. Teneteli d’occhio, ora in avanti, perchè è un numero destinato a crescere.



Players è un progetto gratuito.

Se ti piace quello che facciamo, puoi supportarci (o offrirci una birra) comprando musica, giochi, libri e film tramite i link Amazon che trovi negli articoli, senza nessun costo aggiuntivo.

Grazie!
, , ,
Andrea Chirichelli

Classe '73. Giornalista da tre anni, ha offerto il suo talento a riviste quali Wired, Metro, Capital, Traveller, Jack, Colonne Sonore, Game Republic e a decine di siti che ovviamente lo hanno evitato con anguillesca agilità. Ha in forte antipatia i fancazzisti, i politici, i medici, i giornalisti e soprattutto quelli che gli chiedono foto.

Similar Posts
Latest Posts from Players