La ragazza nella nebbia segna il debutto alla regia cinematografica dell’ormai arcinoto scrittore ed opinionista Donato Carrisi, che adatta il suo omonimo successo letterario alla dimensione filmica.

Partendo dal presupposto che è lodevole ogni tentativo del nostro cinema di riavvicinarsi alla cinematografia di genere, scrollandosi di dosso tutta quella pletora di commedie agrodolci fatte da una manciata di attori più o meno noti (e un po’ ruffiani…) che puntualmente occupano le nostre sale con deludenti risultati al botteghino nonostante un battage pubblicitario da far invidia ai colossi hollywoodiani, possiamo dunque dire che il film di Carrisi sia un tentativo ben riuscito? Purtroppo no…

Anche se sostenuto da un intreccio narrativo di alto livello e dall’interpretazione di attori di grosso calibro, il film latita proprio nella dimensione che più dovrebbe essergli congeniale, cioè la suspense. La mancanza è dovuta non tanto alla sceneggiatura, che ha purtroppo passaggi e snodi un po’ troppo televisivi, quanto piuttosto alla scarsa incisività della maggior parte dei personaggi che ne sono protagonisti. Tolto Tony Servillo, che gigioneggia nei panni del poliziotto Vogel, specializzato in casi difficili, e lo psichiatra Jean Reno che tenta di dare sostanza all’impalpabilità delle nebbie che avvolgono lo sperduto paese di Avechot, gli altri fanno un po’ da contorno e si muovono sul set con un’evidente carenza di direzione.

La regia di Carrisi è lineare, a tratti un po’ scontata, ma è di certo superiore ad un montaggio privo del necessario mordente e, a costo di ripetermi, troppo tv-fiction.

Tenuto conto che Carrisi ha il piglio del criminologo, i rimandi alla tragica scomparsa della povera Yara, che qui si chiama Anna Lou e viene inghiottita letteralmente dalla nebbia, non sono di per sé un difetto, anche se nel romanzo sono più evidenti. La trama va solo accennata, per non rovinarne l’effetto thriller, e, di fatto, si apre con lo scampato incidente d’auto di Vogel che, inspiegabilmente, ha addosso sangue non suo, dipanandosi poi in un crescendo di flashback che porteranno alla luce il male assoluto che si nasconde nelle nebbie perenni di questo sperduto paesino, con effetti sconvolgenti su equilibri familiari, relazioni equivoche, comunicazioni fragili e sentimenti repressi.

 

Fatte tutte queste considerazioni non mi sento tuttavia di sconsigliarne la visione, poiché, l’opera prima di Carrisi è comunque un film accettabile, apprezzabile per i suoi intenti e per la sua scorrevolezza, con un’ambientazione suggestiva e una buona fotografia e, soprattutto, con l’onestà di non concedersi virtuosismi registici che richiedono ben altra esperienza. Delle suggestioni di David Fincher e Jonathan Demme, che Carrisi ostenta come suoi diretti ispiratori, rimane ben poco, dato che il film si avvicina molto di più all’ottimo La ragazza del lago di Andrea Molaioli che è comunque un prodotto nostrano sopraffino.



Players è un progetto gratuito.

Se ti piace quello che facciamo, puoi supportarci (o offrirci una birra) comprando musica, giochi, libri e film tramite i link Amazon che trovi negli articoli, senza nessun costo aggiuntivo.

Grazie!
, , ,
Similar Posts
Latest Posts from Players