In un futuro prossimo le coppie si formano esclusivamente grazie ad una sorta di applicazione che mette in relazione due persone per un periodo di tempo limitato, fino a che il “sistema” non trova la coppia perfetta, che starà assieme per sempre. Frank e Amy però, credono di essere fatti l’uno per l’altra fin dal primo incontro…

Black Mirror torna a parlare di coppie e sentimenti, anche se con un passo diverso rispetto all’acclamato San Junipero dell’anno scorso. Hang the DJ, titolo preso in prestito da Morrissey e dagli Smiths (Panic è la canzone da ascoltare, nel caso) racconta l’estremizzazione delle popolari dating app, che in questo mondo alternativo non si limitano a “consigliare” i clienti (più schiavi che consumatori, a ben vedere) ma lo obbligano a restare con la persona scelta per un periodo di tempo più o meno lungo, dando vita a situazioni tragicomiche come quella vissuta da Frank, che dopo aver trovato la sua anima gemella, se la vede “levare” dal sistema per finire con un’altra donna eufemisticamente meno gradita o da Amy, che fa della promiscuità sessuale il suo mantra (non voluto).

La tecnologia soverchia e annienta il libero arbitrio, l’amore ha una data di scadenza, che se sul breve periodo permette di scatenare le pulsioni più naturali (abbiamo poco tempo, scopiamo), sul lungo trasforma una storia nata male in un incubo quotidiano, senza che i soggetti possano fare nulla per cambiare il proprio destino. A meno di non ribellarsi al “sistema”, chiaramente.

Frank e Amy (bravissimi Georgina Campbell e Joe Cole) si piacciono e piacciono: sono una coppia ben assortita, credibile, suscitano empatia. L’amore stesso è descritto con pennellate di fresco realismo. Contano i dettagli, le piccole cose, la particelle comportamentali che fungono da solide fondamenta per far nascere e sviluppare una relazione: prendere la mano del proprio partner e vedere che reazione ha, valutare il senso dell’umorismo del partner, l’accettazione delle diversità, il sapere che una persona ha mille difetti e, nonostante questo, si può voler lo stesso passare la vita assieme a lui.

Ben diretto dal veterano Tim Van Patten (che ha diretto nell’arco di vent’ anni episodi di Boardwalk Empire, Deadwood, Ed, Game of Thrones, The Pacific, Rome, Sex and the City, I Soprano e The Wire) e scritto dalla pungente penna di Charlie Brooker, Hang the DJ rientra vince e convince. Il twist finale (lieto fine o no? La risposta è negli occhi e nei cuori di chi guarda), che ribalta la prospettiva e il mood della puntata, è la ciliegina sulla torta di uno degli episodi più convincenti di questa stagione.



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Andrea Chirichelli

Classe '73. Giornalista da tre anni, ha offerto il suo talento a riviste quali Wired, Metro, Capital, Traveller, Jack, Colonne Sonore, Game Republic e a decine di siti che ovviamente lo hanno evitato con anguillesca agilità. Ha in forte antipatia i fancazzisti, i politici, i medici, i giornalisti e soprattutto quelli che gli chiedono foto.

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