Nota: questa recensione NON CONTIENE SPOILER (cercate di non informarvi troppo prima della visione perché succede davvero di tutto fino alla fine dei titoli di coda (restate!!!) e ci sono tantissimi colpi di scena che qui evitiamo accuratamente di descrivere)

Thanos appare sulla Terra, con l’obiettivo di impossessarsi delle Gemme dell’Infinito per dominare sull’intero universo e distruggerne una larga porzione. Gli Avengers, divisi dopo gli eventi di Captain America: Civil War, uniscono le forze con i Guardiani della Galassia per contrastare un nemico apparentemente invincibile…

Tutto portava a questo, quindi, e le attese non sono state tradite: Avengers – Infinity War è un film spettacolare, meraviglioso, coraggioso, esaltante, opprimente e, a oggi, il miglior film del Marvel Cinematic Universe. Per certi versi sta alla saga come L’Impero Colpisce ancora stette alla prima trilogia di Guerre Stellari. Tutto quadra, tutto ha un senso, si tirano i mille fili tessuti nel corso di dieci anni e venti film, c’è azione, divertimento, dramma, emozioni, risate e pianti, il tutto condito con effetti speciali fuori parametro e un cast oramai perfettamente affiatato, con un paio di new entry memorabili.

Infinity War, penultimo atto di una delle saghe cinematografiche più ambiziose di sempre, mescola tutte le anime dei film precedenti del Marvel Cinematic Universe: se da un lato il taglio pop è inevitabilmente presente (anche se non accentuato come in Thor: Ragnarok), dall’altro il peso “drammatico” della incombente disfatta si fa sentire, specie nell’ultima mezz’ora, probabilmente la cosa migliore partorita da casa Marvel & Disney dall’inizio di questo esaltante ed estenuante percorso cinematografico.

Proprio nelle difficoltà affrontate dagli eroi risiede gran parte del fascino di Infinity War, che vede Avengers e Guardiani in netta (e prevedibile) difficoltà, in attesa della riscossa prevista nel sequel previsto per il maggio del 2019 che farà calare (definitivamente?) il sipario sull’MCU, almeno per come lo abbiamo conosciuto negli ultimi dieci anni.

La sceneggiatura di Christopher Markus & Stephen McFeely (autori della trilogia del Cap, ma anche di quello che può forse essere considerato il peggior film della saga, Thor: Dark World) funziona alla perfezione. Il pubblico, dopo aver visto una ventina di pellicole e aver versato nelle casse di Marvel e Disney un quantitativo spropositato di denaro, conosce oramai a menadito tutti i personaggi che non hanno quindi bisogno di presentazioni e vuole solo due cose: vederli in azione e interagire tra loro.

La prima richiesta viene abilmente soddisfatta da Anthony e Joe Russo, che assemblano alcune delle scene di massa più spettacolari mai viste al cinema e creano scontri 1vs1 o XvsX di ottima fattura. Quanto alle interazioni, c’è solo l’imbarazzo della scelta, visto che il nutrito gruppo di eroi viene diviso in tre/quattro storyline diverse (a cui si aggiunge quella, splendida, di Thanos, ricca di flashback e dotata di uno stile unico e davvero affascinante) fino alla (parziale) riunione finale.

Ancora più stupefacente è l’equilibrio tra commedia e dramma, entrambi presenti in massicce quantità: ci sono gag e dialoghi fantastici alternati senza soluzione di continuità a momenti cupi e strazianti. In un unico film i Russo e gli sceneggiatori hanno ficcato fumetti, cultura pop, cinema, tradizione e innovazione, con scelte incredibilmente coraggiose e perfettamente funzionali alla chiusura della saga.

Tra tutti i personaggi stavolta è (finalmente!) il villain a farla da padrone: Thanos è il cattivo per eccellenza e lo script riesce nel giro di due ore e mezza (che filano lisce come l’olio) a presentarlo, svilupparlo a 360 gradi e conferirgli quell’aura di invincibilità che nessun altro cattivo aveva avuto fino ad ora, anche grazie alla strepitosa interpretazione di Josh Brolin che nonostante la CG, il trucco e il parrucco, caratterizza il personaggio donandogli quella umanità necessaria per renderlo memorabile. Joe Russo si augurava che potesse rappresentare per le nuove generazioni quello che Darth Vader rappresentò per i geek degli anni ’70: non si raggiunge quel livello di carisma, ma il personaggio si alza innumerevoli spanne sopra a tutti i villain visti al cinema negli ultimi anni.

Infinity War spiazza e farà discutere: sia per il finale, piuttosto innovativo per toni e atmosfere, sia per alcune scelte strategiche assolutamente geniali (due su tutte, il casting/personaggio di Peter Dinklage e il recupero di un personaggio che era “sparito” molti anni fa). Insomma, i fan avranno di che divertirsi ed emozionarsi.

Infinity War è, in ultima analisi, un capolavoro di programmazione e strategia. L’aver sapientemente centellinato non solo gli eroi ma anche l’oggetto del contendere della battaglia finale (le Gemme dell’Infinito: la Gemma dello Spazio in Captain America – Il primo Vendicatore; la Gemma della Mente in The Avengers; la Gemma della Realtà in Thor: The Dark World; la Gemma del Potere in Guardiani della Galassia; e la Gemma del Tempo in Doctor Strange) permette al film di limitare gli “spiegoni” e di concentrarsi sull’azione, lo spettacolo e le gag fino al più emozionante (e struggente) dei finali possibili.

Sicuramente Infinity War non farà cambiare idea ai detrattori della saga e del “genere”, ma per le decine di milioni di fan del Marvel Cinematic Universe e del cinema supereoristico, è “il” film da vedere quest’anno, magari più e più volte, in attesa del gran finale datato 3 maggio 2019 che, a dirla tutta, vorremmo che fosse già domani.

p.s Lo ripetiamo: restate assolutamente fino alla fine e casomai non capiste immediatamente il riferimento, pensate a quali film devono ancora uscire prima del finale del prossimo 3 maggio…



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Andrea Chirichelli

Classe '73. Giornalista da tre anni, ha offerto il suo talento a riviste quali Wired, Metro, Capital, Traveller, Jack, Colonne Sonore, Game Republic e a decine di siti che ovviamente lo hanno evitato con anguillesca agilità. Ha in forte antipatia i fancazzisti, i politici, i medici, i giornalisti e soprattutto quelli che gli chiedono foto.

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