Intorno ai 12-13 anni, senza alcuna idea di cosa fosse un RID, ne avevo attivato uno con l’edicola del paese: io le giravo tutte le mance che riuscivo a racimolare tra genitori e parentame, lei mi riforniva di tutte le uscite in albetti dei supereroi Marvel. Bene, se a quel tempo un film come Infinity War fosse stato possibile, è molto probabile che la contemporanea presenza sullo schermo di decine di supereroi Marvel avrebbe portato la mia testa ad esplodere. Bisogna tenere presente che a quei tempi mi sembravano incredibili anche robe come questo o questo. Va bene, con ogni probabilità non mi sarebbe letteralmente esplosa la testa, ma lo shock nerdico mi avrebbe portato inevitabilemnte a consumare la VHS del film riguardandolo ossessivamente tutti le mattine durante i weekend o le vacanze.

Poco male, quel destino è toccato a Ghostbusters e sono cresciuto ugualmente nerd. Era destino insomma che la mia testa arrivasse vicino alla deflagrazione di fronte ad Infinity War. Non solo per la prima, credibile messa in scena di un crossover supereroistico – il salto di qualità rispetto al senso di vuoto di Civil War è abissale – quanto piuttosto per la maestosità con cui i fratelli Russo e Brolin sono riusciti a far emergere la figura di Thanos, vero e indiscusso protagonista del film – e dei meme post-film. Il pazzo Titano che esce da Infinity War è un personaggio con un potenziale, anche solo in termini di appeal presso il grande pubblico, infinitamente più grande rispetto al passato.

Benché si possa senza dubbio annoverare tra i grandi villain iconici della Casa delle Idee, Thanos non è, o almeno non era, il primo nome a venire in mente a un appassionato dovendo scegliere un avversario per gli Avengers. A dirla tutto, non è nemmeno tra i personaggi più noti dell’universo Marvel, sia tra i non-lettori, ma anche tra i lettori. Come avviene sempre in questi casi, ovvero quando un film sdogana presso le masso personaggi non così noti, la Panini ha colto l’occasione per venire in contro alla brama di sapere e, perchè no?!, sfruttare la scia del film, per portare in libreria un bel volume della serie Io Sono contenente le storie più importanti della carriera del titano blu: Io sono Thanos.

Il bel tomo nero si apre con la prima apparizione di Thanos sulle pagine di Iron-Man #55 del 1973. Ai testi troviamo Jim Starlin, padre del personaggio ed autore ad averne maggiormente influenzato carattere, aspetto ed ambizioni. Nella sua prima apparizione Thanos è molto più minuto alla sua rappresentazione più recente, ma la portata del suo potere è già molto chiara, soprattutto a Drax il Distruttore – anche lui lontano dall’ipertrofico Batista.

Starlin ad ogni modo non ci mette molto a conferire alla sua creatura quell’aura epica che l’avrebbe caratterizzata negli anni a venire. I semi vengono posto nella testata dedicata a Warlock, destinato a diventare uno dei comprimari imprescindibili durante le apparizioni del Titano insieme a Gamora e Pip il troll. Qui Thanos, dopo essersi impadronito del Cubo Cosmico, patisce la prima grande sconfitta mentre Starlin inizia a delineare il suo rapporto con l’amata Morte.

Se da un lato Infinity War è riuscito a restituire e forse a superare la dimensione drammatica di Thanos, l’assenza di ogni riferimento alla sua infatuazione per la Morte per quanto comprensibile lo priva di una parte fondamentale per comprenderne fino in fondo le motivazioni. Il Guanto dell’Infinito non è per Thanos un fine, quando uno scopo utile a mettere in atto il suo piano di sterminio attraverso cui spera finalmente di entrare nelle grazie della Morte, entità cosmica che Thanos non può davvero comprendere a da cui finisce sempre per essere respinto.

Se è questo il lato di Thanos che più affascina, Panini ha portato in fumetteria una bella ristampa de Il guanto dell’infinito, saga da cui Infinity War ha pescato in abbondanza compreso l’ormai celebre SNAP, sia come volume a sé stante, sia raccolto in un cofanetto così meraviglioso da far lacrimare gli occhi e i portafogli di ogni nerd che si rispetti. Io sono Thanos, tuttavia, offre uno sguardo su altri lati del personaggio, altrettanto importanti per definirne i contorni.

È ancora una volta Starlin ad offrire una diversa angolazione attraverso cui osservare Thanos con le storie scritte negli anni ’80, pervase da una fantascienza un po’ camp, in cui il Titano è alleato di Warlock contro il Magus, versione malvagia di Warlock stesso venuta dal futuro per assicurarsi che le strade che porteranno alla sua nascita trovino compimento. Gli stessi toni pervasi da un atmosfera da buddy movie cosmico ritornano anche nei ’90, nella serie corale scritta ancora una volta da Starlin per rimettere insieme la banda di Warlock, Drax, Gamora e Pip (con la sporadica apparizione di Mefisto).

È evidente che in pochi, insomma, siano stati in grado di maneggiare con la dovuta cura un personaggio come Thanos al pari di Starlin, anche se spiccano due grosse eccezioni, entrambi presenti nel volume. La prima è l’etereo incontro tra Spidey e Thanos scritto da Ann Nocenti, già autrice di un  metafisico ciclo di Daredevil, che ripropone qui alcuni dei suoi temi in una storia che si svolge tutta tra la vita e la morte. Sul versante opposto, l’approccio di Dan Jurgens è pienamente ispirato alla fantascienza classica e ci propone una visione sull’opera di distruzione di thanos attraverso gli occhi di un osservatore esterno alieno attraverso lo stile semi-pittorico di José Ladrönn.

Sono però episodi sporadici e le penultime storie del volume scritte da quel Bendis che è stato per anni l’architetto principe dell’Universo Marvel sono la dimostrazione di come Thanos nelle mani di un altro rispetto a Starlin torni ad essere semplicemente un villain potente e minaccioso, privo tuttavia di quelle molteplici sfaccettature che solo il suo genitore sembra essere in grado di conferirgli.

Da questo punto di vista il futuro non sembra roseo, purtroppo, tenuto conto del fatto che il rapporti tra Starlin e la Marvel al momento non sono dei miglior, per usare un eufemismo. Come ovvio la Marvel non si lascerà scappare l’occasione di tirare a bordo nuovi lettori approfittando dell’incredibile successo del film ed in estate lancerà un nuovo mega-evento il cui titolo non poteva che essere Infinity Wars. In attesa di scoprire come se la caverà lo scrittore Gerry Duggan, il mio consiglio è quello di recuperare un’altra recente saga Marvel, Infinity scritta da Jonathan Hickman, in cui si può leggere un ottimo Thanos pur in un ruolo da comprimario.



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Claudio Magistrelli

Pessimista di stampo leopardiano, si fa pervadere da incauto ottimismo al momento di acquistare libri, film e videogiochi che non avrà il tempo di leggere, vedere e giocare. Quando l'ottimismo si rivela ben riposto ne scrive su Players.

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