Adrenalina e muscoli al femminile. Il regista di 12 anni schiavo torna a immergere la macchina da presa in un groviglio di sentimenti duri e combattuti, oltre che di violenza. Veronica (Viola Davis) ha vissuto per anni coccolata dal ricco marito Rawlins (Liam Neeson) in un lussuoso appartamento di Chicago. Due esistenze spezzate dalla tragica morte del figlio. Ma qual è l’origine della fortuna di Rawlins?

I soldi che hanno pagato quel lusso non erano puliti. Quando una delle operazioni criminali del marito finisce male e Veronica si ritrova vedova, ha inizio la discesa in un inferno di sofferenza e rimpianti. Ma soprattutto di debiti e minacce: le aderenze malavitose reclamano pagamenti arretrati, e senza buone maniere. Nessuno è innocente, nemmeno (ovviamente) i politici in campagna elettorale .

A Veronica non resta che far squadra con altre tre donne rese vedove dallo stesso incidente in cui e’ scomparso Rawlins: l’unica strada e’ seguire le orme dei mariti e tessere la tela di un piano per riprendersi le proprie vite. O quello che ne resta. Rubando cinque milioni di dollari.

Costanti iniezioni di adrenalina portano avanti il nuovo film di Steve McQueen, che procede con roboante sussiego in un crescendo di botte e botti.

C’e’ un mal celato compiacimento, in Widows, nel mettere la tecnica registica al servizio di uno stile che documenta la crudezza di quel mondo senza sconti: la macchina da presa viviseziona gli episodi violenti e ne mostra (in metafora) le carni, insistendo soprattutto sul caricaturale sadismo del braccio violento di un boss (interpretato dalla rivelazione di Scappa – Get Out Daniel Kaluuya).

Non c’e’ da preoccuparsi, ovviamente: McQueen cerca il grande pubblico e un’ampia distribuzione, e sa che non può esagerare e rischiare lo splatter. Così, dopo una moderata dose di sangue, la parte finale di Widows si concentra sul colpo concepito alla maniera di un meccanismo a orologeria in cui, come in ogni action che si rispetti, non tutto andrà come previsto. I petardi del ritmo scoppiettano e il regista ce la mette tutta per imporre al suo film un’impronta stilistica. Soprattutto per sollevarlo dal livello di una versione aggiornata della crime story in cui ci si fa largo a suon di spari.

Anche al Festival di Toronto, dove il film e’ stato presentato in prima mondiale, i pareri sono stati morbidi ma non senza dubbi, più che legittimi, e piccole riserve.

Applausi e wow piovono sulla prova di Viola Davis, che prenota la sua corsia per la prossima corsa alle nomination all’Oscar. L’intero cast, con Michelle Rodriguez, Elizabeth Debicki e Cynthia Erivo in ruoli di rilievo, non e’ fuori parte.

Il film giusto per far discutere gruppi di amici cinefili il sabato sera, all’uscita dalla sala.



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