Adonis Creed è oramai un campione affermato, come suo padre Apollo, e grazie ai consigli di Rocky continua a vincere incontri su incontri. Un giorno si palesa Viktor Drago, figlio di Ivan Drago, che dopo la sconfitta in Russia contro Rocky è stato lasciato dalla moglie, è caduto in disgrazia e vede in Viktor uno strumento per tornare sotto le luci della ribalta. Nonostante il parere contrario di Rocky, Adonis, desideroso di vendicare il padre, accetta la sfida di Viktor, ma l’esito dell’incontro non è quello sperato…

Corsi e ricorsi storici per la saga di Rocky: a trent’anni e passa dall’iconico Rocky IV, forse il film degli anni ’80 “più anni ’80” mai realizzato (sotto ogni punto di vista: politico, culturale, massmediatico, musicale, cinematografico…), tocca ai figli prendere il testimone dai padri per continuare la Storia e il Mito.

Capita così che quella che sulla carta appariva come l’idea più banale e derivativa possibile (Creed & Balboa vs Drago, again?) si riveli essere invece una buona base per un ottimo “spokon” (termine giapponese che designa un particolare genere di manga e anime le cui storie sono ambientate nel mondo dello sport) pieno di azione, sentimenti e ovviamente nostalgia. In Creed 2 non manca proprio nessuno: oltre alla coppia formata da Michael B. Jordan e Tessa Thompson (qui meno valorizzata rispetto al primo film) c’è l’intero cast di Rocky IV (compreso un cameo vagamente trash di Brigitte Nielsen), con i due oramai grandi vecchi, Stallone e Lundgren, abili a prendersi la scena ogni qualvolta lo script e la regia Steven Caple Jr. gliene dà l’occasione.

Creed 2 ha l’unico grande difetto di essere il sequel di una grande sorpresa: in pochi, qualche anno fa, si sarebbero aspettati un film così ben fatto. Il canovaccio seguito stavolta è molto prevedibile e tutto sommato banale e sa di già visto (è sostanzialmente identico a Rocky III, giusto per trovare un equivalente nella saga), ma riesce spesso ad essere coinvolgente, emozionante e appassionante, specie durante le sequenze di allenamento e di combattimento, da sempre i punti forti della saga. Molto bravo è Stallone, che si cala perfettamente nella parte del vecchio maestro saggio dispensatore di buoni consigli, ma sempre capace di piazzare il colpo letale al momento giusto. Il tempo lo ha migliorato sotto un po’ tutti i punti di vista.

Con Creed 2 il franchise termina la sua funzione, il pubblico oramai sa esattamente cosa aspettarsi, lo stesso Stallone ha “ufficialmente” abbandonato il personaggio (per Rambo invece c’è ancora un ultimo giro di giostra da effettuare) e nonostante l’indubbio carisma di Michael B. Jordan, non avrebbe molto senso continuare a raccontare ancora questa storia di onore e sacrificio, redenzione e fatica, sudore e pentimento. E’ un bel modo per far uscire tutti di scena tra gli applausi, dopo oltre quarant’anni: onore e gloria imperitura a Rocky, mito invincibile ma umanissimo e icona di un cinema semplice ma efficace.



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Andrea Chirichelli

Classe '73. Giornalista da tre anni, ha offerto il suo talento a riviste quali Wired, Metro, Capital, Traveller, Jack, Colonne Sonore, Game Republic e a decine di siti che ovviamente lo hanno evitato con anguillesca agilità. Ha in forte antipatia i fancazzisti, i politici, i medici, i giornalisti e soprattutto quelli che gli chiedono foto.

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