Il più celebre aforisma che ci abbia lasciato il siciliano Giuseppe Tomasi di Lampedusa recita: “Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”. Ed è in questa situazione che troviamo Giulio, il protagonista della graphic novel Stella di mare, nonché omonimo del suo autore, Giulio Macaione.

Giulio ha appena lasciato l’università, ma le sue giornate non sono cambiate poi tanto. Immobili, come la Sicilia che lo circonda a Cefalù, un’eterna vacanza, in cui l’attesa per l’estate è l’unico stimolo per tirare avanti. Perché d’estate torna Marina, la sua sirena del nord, la cotta di sempre che ha finito per incastrarlo lì, nell’eterno ritorno rappresentato da Cefalù.

Nella cittadina siciliana però, Giulio non è il solo ad essere finito incastrato tra le proprie radici. C’è Vico, il pescatore, che tutte le mattine vende lungo il molo le sarde che ha pescato di notte. E Matilde, la “signora della finestra”, amica d’infanzia della mamma di Giulio che passa le giornate a guardare il mare sul confine tra la casa e il balcone.

Nei piccoli borghi, tuttavia, il dolore è sempre accompagnato dalle dicerie. E se per Matilde la follia è associata alla morte del marito, sparito in mare durante una notte di pesca anni addietro, Vico in paese è quello che crede all’esistenza delle sirene. Anche se non ne parla volentieri, Vico è davvero convinto di aver visto le sirene e di dovere a una di loro la sua vita.

Giulio, Matilde e Vico sono tutti vittime di un incanto, un richiamo che viene da quello stesso mare che li ha privati di qualcosa, l’amore, il futuro, o il rispetto dei compaesani. Prima che il microcosmo siciliano ritrovi il suo equilibrio, però tutto deve cambiare e sarà l’arrivo di Marina a innestare la miccia.

Sulle note dell’omonima canzone di Lucio Dalla, il ritorno alla graphic novel di Giulio Macaione, già autore di Basilicò sempre per Bao, si muove placido come l’estate siciliana, indagando i significati di quella perenne attesa che attanaglia i suoi personaggi, finché l’agognato arrivo di Marina e strani avvistamenti al largo accendono rispettivamente le vite di Giulio, Vico e Matilde, costringendoli a fare i conti col loro presente.

Il tratto distintivo di Stella di mare però resta la delicatezza, quella che Macaione riesce ad infondere nei suoi personaggi, nei suoi paesaggi e nell’intreccio della sua graphic novel. Giulio, Matilde e Vico sono personaggi che si interrogano su quale posto possano occupare nel mondo, ciascuno perso nei propri guai, su cui l’autore mantiene uno sguardo comprensivo e non giudicante.

A esaltare la raffinatezza della messa in scena nel suo insieme ci pensa poi il tratto di Macaione, maturo e dotato di una propria identità ben definita, che ricorda lo stile del fumetto autoriale giapponese, soprattutto nelle inquadrature. Il ricorso alla tricromia (bianco, blu e arancio) rafforza con ulteriore delicatezza le belle tavole di Macaione, conferendo una maestosità profumata agli scorci tipici della Sicilia e un fascino sinistro al mare, il cui intervento porterà a conclusione tutti gli snodi narrativi del trio di personaggi, risolvendo a volte in modo drammatico la loro fascinazione per le proprie sirene personali.



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Claudio Magistrelli

Pessimista di stampo leopardiano, si fa pervadere da incauto ottimismo al momento di acquistare libri, film e videogiochi che non avrà il tempo di leggere, vedere e giocare. Quando l'ottimismo si rivela ben riposto ne scrive su Players.

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