Earl Stone, un vecchio floricoltore rimasto senza soldi ed emarginato dalla famiglia, da lui assai trascurata nel corso degli anni, accetta (inizialmente senza saperlo) di diventare il corriere di un potente cartello della droga. I suoi modi disincantati ma affabili lo rendono efficiente e affidabile, ma i rischi di essere scoperto sono dietro l’angolo…

Sarà l’ultimo film di Eastwood? Potrebbe essere, anche se non ci scommetteremmo, vista la tempra del texano dagli occhi di ghiaccio. Qualora lo fosse davvero, beh, Il Corriere – The Mule sarebbe davvero un meraviglioso epitaffio artistico ed il coronamento di una carriera con più alti che bassi. Sarà forse perchè il personaggio che Eastwood interpreta sembra davvero molto, molto simile a quello della vita reale. Entrambi sono infatti in corsa contro il Tempo che, come si afferma in una delle più ovvie ma efficaci linee di dialogo, è l’unica cosa che non si compra. L’attore e regista ha ancora una presenza scenica formidabile, è capace di reggere in piedi da solo intere sequenze e, quando non si mostra, piazza in contumacia delle stilettate notevoli (la scena del guidatore fermato dalla polizia).

Earl Stone sembra meno incazzato di Walt Kovalski, il protagonista di Gran Torino, ma come lui sa farsi rispettare, non si fa intimorire dalla variegata fauna al soldo dei baroni della droga, inciampa in battute decisamente polically s-correct e sembra interessato solo a ricomprarsi con i soldi guadagnati un biglietto di ingresso nella famiglia che lo ha (tutto sommato giustamente) allontanato nel corso degli anni (curiosità: la figlia nel film è la vera figlia di Eastwood, per la serie quando finzione e realtà si fondono e confondono).

In Il Corriere – The Mule ci sono vaghi richiami a tanti altri film con Eastwood (il personaggio interpretato da Bradley Cooper richiama alla lontana e con ruolo ribaltato, quello di Kevin Costner ne Un Mondo Perfetto e alcune battute sembrano proferite da Gunny, anti-eroe del film omonimo), perchè la cifra stilistica dell’autore non è cambiata molto negli anni. Le riflessioni e i temi portanti del film sono, a ben vedere, di una banalità sconcertante: il tempo che scorre veloce e non torna, il rimpianto per gli errori fatti in vita, l’importanza della famiglia, ma se da un lato il film riesce sempre ad evitare ogni melensaggine e gratuità, dall’altro è pur vero che, nonostante tutto, pare davvero che il mondo attuale necessiti ancora di farsi ricordare l’ovvio. Se sarà stato l’ultimo viaggio di questa icona del cinema, solo il Tempo ce lo dirà, ma quello passato con Il Corriere – The Mule, è sicuramente ben speso.



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Andrea Chirichelli

Classe '73. Giornalista da tre anni, ha offerto il suo talento a riviste quali Wired, Metro, Capital, Traveller, Jack, Colonne Sonore, Game Republic e a decine di siti che ovviamente lo hanno evitato con anguillesca agilità. Ha in forte antipatia i fancazzisti, i politici, i medici, i giornalisti e soprattutto quelli che gli chiedono foto.

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