Dopo il, per certi versi sorprendente, primo capitolo capace di adattare al meglio il superclassico kinghiano e innovare quel tanto che bastava per avere un’identità propria, è tempo per i Perdenti e per gli spettatori di tornare a Derry, la sfigatissima cittadina del Maine teatro degli incubi del prolifico scrittore e sistemare una volta per tutte Pennywise.

IT – Capitolo Due, come noto, si concentra sulle versioni adulte dei protagonisti, assemblando un cast di tutto di rispetto, a cominciare dalla coppia Mc Avoy/Chastain, reduce dal flop di Dark Phoenix e qui impegnata a dare volto, corpo e spessore a William “Bill” Denbrough e Beverly “Bev” Marsh, i due protagonisti principali della storia. Detto che il migliore del gruppo si rivela essere, un po’ a sorpresa, Bill Hader aka Richard “Richie” Tozier, in quanto unico degli attori a “metterci del suo” rispetto al personaggio che interpreta, questo IT – Capitolo Due risulta qualitativamente impeccabile come il predecessore, ma davvero troppo, troppo, troppo lungo.

La parte centrale, quella in cui ogni perdente affronta i propri incubi, gli spettri del passato e inizia a prendere coscienza della possibilità di eliminare Pennywise una volta per tutte, ha un minutaggio oggettivamente fuori scala, e si ha spesso l’impressione che Andrés Muschietti voglia tenere i propri attori sullo schermo più del necessario, giusto per capitalizzarne al massimo la disponibilità, dimenticandosi però del ritmo e della suspense, che vengono inevitabilmente diluite. Lo stesso Pennywise, iconico nel prequel, appare in questo capitolo molto meno terrorizzante e nonostante rimanga un personaggio interessante, non si può dire che venga sfruttato al massimo delle sue potenzialità.

Muschietti poi non è Reiner e, dopo aver riprodotto in maniera decisamente convincente le dinamiche adolescenziali del protagonisti nel primo capitolo, fatica parecchio a raccontare le sfighe, i dilemmi e i problemi dei personaggi diventati adulti. Stavolta, più che due anni fa, si sente un po’ la nostalgia della pagina scritta, delle infinite descrizioni dell’ambiente circostante, dei sentimenti e delle situazioni vergate dalla penna di King (qui presente in un eccezionale cameo, una delle intuizioni e delle trovate migliori del film), che fornivano un contesto irripetibile alle vicende dei Perdenti.

Tra jump scare non troppo terrorizzanti e qualche tirata di troppo sul valore dell’amicizia, IT – Capitolo Due arriva a destinazione senza danni: portare al cinema un’opera del genere era quasi impossibile (una serie tv ben fatta forse sarebbe stata più logica e avrebbe permesso un maggiore approfondimento dei personaggi e relativi background), ma davvero non ci si può lamentare del lavoro svolto da Gary Dauberman e Muschietti, specie considerando i due film realizzati come un’opera unica e, a suo modo, memorabile.



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Andrea Chirichelli

Classe '73. Giornalista da tre anni, ha offerto il suo talento a riviste quali Wired, Metro, Capital, Traveller, Jack, Colonne Sonore, Game Republic e a decine di siti che ovviamente lo hanno evitato con anguillesca agilità. Ha in forte antipatia i fancazzisti, i politici, i medici, i giornalisti e soprattutto quelli che gli chiedono foto.

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