Sessantasei pagine: tanto è bastato a Chris Claremont e Bill Sienkiewicz per cambiare (ancora una volta) il mondo del fumetto di supereroi nel 1984 con la Saga del Demone Orso. E ancora una volta quando si parla dei Nuovi Mutanti, la rivoluzione passa anche dalla casualità, o forse dall’azzardo. Come già raccontato in passato, i Nuovi Mutanti nascono dalla mente di Chris Claremont senza che lo scrittore canadese ne avesse realmente intenzione: è un atto di orgoglio, la sua necessità di rivendicare la paternità assoluta del nuovo universo mutante che aveva creato, evitando così che altri scrittori pronti ad abbracciare il progetto mettessero mano alle sue creature.

Invece di sfruttare il già ben nutrito cast di mutanti che aveva allestito per la serie principale degli X-Men, Claremont si inventa un gruppo di giovani reclute che si muovono sempre all’interno della scuola di Xavier, ma ai confini delle avventure dei loro “fratelli maggiori”. Ad affiancarlo alla parte grafica c’è prima Bob McLeod, solido professionista abitualmente impiegato solo come inchiostratore, a cui subentra poi Sal Buscema, più avvezzo a ritmi di una serie mensile. Quando anche l’incarico assegnato a Buscema termina col #17, qualcuno ai vertici della Marvel decide che I Nuovi Mutanti sia una serie abbastanza sperimentale – o forse in un certo senso minore – da poter reggere l’azzardo di un nuovo disegnatore sconosciuto ai più, finora fattosi notare solamente per qualche cover di LP musicali e una manciata di numeri di Moon Knight: Bill Sienkiewicz, appunto.

Che le storie dei Nuovi Mutani siano destinate a puntare in una direzione nuova grazie ai ruvidi disegni di Bill lo si capisce già dalla prima tavola, in cui le pieghe del lenzuolo che Dani Moonstar tiene sulla testa nel tentativo di sfuggire all’incubo che la tormenta si trasformano ai piedi del letto nel volto sanguinario di un orso gigantesco. Una svolta horror imprevedibile anche solo un mese prima, quando quello stesso orso aveva fatto capolino nell’ultima vignetta dell’albo, realizzato tuttavia secondo canoni decisamente meno realistici da Sal Buscema. Ma, come già detto, le cose sono destinate a cambiare e in fretta.

Se fino a quello momento I Nuovi Mutanti era una serie teen, benché non priva del lato tragico presente in ogni trama a lunga gittata elaborata da Claremont, durante la Saga del Demone Orso si trasforma in un horror psichedelico. È probabile che nemmeno Claremont conoscesse Sienkiewicz e il suo stile, perchè testi e disegni in questa prima avventura appaiono ancora poco affiatati, eppure l’effetto che ne deriva contribuisce ad amplificare il senso di straniamento divenuto nel tempo uno degli indubbi pregi della saga.

Danielle Moonstar è una delle giovani allieve di Xavier. Nativa americana, è tormentata dalla figura del Demone Orso, un essere mistico che ha già massacrato i suoi genitori e che la insegue dal primo momento in cui Claremont ce l’ha presentata (nel precedente volume). Nel corso dei primi diciassette numeri dei Nuovi Mutanti, la presenza del Demone Orso si è fatta sempre più incombente finchè nel #18 – albo che apre il secondo volume della raccolta dei Nuovi Mutanti edita da Panini Comics, Caccia Mortale – l’orso mistico si concretizza nelle matite di Sienkiewicz. Moonstar sa che il momento è arrivato e senza dire nulla ai suoi compagni si decide ad affrontarlo. Lo scontro termina con una vittoria di facciata della mutante, menomata nella mente e nel fisico, costretta a un letto d’ospedale e ancora assediata dal demone.

L’intervento dei Nuovi Mutanti in difesa dell’amica conduce la Saga del Demone Orso su un piano completamente diverso, in senso letterale. Grazie a Magik, sorella di Colosso cresciuta nel Limbo dove è stata iniziata alla magia, la battaglia tra Nuovi Mutanti e Demone Orso si sposta nelle Badland, dove lo stile esagerato di Sienkiewicz può finalmente procedere a briglia sciolta. Una mappa in continua evoluzione segue passo passo la corruzione delle Badland operata dal Demone Orso, mentre il tavolo operatorio su cui giace Moonstar è racchiuso in una bolla, protetto da energia pisichica, che troneggia rossa nel cielo sopra la battaglia.

Al di sotto, gli agenti di polizia posseduti dall’Orso sfoggiano denti lunghissimi e aguzzi, orbite oculari multiple e visi enormi, deformi, sgangherati, strabici: segni grafici che caratterizzano tutta la produzione più fantastica di Sienkiewicz e che si contrappongono invece al realismo quasi fotografico dei suoi chiaroscuri delle sue figure umane raffigurate nei momenti di quiete.

I Nuovi Mutanti, in fondo un gruppo di adolescenti, si trovano ad affrontare una minaccia enorme da soli, senza Xavier, senza X-Men, senza nessun adulto al loro fianco che li possa aiutare, supportare o consigliare. Il Demone Orso rappresenta il loro approdo forzato nell’età adulta in tutti i sensi. Da quel momento nelle trame di Claremont, uno sempre molto attento alla continuity, i Nuovi Mutanti perdono via via la fiducia verso gli adulti e si convincono di essere di fatto soli e dunque costretti a cavarsela affidandosi solamente a loro a stessi, cementando i già forti legami del gruppo. Su un altro piano di lettura, la Saga del Demone Orso rappresenta il momento del riconoscimento dei Nuovi Mutanti come serie, seppure non immediato. All’epoca non mancarono le critiche per il cambio di rotta, perchè in fondo ci illudiamo di vivere in tempi nuovi quando tutto è sempre uguale, ma in breve questo ciclo di storie è diventato un cult, portando ClaremontSienkiewicz e i loro Nuovi Mutanti nella mappa del fumetto da tenere d’occhio.

È abbastanza impressionante pensare a quanti temi di interesse siano condensati in una sessantina di pagine. A partire dall’attenzione verso i nativi americani, la minoranza più trascurata in USA e praticamente esclusa dal mondo del fumetto. Vedere il volto di una giovane indiana d’America sulla copertina di un fumetto da qualche migliaia di copie non era una cosa comune all’epoca e non lo è tuttora. Così come non lo è la trattazione in salsa comics delle loro tradizioni, a cui Claremont non fa mancare un approccio politico, forse un po’ goffo, descrivendo le Badland come una terra pura, mai sfiorata dai bianchi invasori, dove il potere dell’orso può sprigionarsi intatto. C’è poi, sottotraccia, il tema della sfiducia dei giovani non solo verso le istituzioni, ma anche verso il diverso pur in un gruppo di diversi, incarnato da Ilyana “Magik” Rasputin il cui ricorso alla magia rappresenta costantemente fonte di timore per l’intero gruppo.

Come al solito nelle storie di Claremont, però, c’è anche molto di più. Accenni a trame che verranno, come l’odissea spaziale di Warlock, l’alieno bio-meccanico mutaforma che precipiterà sulla Terra qualche numero più in là per entrare poi a fare parte del gruppo dei Nuovi Muatnti, ma anche storyline che non hanno mai trovato la loro conclusione, per un motivo o per l’altro,come il la Rachel Summer della linea temporale di Giorni di un futuro passato che appare in apertura di volume. Lo stile di Chris, qui ancora nel pieno della sua forma, è sempre avvincente, nonostante l’abuso di didascalie e balloon di pensiero a cui oggi non siamo più abituati. Come in una soap opera, dettagli che appaiono quasi casuali crescono di mese in mese, sfociando a distanza di anni in sottotrame gigantesche, cresciute come una valanga che parte da un sassolino.

Nelle storie successive che compongono il volume Caccia mortale, i toni restano più cupi, con i testi di Claremont che via via si allineano maggiormente allo stile di Sienkiewicz, senza però rituffarsi nel horror. Non servono demoni da un’altra dimensione per inquietare quando si ha a disposizione un team costituito da adolescenti con il loro carico di preoccupazioni, ansie e insicurezze. Siamo pur sempre in un fumetto di supereroi, perciò tutto viene trasfigurato in metafora, come le difficoltà di capire i cambiamenti del proprio corpo o il rapporto con i genitori di cui Warlock è paradigma: un alieno tecno-organico che assimila e prosciuga le forme di vita terrestri per nutrirsi, in fuga da un genitore che lo vuole uccidere secondo un rito della sua razza da cui non si può scappare.

Prima del ritorno degli X-Men come comprimari e di un altro ciclo di storie a tinte fosche con protagonisti Rahne e Roberto, in cui si inseriscono la ricomparsa di Magneto e la sottotrama del Club Infernale, il volume presenza un interludio più scanzonato con la pubblicazione del primo annual della testata dei Nuovi Mutanti che vede il ritorno alle matite del più morbido Bob McLeod. I ragazzi in libera uscita a un concerto finiscono invischiati in un traffico planetario in cui la Terra stessa è merce di scambio al centro di un truffa ordita da Lila Cheney, la cantante rock che pare avere un debole per Sam Guthrie. Questa per altro non è la sola storyline sentimentale del volume, ma è anzi la più esplicita. Altro talento di Claremont, insomma, è quello di dipingere con naturalezza il modo di vivere l’attrazione e i sentimenti tra un gruppo di ragazzini non ancora del tutto adulti, fatto di flirt sotterranei che si faticano a esprimere o cotte captate da tutti tra che dall’interessato.

Benché sia nata come serie gregaria, I Nuovi Mutanti non è meno interessante delle altre X-testate del periodo, anzi caratterizzata da atmosfere più intimiste e terrene, nonché da una serie di cover davvero pazzesche di Sienkiewicz, rappresenta un ottimo contraltare alle ambizioni cosmiche delle formazioni maggiori dei mutanti anni ’80/’90. Quelli raccolti nel volume Caccia mortale, per altro, sono forse i migliori cicli di storie del gruppo, e di sicuro la Saga del Demone Orso è una lettura obbligata per tutti gli appassionati del fumetto di supereroi o per chi è in attesa dell’imminente – forse, pare, questa volta – attesa e travagliata versione cinematografica. Spiace che nel passaggio dal precedente volume a questo Panini abbia eliso una decine di storie per arrivare subito a questo ciclo più noto e apprezzato: la speranza è che il successo della pellicola possa ampliare il novero dei lettori e consentire così il recupero integrale.

 

 

 



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Claudio Magistrelli

Pessimista di stampo leopardiano, si fa pervadere da incauto ottimismo al momento di acquistare libri, film e videogiochi che non avrà il tempo di leggere, vedere e giocare. Quando l'ottimismo si rivela ben riposto ne scrive su Players.

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