Oh, eccovi. Vi stavo aspettando.

Questa è la casa dei Visione. Prego, prego entrate. Vedete? C’è tutto quello che una normalissima famiglia possa desiderare: un giardino, un portico, un ampio ingresso; lì c’è l’angolo caminetto, non è accogliente?

No, non c’è niente nel sottoscala, venite via.

Guardate che gusto nell’arredamento: questo è un albero di semprefiorita, i cui petali, si dice, permettono di vedere il futuro a chi li consuma. Questo è un vaso fluttuante di Zenn-La. Sì, è vuoto. Strano eh? Beh, non poi così strano, in realtà. Ma andiamo avanti. 

No, fermi, non c’è nulla nell’armadio.

L’accendino? Oh sì, l’accendino del Capitano. Lasciatelo lì. E qui c’è un pianoforte a coda dal valore inestimabile. Non ha corde ed è fatto tutto di vibranio, vi lascio quindi immaginare da dove provenga.

E questa splendida famigliola sono i Visione: 

Visione: del capofamiglia già saprete vita, morte e miracoli. Si è trasferito di recente qui a DC alla ricerca di una vita normale con moglie e figli, e farebbe di tutto per proteggerli. Di tutto;

Virginia: la signora Visione è una perfetta madre di famiglia, che sa stare un passo indiet… no, ricominciamo: Virginia è la donna che Visione ama e vuole amare, nata dalle onde cerebrali di Wanda Maximoff (vecchia fiamma di Visione, non del tutto estinta). È amorevole e premurosa. Si direbbe perfetta, eppure c’è un fondo di inquietudine nei suoi gesti, nelle sue parole, nel modo in cui abbassa gli occhi per evitare lo sguardo, come se un’ombra avvolgesse i suoi pensieri trasformandoli in pesanti fardelli;

Vin e Viv: guardate che ragazzi splendidi e ubbidienti, sono l’orgoglio di mamma e papà. Vin è tutto suo padre: intelligente, riflessivo, potenzialmente letale. Adora Shakespeare, in particolare Il Mercante di Venezia; Viv è la sorella gemella di Vin. È la classica adolescente alle prese con le prime cotte e i dilemmi filosofici che arrovellano tutti i teenager… o almeno i teenager sintezoidi.

Visto? È tutto perfettamente normale (o quasi). Una villetta in un quartiere residenziale di Washington, con adorabili vicini impiccioni e la noia della routine quotidiana che vi uccide dentro piano piano. Mi chiedo cos’altro vi aspettavate di trovare. Quale rumore? Io non sento niente.

Certo, beh, mentirei se vi dicessi che tutto fili liscio e senza intoppi. Proprio l’altro giorno sembra che i Visione siano stati oggetti di un – come lo hanno chiamato?, oh sì – di un gesto di intolleranza da parte di due ragazzini. Ma a mio avviso le cose sono state un tantino gonfiate, se mi passate l’opinione: i ragazzi sono pur sempre ragazzi e poi non è successo nulla che una semplice imbiancata non potesse risolvere. Qui il razzismo non esiste, queste sono solo bravate da ragazzini. La reazione della signora Visione, invece… beh, quella sì che è stata sproporzionata, invece.

Ma beh, cosa volete farci, immagino siano cose che capitano in quartieri come questo, no? Piuttosto qualcosa ci sarebbe da dire sullo scompiglio portato dai Visione nella vita di quartiere. Io non sono un pettegolo, ma dovreste sapere cos’è accaduto alla Hamilton, la scuola frequentata dai ragazzi. Beh, senza scendere nei particolari, vi dico solo che a quel ragazzo, C.K., poteva andare molto peggio e che il preside è stato fin troppo clemente con il figlio dei Visione. Sono sicuro che qualsiasi altro ragazzo che non fosse il figlio di un Avenger avrebbe avuto un trattamento ben diverso, se capite cosa intendo.

Hanno un bel dire a parlare di integrazione quando sono loro i primi a non volersi integrare. Fossi stato io il preside, l’avrei sbattuto fuori senza pensarci due volte, Capitano o non Capitano. Sì, certo, tutti sanno la storia delle trentasette volte che Visione ha salvato la Terra, ma, detto tra noi, non credete che senza di lui – e senza tutti gli altri buffoni in costume – queste trentasette possibili apocalissi non ci sarebbero nemmeno state? Non devo certo ricordarvi chi è suo padre. E vorreste farmi bere la storia del figlio che si ribella al padre, si unisce ai buoni e salva il mondo che era stato programmato per conquistare? Nessuno ci crede davvero, nemmeno gli Avenger, ve lo dico io.

Fino ad ora tutto è filato liscio, certo, ma stiamo parlando di un sintezoide, un androide, hardware e software: basta un blue screen of death e ciao mondo. Beh sì, in un certo senso anche noi siamo fatti di hardware e software, e, ok, una giornata storta a Thor potrebbe portarlo ad obliterare la vita, l’universo e tutto quanto, ma non è questo il punto. Va bene, lasciate perdere, come non detto.

Resta il fatto che sono strani forte, questi Visione. I loro occhi senza pupille, per esempio, mi danno i brividi. Cosa vedono con quei bulbi e come vedono? Non come noi di sicuro. Un mio amico, che conosce un tizio, che è amico intimo di uno che consegna la posta a Tony Stark, una volta mi ha raccontato che questi sintezoidi conoscono sempre esattamente le conseguenze delle loro azioni. Sempre. Vi rendete conto?

È come leggere un fumetto spoilerandovi le scene successive e tuttavia continuare ad appassionarvici: è una follia. E, nonostante ciò, pretendono di vivere una vita normale. A quale scopo, mi domando. Cosa vogliono, o che cosa vogliono dimostrare? È questo che mi turba: sono dei robot, perché sforzarsi di somigliare agli umani? Come dite? La felicità? State dicendo che anche i tostapane hanno diritto a farsi una famiglia e vivere felici? Suvvia… gli oggetti sono costruiti per uno scopo ed è quello che devono fare, eseguire l’algoritmo per cui sono stati progettati, risolvere problemi, fino a che non si rompono. Gli umani, invece, inseguono i propri scopi percorrendo sentieri spesso irrazionali. Dunque perché complicare ciò che la natura ha disposto?

Eccoli là, li vedete? Sono seduti a tavola, discutono come una famiglia normale sui fatti della giornata. Sembra un dipinto di Norman Rockwell sul sogno americano. Nulla a che vedere col trambusto che si sente fino in strada quelle volte che Visione è via per lavoro. Non vorrei trovarmi in casa con loro in quei momenti, questo è certo. Immagino che, in certe situazioni, la casa possa trasformarsi da rifugio sicuro a luogo tetro e opprimente, dove segreti del passato vi fanno il nido per poi rispuntare fuori con il loro potere sconquassante quando meno te lo aspetti.

Ora Virginia si allontana dal tavolo, si siede sul divano, come tutti i giorni. Ha un’aria così triste. A cosa penserà, quando se ne sta così immobile? Forse ricorda. Ma cosa può ricordare un’androide con pochi mesi di vita? Forse rivive memorie non sue, attimi appartenuti a qualcun altro installati nel drive centrale e considera la sua vita come quella di un simulacro di un amore passato. Certo è che la cosa la fa star male. Chissà come soffrono i sintezoidi e chissà come reagiscono, quando soffrono. Forse si comportano in maniera confusa, come tutti quanti noi in seguito a un trauma. Sì, insomma, forse tutti glitchiamo in qualche maniera. È in questi frangenti che la vita dei Visione assume l’aspetto di uno strano incrocio tra un romanzo di Asimov e uno di quel King… sì, Stephen King, bravi. E, adesso che me lo fate notare, effettivamente c’è qualcosa di insolito in giardino: il terreno sembra come… smosso.

Visione è una serie di:

Tom King (storia): ex agente della CIA, nuova stella del palcoscenico fumettistico mondiale, spuntato praticamente dal nulla, già autore di Sheriff of Babylon, Batman: Rebirth, The Omega Men, Mister Miracle;

Gabriel Hernandez Walta (disegni): illustratore di libri per bambini, pittore e disegnatore di fumetti (New Mutants, Magneto, Age of X, Sentient).



Players è un progetto gratuito.

Se ti piace quello che facciamo, puoi supportarci (o offrirci una birra) comprando musica, giochi, libri e film tramite i link Amazon che trovi negli articoli, senza nessun costo aggiuntivo.

Grazie!
, , , , , ,
Similar Posts
Latest Posts from Players