Con The Last of Us Part II (d’ora in poi TLOU2 e tanti saluti al seo) Naughty Dog ha centrato tutti gli obiettivi che si era prefissata, tranne uno.

Tempo fa, Neil Druckmann, lo sceneggiatore principale del gioco, nonchè vicepresidente di Naughty Dog, se ne uscì con questa affermazione, riportata un po’ ovunque: “Stiamo realizzando un gioco che si dedica al ciclo della violenza, vogliamo dire la nostra sulle azioni violente e sull’impatto che hanno sul personaggio che le commette e sulle persone che gli sono vicine. Il nostro approccio ci dice di trattare la violenza nel modo più realistico possibile. Vogliamo che il giocatore possa rendersene conto e sentire repulsione per la violenza che lui stesso sta commettendo”.

Ecco, da questo punto di vista, almeno per quanto mi riguarda, le sensazioni provate durante TLOU2 hanno finito per essere opposte a quelle previste dai realizzatori del gioco, perché i personaggi mostrati in TLOU2 sono così moralmente, eticamente e caratterialmente ripugnanti che vederli ammazzarsi tra di loro dà una notevole soddisfazione. Anzi, io l’ho trovato proprio catartico. Di fronte a questa moltitudine di stronzi/e e squilibrati/e, i poveri “infetti” si trasformano da temibili villain a sfortunate vittime sacrificali, quasi da compatire.

Non credo sia colpa degli scrittori di Naughty Dog, anzi, la caratterizzazione dei personaggi è efficace, gli archi narrativi interessanti (anche se il tema della vendetta assorbe tutti gli altri), i dialoghi dello stesso, ottimo, livello di The Lost Legacy: molto semplicemente, se scegli, con coraggio, di non raccontare una storia manichea, con i buoni da una parte e i cattivi dall’altra, rischi di scoperchiare il vaso di Pandora e mostrare al pubblico la Verità e cioè che la gente, in linea di massima, fa schifo.
Specie quando le cose vanno male.

Missione fallita quindi, se quello era lo scopo.
Ma in fondo, ci importa? Oramai è chiaro che Hobbes avesse ragione a praticare e celebrare la misantropia: la vita è solitaria, povera, pericolosa, brutale e breve, lo stato di natura prevede che Homo homini lupus e Bellum omnium contra omnes, la concezione aristotelica dell’uomo come animale sociale è una fesseria e quindi che ben vengano il distanziamento sociale, le mazzate, il sangue a fiotti che manco all’Overlook Hotel, l’Ultraviolenza e tanti saluti ai contratti sociali.

Detto questo, incidentalmente TLOU2 è pur sempre un videogioco e da questo punto di vista è un successo inequivocabile.

Ludicamente parlando (non che del gameplay importi seriamente a qualcuno, ce ne siamo accorti ai tempi del megaleak dove tutti erano preoccupati di sapere chi moriva e chi no e sono state spese zero parole a chiedersi se questo fondamentale elemento fosse stato o meno migliorato), TLOU2 è una netta evoluzione del primo capitolo. Più ritmo, più tensione, animazioni migliorate, ottimo bilanciamento tra fasi stealth e action e un level design finalmente degno di questo nome (l’effetto “sto camminando in un corridoio anche se sono all’aria aperta” stavolta non c’è). Idem dicasi per il comparto tecnico/grafico: TLOU2 rappresenta probabilmente il massimo ottenibile da PS4, così come il predecessore faceva con PS3. E’ il classico titolo “allunga vita”, quello che arriva a fine ciclo ma ti permette di vivere il debutto della new gen con l’atarassia di un monaco zen al più alto grado di imperturbabilità.

Molto apprezzata, specie dal sottoscritto che detesta soggiacere ai diktat dei programmatori, è la totale, assoluta, completa customizzazione dei parametri del gioco: vuoi un titolo sfidante e complesso? Puoi settare tutto al massimo grado di difficoltà, levare ogni aiuto e goderti l’avventura. Vuoi che il gioco si giochi da solo? E’ concesso, TLOU2 offre la redenzione ludica anche ai più scarsi (imparate giapponesi, imparate). L’ultimo applauso è per il comparto sonoro: non tanto per Gustavo Santaolalla, la cui chitarra è sempre caratteristica ma sostanzialmente un more of the same rispetto al primo capitolo (e poi nel 2006 ha fregato l’Oscar a John Williams, io non dimentico!) ma per i rumori ambientali, stavolta particolarmente immersivi e realistici.

TLOU2 è forse il primo e unico titolo di questa gen capace di “far evolvere il medium” (frase pomposa e a mio parere senza senso ma tant’è), trovando una quasi perfetta quadratura tra gameplay e narrazione e riuscendo quindi là dove, per motivi diversi, titoli come Death Stranding, Red Dead Redemption, The Witcher 3 e Final Fantasy 7 Remake hanno fallito, limitandosi a successi parziali. TLOU2 chiude in bellezza (anche se c’è ancora Ghost of Tsushima, che personalmente attendo con una certa trepidazione e più di quanto aspettassi TLOU2) una generazione dominata da Sony, che credo faticherà parecchio a conservare il vantaggio ottenuto. Se ci riuscirà, gran merito sarà da ascrivere ai ragazzi di Naughty Dog, che fino a oggi non hanno mai sbagliato un colpo.



Players è un progetto gratuito.

Se ti piace quello che facciamo, puoi supportarci (o offrirci una birra) comprando musica, giochi, libri e film tramite i link Amazon che trovi negli articoli, senza nessun costo aggiuntivo.

Grazie!
, , , , ,
Andrea Chirichelli

Classe '73. Giornalista da tre anni, ha offerto il suo talento a riviste quali Wired, Metro, Capital, Traveller, Jack, Colonne Sonore, Game Republic e a decine di siti che ovviamente lo hanno evitato con anguillesca agilità. Ha in forte antipatia i fancazzisti, i politici, i medici, i giornalisti e soprattutto quelli che gli chiedono foto.

Similar Posts
Latest Posts from Players