Se il tuo personaggio è un falso prete, manesco e pornofilo, nonché esorcista appoggiato dal vaticano, l’autoproduzione più che un’opzione diventa una necessità. Pagani & Caluri, gli autori di Don Zauker, non hanno avuto dubbi quando un’editore gli ha chiesto di smorzare i toni della loro opera per la pubblicazione: 3000 volumi autoprodotti, senza censure, e tutti esauriti. Ora, a qualche anno di distanza, esordiscono con un nuovo personaggio, pubblicato proprio dal quello stesso editore che avevano respinto. Su suggerimento di Makkox che ha definito il loro percorso editoriale il delitto perfetto, gli abbiamo chiesto di raccontarci la loro esperienza:

“Il fatto di essere indipendenti, di non avere contratti, di non campare grazie a Don Zauker (anche se ci piacerebbe tanto) ci consente il lusso di fare un po’ il cazzo che ci pare.” Questa frase è presa dalla vostra presentazione del volume Don Zauker: Inferno e Paradiso: qual è la causa e qual è l’effetto? Il fare quel cazzo che vi pare è una reazione alla mancanza d’attenzione da parte degli editori, nonostante il successo indipendente, o è la condizione primaria dalla vostra produzione e vi costringe a essere indipendenti?

Mah…noi riteniamo sia più la seconda. Anche perché di attenzione ne abbiamo ricevuta parecchia, solo che, per un motivo o per l’altro, non ci siamo mai trovati d’accordo. In realtà ci interessa fare solo cose che ci piacciono, che ci divertano e che pensiamo valga la pena di fare. Non ci è mai interessato sfruttare dei filoni preesistenti per andare incontro ai gusti del pubblico e assecondarlo. Non ci interessa “piacere a tutti”, ci interessa, magari rischiare, ma fare cose nuove e che piacciano a noi. Purtroppo, almeno in Italia, di editori disposti a rischiare non ce ne sono molti.

Caluri_e_Pagani

Il primo volume, Don Zauker: Santo Subito, interessava a Panini, la quale però pretende che smorziate i toni. Voi declinate, giustamente, e Don Zauker lo pubblicate da soli, grazie a Double Shot, esaurendo le 3000 copie di tiratura. Rifiutare Panini e la sua distribuzione nazionale e autoprodursi non è una scelta che si compie a cuor leggere, immagino. Cosa vi ha convinto?

Una precisazione: il contatto con Panini lo abbiamo avuto ancor prima di Santo Subito, all’epoca delle raccolte del Vernacoliere. Comunque, sì, l’interesse per delle nuove storie di Don Zauker c’era ed era alto. Noi, ovviamente, ci siamo fatti la pipì addosso (ognuno per conto suo) per l’emozione e la gioia. Però il personaggio non si cambia. Sarebbe stata una mossa, oltre che meschina, anche molto stupida da parte nostra. Il successo di DZ dipende dalle sue mille sfaccettature, dalla sua durezza e dalla sua cattiveria. Cambiarlo avrebbe significato ucciderlo. Sì, noi eravamo disposti ad uccidere pur di essere pubblicati da Panini, ma non il nostro Don Zauker. E poi sarebbe caduto tutto il discorso fatto precedentemente sulla libertà e sul fare le cose che ci piacciono e non necessariamente quelle che possano incontrare il maggior successo possibile.

Dopo Panini arriva Planeta De Agostini che acquista i diritti per una ri-edizione di Don Zauker: Santo Subito e lo pubblica anche in Spagna. La Planeta non ha mai accennato alla questione dei contenuti come ad un problema? E dopo essere riuscita ad assicurarsi un contratto con due autori che interessavano alla concorrenza non c’è stato nessun tentativo di instaurare una collaborazione riguardante le vostre future produzioni?

Quella con Planeta è purtroppo una parentesi non molto felice. Anche qui, quando si è fatta avanti Planeta, abbiamo fatto i salti di gioia. Sì, qualche problema sui contenuti c’è stato all’inizio, però gli abbiamo fatto presente che loro pubblicavano anche Preacher e Hellblazer dove, ad esempio, al contrario che in Don Zauker, ci sono bestemmie. I nostri rapporti con Planeta sono stati complicatissimi. Innanzitutto parlavamo direttamente con Barcellona, senza nessun referente italiano, poi, nel giro di due anni, abbiamo parlato con 4 editor diversi che si sono succeduti nello stesso ruolo. Insomma, c’è stato un po’ di casino, via…

Don Zauker: Santo Subito

Tenendo fede allo stile comunicativo adottato da Planeta in Italia dopo l’annuncio non c’è stata da parte loro nessuna promozione del volume fino alla sua comparsa in catalogo. Nessuno all’interno della casa editrice ha cercato di coinvolgervi? In fondo se eravate riusciti ad esaurire la tiratura autoprodotta potendo contare solo sul blog e gli stand alle fiere era lecito supporre che dandovi a disposizioni un budget pubblicitario sareste riusciti a trasformare in un successo anche la loro edizione.

Mah, crediamo di esser capitati in Planeta nel momento più sbagliato possibile. Nel momento, cioè, in cui stavano riducendo drasticamente le pubblicazioni e pensavano addirittura di uscire dal mercato italiano. Ovvio che i queste loro vicissitudini sulle quali non sappiamo cosa dire ci siamo trovati travolti dal caos che regnava intorno alla casa editrice spagnola.

Vi è stato poi comunicato da parte di Planeta quanto il volume abbia venduto grazie alle loro attenzioni?

No, al momento non sappiamo ancora niente ma, tornando al discorso di prima, non sapremo neanche a chi chiedere notizie.

Al Napoli Comicon è stata annunciata la nascita di Nirvana. La serie è stata da voi stessi sottoposta a Panini, la quale ha accettato immediatamente la proposta, complice la mancanza di tematiche religiose. Come è variato il vostro metodo di lavoro, avendo in mente Panini come referente, rispetto alle altre produzioni? Il fatto di lavorare a un’idea con l’intenzione di proporla a un editore ha influenzato la vostra linea del “facciamo un po’ quel cazzo che ci pare”?

Allora, partiamo dall’inizio. Al Napoli Comicon dell’anno scorso ci siamo incontrati per caso con Sara Mattioli e, parlando del più e del meno, ci siamo detti che sarebbe stato bello fare qualcosa insieme. Dopo qualche giorno siamo andati a Modena e abbiamo proposto l’idea per una nuova serie, pensata apposta per l’occasione. Diciamo subito che l’idea ci piaceva a prescindere, per cui, se non avessero accettato ce la saremmo autoprodotta. Ma invece anche loro si sono mostrati entusiasti da subito. Altri 4 viaggi a Modena sono serviti per rassicurarci che potevamo scrivere davvero tutto quello che volevamo, magari differenziandoci dai toni e dagli argomenti di Don Zauker (com’è giusto che sia. In fondo per quello esiste già Don Zauker) però senza censure e vincoli di nessun tipo. Via libera alla nostra fantasia, insomma. Sulle prime ci siamo trovati un po’ spaesati, abbiamo fatto l’errore di pensare a qualcosa di adatto al pubblico di Panini e ci siamo bloccati. Poi ci siamo guardati negli occhi e ci siamo detti che dovevamo solamente fare quello che ci piace e che sappiamo fare, niente di più. E così è nato Nirvana, un fumetto…anzi, più di un fumetto, un mondo (quando lo leggerete capirete perché ne parliamo così) che ci entusiasma e che, siamo sicuri, rappresenterà un caso unico nel panorama del fumetto seriale italiano.

donzauker-intarsiatore

Makkox vi ha indicati come l’esempio più meritevole di attenzione tra le autoproduzioni italiane. Don Zauker e Canemucco sono la dimostrazione che logiche diverse da quella delle case editrici possono avere ugualmente successo, eppure rimangono casi isolati. Nel vostro caso, sulla scelta dell’autoproduzione ha pesato di più la consapevolezza di possedere una base di pubblico costruita anche sul web su cui contare o la volontà di non censurare la vostra opera?

No, l’autoproduzione è dipesa solamente dal fatto che volevamo essere i soli responsabili di quello che facevamo. Volevamo avere a che fare solo con noi stessi e basta. Poi, certo, abbiamo rischiato relativamente. Avevamo già un pubblico di fedeli lettori del Vernacoliere ai quali si sono aggiunti i numerosi visitatori del nostro sito internet Donzauker.it che tentiamo di aggiornare con regolarità, parlando di satira, politica, costume, religione, cronaca, fumetto etc…Ecco, da questo punto di vista Internet è stata una benedizione. Ci ha permesso di farci conoscere al di fuori dei confini della Toscana o del centro Italia in generale. Ma soprattutto ci ha permesso (a noi e a Makkox che apprezziamo e al quale rinviamo il complimento) di bypassare i distributori. Fumetto a filiera corta, insomma: dal produttore al consumatore.

Al di là delle qualità come scrittori/disegnatori, il successo dei volumi autoprodotti dimostra che possedete anche delle capacità dal punto di vista del marketing: avete saputo creare un pubblico, fidelizzarlo e mantenerlo anche nel momento cruciale, quando si è trattato di aprire il portafoglio. Nessuno si è mai accorto di ciò? Non è mai arrivata nessuna proposta in questo senso?
Alla luce di ciò, Panini vi ha coinvolto nelle decisioni di comunicazione/promozione che riguarderanno Nirvana?

Esperti di marketing, noi?!? No, no, per carità! Sì, abbiamo saputo crearci un nostro pubblico che ci segue appassionatamente ma lo abbiamo fatto senza fare calcoli. E’ bastato mostrarci sinceri, evitare di prendere per il culo e/o voler sfruttare i lettori ma anzi, avere con loro un rapporto aperto e paritario. E’ bastato essere semplicemente noi stessi, non fare i personaggi (che non è davvero il caso) ma anzi cercare di essere sempre disponibili e soprattutto intellettualmente (che parolona) onesti. Possiamo fare cose interessanti o minchiate, però quello che facciamo lo facciamo perché ci crediamo o ci divertiamo, senza secondi fini.
Alla luce di ciò, sì, la Panini ci ha coinvolto parecchio nelle decisioni di comunicazione e/o promozione di Nirvana. Diciamo pure che per quanto riguarda Nirvana non ci occupiamo solo di testi e disegni ma anche di tutto il resto, magari concordando con i ragazzi di Panini con i quali finora ci siamo trovati benissimo. Loro si fidano di noi e noi facciamo di tutto perché abbiano a pentirsene.



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Claudio Magistrelli

Pessimista di stampo leopardiano, si fa pervadere da incauto ottimismo al momento di acquistare libri, film e videogiochi che non avrà il tempo di leggere, vedere e giocare. Quando l'ottimismo si rivela ben riposto ne scrive su Players.

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