Nuovo numero di Players, solita qualità di sempre: nel numero 18 vedrete molte penne nuove – tutte eccellenti – e alcuni firme note, come ad esempio Carlo Pizzati e Matteo Bittanti che ritornano con un articolo a testa. Continua inoltre la nostra politica incentrata sugli speciali e sull’arte visuale: fateci sapere se il nuovo corso con gli articoli più soggetti allo scorrere del tempo dirottati sul sito è di vostro gradimento o meno.
Il sommario di Players 18 è disponibile dopo le immagini, il PDF invece è scaricabile dal nostro Archivio.
Qualche screen dall’interno del numero:
Nel numero 18 di Players:
Arte: Ellen Weinstein / di Andrea Chirichelli
Stories: Sul malinchismo Italiano / di Carlo Pizzati
Cinema: Speciale Samuel Fuller / di Nicola Cupperi
Cinema: Speciale Michael Haneke / di Lorenzo Pedrazzi
Cinema: Speciale John Huges / di Andrea Chirichelli
Cinema: Players Grindhouse 13: Gunan il Guerriero / di Piero Ciccioli
Still: Galina Kurlat / di Andrea Chirichelli
Still: Nicola Boccaccini / di Little Bunny
Comics: Spider-man fa cinquanta / di Mattia Veltri
Comics: La Lega degli Straordinari Gentlemen – Century / di Claudio Magistrelli
Letteratura: Speciale Norman Mailer / di Sara Sagrati
The Gramophone: Recensione di Converge – All We Love We Leave Behind / di Matteo del Bo
The Gramophone: Recensione di Witchcraft – Legend / di Matteo del Bo
The Gramophone: Recensione di Muse – The 2nd Law / di Ilaria Rebecchi
Wires: Flusso e Processo nel Web / di Vito Campanelli
Wires: Framing Gays in the Military / di Matteo Bittanti
Videogiochi: Una breve storia del multiplayer online / di Dario Oropallo
Videogiochi: Indie Horror / di Enzo D’Armenio
Videogiochi: Electric Blue Skies / di Emanuele Bresciani
Arte: Jay Taylor / di Andrea Chirichelli
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Grazie!
Questa è una rivista di cui si sentiva la mancanza! Complimenti.
Grazie Arianna!
Me l’ha linkata Lorenzo Pedrazzi. E’ stato amore a prima vista. Il pezzo su Hughes, grande regista svalutato e dimenticato, mi ha commossa. E’ l’articolo che avrei sempre voluto scrivere io (assieme a quello su Harold Ramis…). Aldilà dei contenuti, che sono ottimi, un plauso alla veste grafica, elegante e dinamica come un’opera surrealista. Bravi!
Grazie Arianna, pareri così sicuramente ci danno un boost motivazionale notevole ;)
Ne son ben lieta ;)
scommetto che i miei commenti ti fanno incavolare invece T___T
ma io ti amo Gatsu ….
I tuoi mi inquietano più che altro.
Sì, la velocità con cui Hollywood occulta sotto lo zerbino i nomi “non più utili alla causa” è deprimente. Fortunatamente chi ha vissuto gli anni ’80 con gli occhi di un adolescente non può che considerare Hughes una sorta di secondo padre, prodigo di saggi consigli. Il tempo ci darà ragione. :-)