Halo e Master Chief sono più di un semplice videogioco e del suo protagonista. Per Microsoft, i giocatori e l’intero mondo dei videogiochi Halo è quanto di più vicino ci sia ad un Mario del terzo millennio: un personaggio che, con la sua figura e le sue gesta, è riuscito a far affermare un genere ed un marchio nuovo in un’industria difficilmente abbordabile; il successo di Xbox, l’architettura di Live e persino le attuali mosse dell’azienda sembrano ruotare inevitabilmente intorno a questa serie.

Una serie che, immaginata da Bungie come un’esclusiva per Macintosh, è diventata il portabandiera della società di Redmond ed ha decretato il successo di una politica attenta ed aggressiva. Dopo la conclusione della trilogia ufficiale, alcuni spin-off e l’abbandono di Bungie sembrava che la serie fosse destinata ad un periodo di pausa, almeno fino all’uscita di una nuova console Microsoft. Così non è stato: con l’annuncio di un remake per festeggiare il decennale della serie, 343 Industries svelò di essere al lavoro su un quarto capitolo di Halo. Fortunatamente il passaggio di consegne non ha leso la qualità dell’opera: Halo 4 è senz’altro il miglior gioco della serie ed uno dei migliori, se non il miglior, FPS disponibile su console.


Halo 4 è un’orchestra nelle mani del giocatore: ogni componente è perfettamente sincronizzato con gli altri ed è agli ordini del giocatore. Il comparto tecnico, le meccaniche di gioco, la trama della storia e le missioni in cui essa è suddivisa collaborano nel creare quella che è una vera e propria sinfonia. La modalità singleplayer si presenta piuttosto interessante e ben costruita, sebbene si noti un cambio in cabina di comando: le atmosfere rarefatte, il level design quasi claustrofobico ricordano vagamente i Metroid Prime di Retro Studios, mentre i Precursori, nuovi nemici introdotti in questo gioco, affiancano Grunt, Elite ed altri Covenant con colori freddi e movenze rapide, quasi ineffabili.

Anche Master Chief e Cortana hanno subito dei piccoli cambiamenti: lui è meno taciturno del solito, lei, complice il suo ruolo nella vicenda raccontata, abbandona la sua natura digitale in favore di un comportamento ed un aspetto più umano. Un’umanità il cui ruolo diventa predominante, segnando un effettivo passaggio di consegne: Master Chief non è più il migliore dei soldati contro i nemici, ma il migliore degli umani in un mondo misterioso ed ostile; un chiaro ritorno alle origini della serie, in direzione contraria rispetto all’epica creata da Bungie con tutti gli episodi successivi al primo. La sceneggiatura del gioco ricorda costantemente questa caratteristica e, al tempo stesso, trae vantaggio dall’essere concepita come parte di una trilogia: la trama si concede il tempo di approfondire meglio i rapporti tra i vari personaggi, pur introducendo le basi su cui si costruirà il resto della serie.

Tecnicamente, Halo 4 è stato creato per essere paragonato ai suoi successori: graficamente siamo di fronte ad un lavoro encomiabile, laddove le ambientazioni sembrano artwork in movimento, impreziosite da effetti di luce e particellari di rara bellezza. Queste qualità restano quasi invariate nel multiplayer, di cui discuteremo più avanti.

Prima è bene soffermarci sul lavoro svolto da Neil Davidge, compositore della colonna sonora del titolo 343 Industries e già affermato produttore e musicista che vanta collaborazioni con David Bowie e Massive Attack. Qui il cambio rispetto ai brani di Martin O’Donnell e Michael Salvatori è netto: il suono diviene un mezzo con cui si vuol rafforzare l’idea di smarrimento, coadiuvando la solitudine provata dal protagonista. Il risultato sono arie dai toni più bassi, timbri cupi e suoni appena accennati.

Un lavoro splendido che esalta l’eccezionalità delle ambientazioni di gioco e rende ancor più semplice una totale immersione in esse. Sfortunatamente queste scelte, unite ad un IA meno arrembante degli avversari, tradiscono una delle tradizioni della serie: i livelli sono meno vasti e, malgrado il campo d’azione e la varietà di approcci tattici, i nemici tenderanno a non sfruttarne la complessità con il risultato di poter esser sconfitti anche con una semplice guerriglia.

Giungiamo infine alla seconda anima della serie Microsoft, di pari importanza rispetto al gioco solitario: il multiplayer. Gli sviluppatori hanno deciso di non rivoluzionare ogni aspetto di questa modalità, ma hanno apportato alcune modifiche sostanziali: al di là di vari accorgimenti e bilanciamenti, è stato introdotto un sistema a punti con cui acquisire vari tipi di abilità, equipaggiamenti, ecc. iniziali.

Questo sistema ha una natura duplice: vi è, da un lato, il tradimento della filosofia della “vittoria dei migliori tra i pari” che Bungie aveva sempre portato avanti con un approccio più contemporaneo che, premiando i giocatori più attivi, vuole probabilmente evitare lunghi tempi d’attesa ed abbandoni improvvisi – una delle maggiori piaghe dell’online di Reach. I cambiamenti spiazzeranno i giocatori più navigati che, però, recupereranno rapidamente il gap: le modifiche sono state infatti ben calibrate, mentre la suddivisione per “tipo di partita” semplifica e velocizza i tempi di ricerca di altri giocatori ed aumenta il tempo in gioco. Altro discorso riguarda la rosa di mappe selezionabili che, pur risultando piuttosto esigua, propone un’ottima varietà ed un’estensione notevole: obiettivo centrato, vedremo se una tale qualità sarà mantenuta nelle espansioni future.


Microsoft e 343 Industries hanno dimostrato di saper lavorare su un marchio così forte senza scadere nella banalità e nella pura riproposizione di meccaniche già note: Halo 4 è il miglior canto del cigno che la Xbox 360 potesse desiderare; un capolavoro contemporaneo che dovrebbe essere provato da qualsiasi videogiocatore. Chapeau.



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Dario Oropallo

Ho cominciato a leggere da bambino e, da allora, non ho mai smesso.

Anzi, sono diventato un appassionato anche di fumetti, videogiochi e cinema: tra i miei autori preferiti citerei M. Foucault, I. Calvino, S. Spielberg, T. Browning, Gipi, G. Delisle, M. Fior e S. Zizek.

Vivo a Napoli, studio filosofia e adoro scrivere. Inseguo il mio sogno: scrivere.

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