Da che mondo e mondo si è sempre saputo: i rapporti con i nostri cugini d’oltralpe non sono mai stati idilliaci. Fra italiani e francesi c’è sempre stata una sottile rivalità, espressa in tutti i campi e settori, da quelli sportivi con l’ossessione primaria per il calcio fino alla cultura, con la sfida concettuale e imperterrita fra due scuole cinematografiche di pensiero decisamente differenti, in continua lotta fra neo realismo e avanguardia pura. Col tempo i francesi hanno acquisito nel cinema lo status elitario di film spesso d’essai, ma come se la cavano con le serialità televisive?

Les Revenants è una serie tv francese creata da Fabrice Gobert e in onda su Canal+ dal 26 novembre 2012: adattamento dell’omonimo film di Robin Campillo del 2004, Les Revenants è un prodotto ben fatto e che in solo 8 puntate è riuscito a scandagliare le pieghe dell’animo umano, con ferite sempre pronte a riaprirsi con il riapparire di persone credute morte. Non ci sono gli zombie che corrono (o camminano) alla The Walking Dead, ma in una storia che gioca sul filo sottile delle metafore, i non morti che saltano fuori dal nulla possono fare ugualmente male. Con una puntata finale andata in onda il 17 dicembre del 2012, Les Revenants si è subito fatta apprezzare per i continui rimandi a I segreti di Twin Peaks del maestro Lynch, strizzando l’occhio al genere mistery drama senza dimenticare quel senso di sofisticatezza che caratterizza le produzioni francesi.

Basato sul fortunato brand Taxxi di Luc Besson, la serie Taxxi: South Brooklyn, trasmessa da TF1, già forte di una prima fortunata serie, avrà per la seconda l’apporto di numerose star di richiamo: Chyler Leigh (Grey’s anatomy), Jacky Ido (Bastardi senza gloria) ma anche Jennifer Esposito (Blue bloods) e James Colby (Body of proof). 12 nuovi episodi girati a New York racconteranno la vita ai limiti delle regole della polizia dell’agente Sullyvan (Chyler Leigh appunto), mal vista dai suoi colleghi per il suo discutibile modus operandi, ma che instaurerà con il tassista Leo, originario di Marsiglia, un’improbabile quanto fruttuosa collaborazione. Ma una trama sempre uguale in tutto il franchise, quanto potrà ancora resistere garantendo ottimi riscontri di pubblico e di ascolto?

Anche Braquo è una serie televisiva francese di genere poliziesco, creata da Olivier Marchal, prodotta da Capa Drama e in onda su Canal+: la prima stagione del 2009 ha stabilito il record d’ascolto per una produzione del canale, superando quello di molte serie Usa trasmesse dallo stesso emittente, con una seconda stagione targata 2011. Braquo, di cui è stata annunciata un’ultima terza stagione, racconta il dramma di 4 colleghi poliziotti che vedono la loro vita sconvolta quando un loro collega si suicida a causa di un incidente di cui è stato accusato ingiustamente: i quattro decideranno quindi di spingersi oltre i loro limiti, infrangendo regole di ogni tipo e violando la legge al solo scopo di salvaguardare l’onore del loro amico.

Altra serie crime è invece Profiling, arrivata alla quarta stagione e in onda dal 2009 sempre su TF1, e trasmessa anche in Italia da Fox Crime e da Cielo: Chloe Saint – Laurent è un consulente della squadra investigativa della polizia criminale guidata da Mathieu Perac, dotata di un particolare “talento”; nella risoluzione dei casi di omicidio Chloe, riesce a pensare e agire come l’assassino o la vittima, in un forte stato di empatia che la porta a estraniarsi e scontrarsi con i suoi colleghi e soprattutto con il suo capo, più solido e pratico nelle indagini. Stili di vita a confronto si mescolano al lavoro: inesorabili i risvolti di cuore?

Nel 2012 han invece destato scandalo la serie Ainsi soient – ils, che si prefisse di svelare il volto più recondito e per certi versi affascinante della Chiesa, che peraltro cercò invano attraverso i suoi rappresentati legali di bloccarne la diffusione su Arte tv. È il settembre del 2011 e ci troviamo a Parigi, quando cinque giovani aspiranti sacerdoti sono in procinto di abbracciare l’amore di Dio, cambiando radicalmente la propria vita ed entrando in un seminario di frati cappuccini, luogo di raccoglimento, studio e apprendimento, dove vedranno scontrarsi la loro anima ribelle della gioventù con il rigore ecclesiastico che li attornierà. Trovare il proprio equilibrio e la propria pace, vorrà dire intraprendere un cammino difficile e irto di ostacoli, ma i cinque seminaristi potranno contare sull’aiuto del direttore del seminario, anziano prete aperto alle idee progressiste e per questo in perenne conflitto con il suo ambizioso superiore. Speranze, prove quotidiane da superare, gioie e dolori , rappresenteranno il tema fondante della serie che non si risparmierà di indagare con occhio giudicante il lato oscuro della Chiesa e del suo “sistema”, diviso fra un passato potente e non più attuale e un progressivo cambiamento che tarda però a concretizzarsi.

Allontanandoci dalle atmosfere crime e religiose, l’attenzione non può che essere infine catturata da Bref, serie tv definita la più divertente di Francia e realizzata in formato shortcom da Kyan Khojandi (protagonista dei video). Trasmessa dall’estate 2011 sempre da Canal+, Bref racconta le disavventure quotidiane del suo protagonista, trentenne celibe e disoccupato: diventata da subito un cult sul web, la serie fatto incetta di visualizzazioni su internet e di premi, colpendo per la brevità esilarante degli sketch che generano un continuo bisogno di nuove e spassose visioni. Il formato sembrava un azzardo ma alla fine una novità ha rappresentato una vittoria (non annunciata) ma gratificante, ironizzando sul tema attuale della crisi e dell’insoddisfazione sentimentale, con cui ognuno di noi si è confrontato almeno una volta in vita sua.



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