Era forse il più antico precetto del diavolo: il peccato poteva sempre rivelare quanto c’era di più umano in una persona, nel bene e nel male.

Corna. Due. Una per lato, com’è giusto che sia. Spuntate una mattina senza ragione, o quasi.
E’ così che inizia Horns, l’ultimo romanzo di Joe Hill (pseudonimo di Joseph Hillstrom King, figlio di Stephen King), uscito in Italia con il titolo La Vendetta del Diavolo.

Il titolo originale del romanzo sicuramente rende meglio l’idea di ciò che aspetta il lettore e oltretutto fornisce piccoli echi ad alcuni particolari presenti nel romanzo, apparentemente irrilevanti e purtroppo persi con la traduzione del titolo in italiano. Uno su tutti, il fatto che i maschi della famiglia Perrish suonino il corno (horn, appunto): il padre è un musicista famoso nell’ambiente jazz, il fratello Terry si esibisce divinamente con lo strumento all’interno della popolare trasmissione televisiva che egli stesso conduce mentre Ignatius, il protagonista, non ha mai avuto le doti x affrontare lo strumento a causa dell’asma che fin da bambino lo affligge.

Ma del resto, quando Merrin, la ragazza dai capelli rossi e il viso che “sembrava scolpito nel sapone” entra a far parte della sua vita, Ignatius – detto Iggy o Ig – non ha più bisogno di cercare di essere un musicista Perrish a tutti gli effetti, perché “una volta che si era innamorato di lei, non aveva più bisogno dei corni di famiglia”. Ma i corni tornano, prepotenti e in un’altra forma, e sconvolgono la vita del protagonista, già abbastanza incasinata di suo. Quindi, dicevamo, corna, che nel titolo italiano spariscono (sappiamo che il nostro paese si distingue per i titoli tradotti penosamente) e lasciano il posto a una non precisata “vendetta del diavolo”.

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Le corna restano invece nel titolo del film, in uscita il 31 ottobre 2014, nella speranza che riesca a reggere se non l’intero plot decisamente complesso, almeno l’atmosfera del romanzo. Ma lasciamoci alle spalle l’attesa di vedere Daniel Radcliffe nei panni del protagonista sul grande schermo e concentriamoci sul primo, vero Ignatius Perrish, un ventiseienne americano che improvvisamente, a un anno dalla morte della fidanzata Merrin, stuprata e uccisa nel bosco – morte di cui è stato incolpato e per mancanza di prove scagionato dalla legge ma non dall’opinione pubblica – si vede – e sente dolorosamente – crescere sulla testa quel paio di corna di cui stiamo parlando già da un po’. Da qui, per tutta la prima parte del romanzo, è una discesa negli inferi dei più disgustosi e crudeli segreti dei cittadini di Gideon che, totalmente ignari dell’effetto che la visione delle corna di Ig ha su di loro, confessano al protagonista ogni qualvolta lo incontrano i loro più truci e temibili desideri. E non basta. Infatti se Ignatius inavvertitamente entra in contatto fisico con le persone, viene a conoscenza anche dei ricordi di ognuna di loro, ovviamente quelli più turpi e inconfessabili.

Nessuno è immune a questo potere tranne Lee Tourneau, l’altra figura fondamentale della vicenda, ex migliore amico di Ig e ora quasi un perfetto sconosciuto da quando Merrin è morta. Con il trascorrere dei giorni Ignatius si trasforma sempre di più un diavolo vero e proprio, e i suoi poteri aumentano con il passare del tempo, ma fino ad un certo punto del romanzo non si capisce chi sia l’eroe e chi l’antagonista perché Hill è capace di sparigliare le carte e mostrare i personaggi in tutta la loro ambigua tridimensionalità. Horns è un libro lungo, corposo, inquietante, ma percorso da fremiti di sagace ironia e immagini vivide e vivaci, come sequenze cinematografiche ben studiate che ti colpiscono e ti mostrano esattamente ciò su cui l’autore vuole porre attenzione. Il problema di questo romanzo, però, è che talvolta tradisce il lettore attraverso alcuni eventi che non sono giustificati dalla narrazione. O meglio, se mi passate il termine, “cascano dall’alto” senza che l’autore ne dia una precisa spiegazione. Questo, a mio parere, in Horns capita almeno in un paio di occasioni e devo ammettere che è un tantino deludente. Ma nel complesso l’ultima fatica di Joe Hill è notevole, con una trama articolata e ricca, dei personaggi interessanti e degli effetti stranianti che passano dal drammatico al grottesco rendendo il libro una piacevole e diabolica lettura.



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