Amanda (Malin Åkerman) è un’attrice che dopo aver ottenuto un grande successo con una produzione horror di serie z (e relativo seguito), Camp Bloodbath, è caduta nel dimenticatoio e non è diventata, come sperava, una star del cinema. Ha però Max (Taissa Farmiga), una figlia brillante e sveglia e la vita sembra non andarle poi così male, fino al giorno in cui le due non hanno un grave incidente d’auto, nel quale Amanda perde la vita. Tre anni dopo Max viene invitata, assieme ad alcuni amici, a celebrare l’anniversario di Camp Bloodbath, nel frattempo assurto a cult movie. Durante la proiezione però nel cinema si sviluppa un incendio e Max e i suoi amici si trovano catapultati dentro al film dove Max ritrova sua madre ma anche il pericoloso killer, protagonista della pellicola…

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Commedia, horror o slasher? The Final Girls è un po’ tutti e tre i generi e non si può dire che a Todd Strauss-Schulson (regista) e alla coppia formata da M.A. Fortin e Joshua John Miller manchi l’inventiva, visto che in 90 minuti riescono, pur utilizzando tutti, ma proprio tutti i clichè dei generi sopracitati, a trovare sempre nuove chiavi di lettura e il modo per rappresentarli con verve, freschezza e originalità.

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Il mondo di Camp Bloodbath è fatto di colori supersaturi, personaggi bidimensionali (e perfettamente consapevoli di esserlo), un serial killer che più “classico” non si può (indossa una maschera, usa il machete ed è divenuto tale come reazione ad ingiustizie subite nello stesso campo, molti anni prima) e un nutrito gruppo di vittime sacrificali prevedibilmente stupide. L’arrivo della pattuglia di “nuovi teen”, più cinici e smaliziati, porta a situazioni da un lato surreali (diversa tecnologia, diverso modo di pensare, diversi attitudini e tic comportamentali), dall’altro esilaranti, visto che il film di cui sono diventati imprevisti protagonisti prosegue come se nulla fosse successo.

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Così Schulson si diverte a “visualizzare” gli slowmotion, i flashback, i titoli di coda e persino le schermate relative al rating del film, durante il film stesso, mentre i vecchi e i nuovi protagonisti sono ostaggi di un loop infinito, che solo una trovata fuori dagli schemi può risolvere.

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The Final Girls oscilla sempre tra il divertente ed il trash, ma offre una salutare boccata d’aria fresca all’asfittico genere “teen in attesa di macellazione” che quest’anno ha avuto nel solo (e sublime) It Follows un esponente degno dei fasti degli anni ’70 e ’80, il periodo più florido per quel tipo di pellicole, foriero dei tanti classici che vengono meccanicamente replicati/rebootati/copiati al giorno d’oggi.

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Niente male il cast, che, a differenza della stragrande maggioranza delle opere di questo prolifico filone, può stavolta contare su nomi noti (Akerman, Farmiga, una Nina Dobrev in forma non del tutto smagliante) che stanno al gioco e divertono divertendosi. Anche la chiusura del film, per quanto prevedibile, non lascia l’amaro in bocca.

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Originale sia dal punto di vista della progressione narrativa che da quello meramente visivo, letteralmente strabordante di citazioni e riferimenti, The Final Girls riesce nel difficile obbiettivo di svecchiare e rinnovare parzialmente un genere tanto frequentato, quanto ricco di opere deludenti e dimenticabili. Non siamo ai livelli di Scream, It Follows e Quella Casa nel Bosco, certo, ma nemmeno troppo distanti…



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Andrea Chirichelli

Classe '73. Giornalista da tre anni, ha offerto il suo talento a riviste quali Wired, Metro, Capital, Traveller, Jack, Colonne Sonore, Game Republic e a decine di siti che ovviamente lo hanno evitato con anguillesca agilità. Ha in forte antipatia i fancazzisti, i politici, i medici, i giornalisti e soprattutto quelli che gli chiedono foto.

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