Potrà suonare esagerato, ma il giorno in cui venne annunciata la produzione di The Peanuts Movie da parte dei Blue Sky Studios (quelli de L’Era Glaciale, per intenderci) presi molto male la notizia, con un misto di rabbia e frustrazione. Rabbia perchè volevo che l’opera di Charles M. Schulz si fermasse con la sua dipartita, frustrazione perchè, nonostante i loro film siano gradevoli, nutrivo enormi dubbi sulla capacità degli autori di Scrat & Co. di trasferire compiutamente sul grande schermo quel “trattato filosofico sul genere umano” che Schultz ci ha donato nell’arco di mezzo secolo. Al termine della visione, posso affermare in piena coscienza che la missione (questa sì apparentemente impossibile) è invece pienamente riuscita.

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Chiunque conosca anche superficialmente i Peanuts sa che hanno due livelli di lettura: il primo alto, irraggiungibile, in cui i seienni dissertano di vita, futuro, tempo e filosofia con una disillusione ed un pragmatismo tipico degli adulti (non per nulla al Peanuts dei bambini/adulti è sempre stato contrapposto l’altrettanto eccelso Calvin & Hobbes di Bill Watterson in cui i bambini restano tali) e l’altro, più immediato, innocente e infantile fatto di gag, personaggi buffi e situazioni strambe e surreali.

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Gli sceneggiatori Bryan Schulz, Craig Schulz e Cornelius Uliano hanno (saggiamente) evitato di confrontarsi col primo livello per concentrasi sul secondo, riuscendo a caratterizzare tutti i personaggi con i tic/manie e abitudini che ogni appassionato ama e apprezza da 50 anni a questa parte. Il risultato è un’opera perfetta per i bambini (molto più di quanto non siano le produzioni Pixar o Dreamworks), ma che farà sorridere anche gli adulti, cresciuti assieme a Linus, Snoopy e gli altri personaggi del fumetto.

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Le strisce, che talvolta riprendono elegantemente vita, come pensieri dei personaggi in 3D, vengono rilette e riproposte con una veste grafica efficace, che omaggia il tratto originale e riesce al tempo stesso ad apparire gradevole per le nuove generazioni e adatta al mezzo cinematografico: The Peanuts Movie, oltre che molto divertente, è anche bello a vedersi.

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La regia di Steve Martino, che aveva portato al cinema con buoni risultati Ortone e il mondo dei Chi, alterna i momenti comici (quasi tutti affidati alle innumerevoli “personalità” di Snoopy ed alla formidabile sottotrama dedicata al “Dannato Barone Rosso” avvicente e tecnicamente validissima) con la storia principale, che vede partecipi i volti storici della saga alle prese con un anno scolastico. L’unica grande concessione rispetto alla tradizione, che per inciso funziona alla grande, è che stavolta la mitica ragazzina dai capelli rossi, l’amore impossibile di Charlie Brown, ha un corpo, un volto e, alla fine, parla.

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Consci di camminare su un tappeto di uova, gli autori di Blue Sky Studios hanno completato l’operazione “nostalgia” saccheggiando le trasposizioni televisive del passato (remoto) della serie e sfruttando proficuamente il celeberrimo tema di Vince Guaraldi, partitura iconica degli speciali andati in onda a partire dagli anni ’60.

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The Peanuts Movie ha intrapreso l’unica strada possibile per portare al cinema il mondo immaginato da Charles M. Schulz. E’ un’opera devota, garbata, simpatica, accessibile a tutti e, speriamo, un volano perfetto per trasformare gli spettatori del film in lettori della saga cartacea, quella sì, davvero inimitabile.



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Andrea Chirichelli

Classe '73. Giornalista da tre anni, ha offerto il suo talento a riviste quali Wired, Metro, Capital, Traveller, Jack, Colonne Sonore, Game Republic e a decine di siti che ovviamente lo hanno evitato con anguillesca agilità. Ha in forte antipatia i fancazzisti, i politici, i medici, i giornalisti e soprattutto quelli che gli chiedono foto.

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