“You come into our lives. Disrupt our balance. Everyone’s attracted to you. Who are you?”  

The Night Manager, tratto dall’omonimo romanzo di Le Carré, è tutto nella battuta appena riportata. L’ex soldato britannico Jonathan Pine lavora come direttore di notte in lussuosi alberghi, ma la vita, un amore da vendicare e l’Inghilterra da salvare lo rendono una spia infiltrata alla corte di un trafficante d’armi che per ricchezza, potere e politici a libro paga potrebbe governare una nazione, se non fondarne una addirittura. Il più classico dei plot da spy-thriller, dunque, se non fosse che il protagonista della miniserie è Tom Hiddleston e tanto è bastato a rendere il tutto più vicino a The Bachelor che a 007, nonostante la critica abbia interpretato la presenza di Mr Hiddleston come una candidatura non ufficiale da futuro Bond. Ma no, a meno che non si voglia rivisitare l’iconico agente al servizio di Sua Maestà in chiave “fidanzata d’Inghilterra”, il Jonathan Pine di Hiddleston non punta nella direzione di James Bond, e qui inserisco un personalissimo “per fortuna”. Chi si è imbattuto in gif, fanvid, screencap non deve però farsi trarre in inganno: non è la malizia delle fangirl a far sembrare la serie sia un meticoloso insistere sulle grazie del protagonista, dalle ciglia alla punta dei piedi, ma è proprio Tom Hiddleston a essere stato diretto così. Da una premio Oscar.

Ma andiamo con ordine. La produzione della serie nasce dall’unione di forze tra BBCOne e AMC. Hugh Laurie è qui coprotagonista nelle vesti del villain ma a suo tempo, dopo aver letto il romanzo, si era visto così bene nel ruolo dell’eroe da aver tentato di opzionarne i diritti salvo scoprire di essere stato battuto sul tempo da Sidney Pollack. Passano circa 10 anni, di quel progetto cinematografico si sono perse le tracce finché i diritti sono tornati nelle mani della famiglia dello scrittore e una nuova versione di The Night Manager prende forma grazie alla rilettura che ne hanno fatto David Farr e la regista Susanne Bier, premio oscar per “In Un Mondo Migliore“.

the night manager tom hiddleston

Diverse le modifiche apportate per attualizzare il testo: non siamo più in un clima post guerra fredda, ma all’indomani della primavera araba; le ambientazioni del Centro America lasciano posto a Maiorca, il finale della storia diverge da quella del romanzo quanto basta per sorprendere i lettori senza snaturare il testo originale. Infine, il ruolo di un personaggio chiave viene affidato a una donna: l’agente Burr diventa Angela Burr interpretata da una grande Olivia Colman che ricorda molto, per gravidanza in corso, spirito e tenacia, Frances McDormand in Fargo. Ed è proprio nei segmenti narrativi che coinvolgono Angela Burr, impegnata a coordinare, gestire e proteggere la copertura di Jonathan Pine, che troviamo il senso dello spy-thriller più classico: tradimenti, corruzione, doppi giochi.

Sul campo, ovvero paesaggi mozzafiato, ville sontuose e alberghi da mille e una notte, il landscaping è tutto su Tom Hiddleston che nuota, gioca a tennis, corre in spiaggia, dorme vestito di cinque gocce di Chanel, affascina tutti e tutti ne sono affascinati, intrigati e incuriositi. E non potrebbe essere altrimenti perché il modo in cui Richard Roper (Hugh Laurie) accoglie Pine all’interno della sua cerchia di fedelissimi può essere giustificato solo grazie al fascino di una persona che suscita istintivamente attrazione e fiducia, fino al punto da silenziare ragione e cautela. Non a caso dell’entourage di Roper l’unico che riesce a intuire da subito la pericolosità di Pine è anche l’unico personaggio, uno strepitoso Tom Hollander, che sa in partenza di non essere nella posizione di poterlo concupire (è facile leggere nelle sue minacce di morte la sublimazione di propositi di altro genere).

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L’incolpevole, e spesso vituperata, fangirl è stata anche accusata di essersi concentrata soprattutto su una certa scena di passione tra Jed, la compagna di Roper, e Jonathan Pine. Io, che pure amo e adoro Tom Hiddleston, sono invece rimasta stupefatta dalla quantità di scene che evadono da una qualsiasi utilità narrativa. La storia d’amore tra la spia e la donna sbagliata è uno stilema del genere ed è funzionale a movimentare la trama, aumentare la posta in gioco, e far agire i protagonisti in modo irrazionale e acriticamente imprevedibile. Senza la storia d’amore, foriera di complicazioni e doppi giochi, The Night Manager e storie affini si concluderebbero alla seconda puntata, o in un centinaio di pagine scritte. Quindi nessuna gratuità. Sono altri i momenti che lasciano perplessi: per esempio questa inquadratura insistita, oppure quasi tre minuti di Jonathan Pine che viene vestito da un sarto intento a declamare le misure di busto, fianchi, spalle mentre gli altri, Roper incluso, assistono alla “cerimonia” e annuiscono compiaciuti. Ecco, questa è una sequenza che non ha alcuna funzione narrativa ed è molto più attigua a Cenerentola, vestita da topolini e uccellini, che non a James Bond.

Non che mi lamenti, anzi, per me The Night Manager dovrebbe essere proiettato sulle facciate dei duomi delle varie città in occasione dell’8 Marzo, ma esaminando il ruolo di Jonathan Pine è bene ribadire: non è il pubblico a essere troppo concentrato su Hiddleston mentre, per esempio, attraversa un campo di addestramento in medio oriente come fosse una passerella distribuendo sprizzi di glamour a ogni passo, ma sono proprio queste scene il motore della storia. Ma non voglio sminuire i meriti della serie e dei suoi valori produttivi: The Night Manager è una miniserie piacevolissima, accattivante, con ottimi interpreti e una regia che introduce magistralmente in prima persona lo spettatore all’interno di paesaggi e luoghi, quasi come aprisse una porta sugli stessi. E al di là delle ammiratrici dell’attore protagonista, i maschi etero e i bambini potranno comunque trarre piacere nel vedere Tom Hiddleston fare l’effetto di un coniglione di un metro e novanta con cui tutti non vedono l’ora di unirsi in un caldo abbraccio.



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Mara Ricci

Serie tv, Joss Whedon, Jane Austen, Sherlock Holmes, Carl Sagan, BBC: unite i puntini e avrete la mia bio. Autore e redattore per Serialmente, per tenermi in esercizio ho dedicato un blog a The Good Wife.

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