Kei Nagai è uno studente modello delle superiori, impegnato nello studio per gli esami scolastici, in cui conta di prendere ottimi voti per garantirsi l’accesso a un’università prestigiosa. Un giorno, nel tragitto da casa a scuola, mentre attraversa la strada, viene investito in pieno da un camionista distratto, sotto gli occhi inorriditi di tutti gli altri passanti. Passanti che restano ancora più increduli e spaventati quando, pochi secondi dopo, vedono uno strano alone scuro avvolgere il corpo di Kei, che giace senza vita sotto le ruote del camion. Nel giro di pochi istanti, il ragazzo, un po’ intontito, ma apparentemente in buona salute si rialza guardandosi attorno confuso.

Kei è un Ajin, esseri semi umani, apparentemente immortali o quasi, capaci di resistere a qualunque ferita ed addirittura di sopravvivere alla propria morte. Scoperti durante un conflitto in terra africana circa vent’anni prima, gli Ajin, esseri tanto rari quanto misteriosi, sono perseguitati e cacciati dalle autorità di tutto il mondo, sia perchè visti come una minaccia, a causa della loro incredibile abilità, sia per essere studiati e analizzati come cavie da laboratorio. Terrorizzato e confuso, Kei scappa con l’aiuto di un vecchio amico d’infanzia, dando il via ad una serie di eventi imprevedibili: al ragazzo non sono infatti interessati soltanto poliziotti e autorità governative, ma anche una misteriosa organizzazione di Ajin terroristi che punta a combattere la società umana colpevole di averli perseguitati.

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Più che sull’originalità dei contenuti, dell’intreccio o delle tematiche affrontate, Ajin trova il suo punto di forza nelle straordinarie scene d’azione, veramente ben fatte e (quasi) sempre piuttosto credibili. Sotto il profilo della narrazione e dell sviluppo della trama, è sicuramente un bene che la prima metà dell’opera sia incentrata sul racconto dell’affannosa fuga di Kei mentre la seconda metà, in cui la prospettiva della storia si allarga coinvolgendo molti più personaggi, narri invece della lotta tra i terroristi guidati dall’imperscrutabile “uomo col cappello” e le forze armate. Nei tredici episodi, infatti, la tensione si mantiene costantemente alta quando c’è uno scontro di qualche tipo in corso o una situazione delicata da gestire, ma cala considerevolmente quando ci si prende una pausa dall’azione e si fa procedere la storia: un problema che potrebbe essere risolto nelle prossime stagione, visto che la prima si chiude con un finale che definire aperto sarebbe un eufemismo.

Un elemento caratterizzante della serie è la tecnica di animazione utilizzata, che sfrutta massicciamente il digitale e la computer grafica. Il risultato è un animazione incredibilmente dettagliata sotto vari aspetti, spesso ignorati negli anime: effetti di luci ed ombre dinamici, la mobilità e l’ espressività dei volti, la particolare attenzione nella rappresentazione di tutti quei micromovimenti che esprimono le gestualità dei personaggi, anche nei momenti meno concitati. Questa scelta estetica funziona molto bene nelle scene d’azione e nei momenti più adrenalinici, ma talvolta il fatto che i movimenti dei corpi dei personaggi siano resi così fedelmente, specie durante i dialoghi, crea un effetto leggermente straniante. Certo, non siamo ai livelli della “zona perturbante” ipotizzata da Masahiro Mori, ma specialmente durante la visione dei primi episodi della serie, si ha la sensazione di assistere a uno spettacolo di marionette antropomorfe mosse da fili invisibili.

Distribuita in tutto il mondo da Netflix e prodotta da Polygon Pictures, Ajin – Demi Human è tratta dall’omonimo manga di Gamon Sakurai e vanta valori produttivi molto superiori alla media (notevoli sono anche le due sigle di apertura e chiusura). Nonostante un approccio un po’ troppo serioso e alcune scelte narrative non particolarmente originali, l’anime riesce a tenere incollati allo schermo e sa come far appassionare il pubblico, anche grazie ai numerosi misteri, ancora in larga parte irrisolti. Non resta che aspettare le prossime stagioni per vedere se la qualità espressa nella prima sarà o meno confermata, ma già ora è una serie da non perdere.



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