Gli anni sessanta sono uno dei periodi storici più turbolenti e affascinanti della storia umana. Intere generazioni hanno lottato per la conquista di diritti civili e l’affermazione di nuovi stili di vita. Le scelte estreme di alcune icone mediatiche sono state allo stesso tempo causa e parto dell’inesauribile desiderio di libertà e rinnovo della popolazione. Gli esempi più eclatanti richiamano alla mente l’ambiente musicale, letterario e universitario, ma nessun ambito ne è risultato immune, soprattutto in America.

Dal punto di vista cinematografico, vedremo importanti registi dell’epoca concentrarsi su temi di attualità e di impegno politico, portando nelle sale cruente immagini di guerra e messaggi di democrazia, mettendo momentaneamente da parte le fantasie ufologiche che avevano accompagnato il tramonto del decennio precedente.

E’ in questo fertile ambiente che il grande pubblico imparerà a conoscere Kubrick ed il suo messaggio visionario e straordinariamente commovente de Il dottor stranamore (USA, 1963), dove i maggiori esponenti dell’establishment mondiale inscenano un braccio di ferro dall’esito apocalittico. Il monito di Kubrick sul pericolo nucleare è anche un’accusa agghiacciante alla follia proclamata dei politici suoi contemporanei.

Questo capolavoro sarà per qualche tempo l’ultimo importante regalo alla fantascienza di celluloide da parte del cinema  americano, che lascia il palcoscenico alla produzione europea, molto attiva soprattutto in Spagna, Italia, Inghilterra, Danimarca e Francia.

Lord of the flies

Ai confini del genere, il geniale ed enigmatico Peter Brook propone un’altra interpretazione delle gerarchie di potere basate sulla violenza dello spirito umano ne Il signore delle mosche (UK, 1963), dove un gruppo di teenager dispersi devono imparare a costruire e rispettare le proprie regole di comunità. Un’interpretazione della natura umana destinata a rimanere eternamente attuale, ma la pellicola venne a lungo dimenticata prima del suo remake.

In Italia, come detto molto produttiva in questi anni, il prodotto più professionale ed interessante è una coproduzione con la Spagna, diretta da Bava, che ricordiamo con orgoglio. Si tratta di Terrore nello spazio (ITA/SPA, 1965), tratto dal racconto Una notte di 21 ore di Renato Pestriniero. La storia è un pericoloso viaggio su un pianeta sconosciuto dove gli astronauti verranno annientati da creature aliene. Il risultato uno splendido esempio di fotografia ed effetti speciali molto ispirati.

Terrore_nello_spazio_(film_1965)

Ma è dall’Inghilterra che arrivano i migliori prodotti. A Flemyng si deve la trasposizione del primo dei molti film del leggendario Dr. Who, antieroe britannico nello spirito e nell’ironia, con la sua enorme sciarpa. In Dr. Who and the Daleks (UK, 1965) iniziano le sue scorribande nello spazio e nel tempo per sconfiggere i misteriosi Dalek.

Il bravo Chaffey propone invece la sua visione dell’era preistorica nel colossal Un milione di anni fa (UK, 1966) che per un breve periodo viene considerato il riferimento assoluto nell’ambito della ricostruzione verosimile di costumi e psicologie di civiltà selvagge, per venire poi subito dimenticato di fronte al meraviglioso lavoro di Schaffner e Cooper di cui parleremo in seguito.

Il vero capolavoro del cinema della Gran Bretagna lo si deve però al polivalente Truffaut, immigrato di Francia, con il la sua trasposizione del romanzo Fahrenheit 451(UK, 1966), che tratteggia un incredibile futuro dove il possesso di libri diviene un crimine perseguito da apposite squadre di incendiari. Esempio assoluto di grande cinema senza confini, pur rimanendo fedele ai ritmi blandi e meditati della scuola europea contrapposta a quella sensazionale americana, questo film è un tributo commovente ad una grande intuizione letteraria, e deve assolutamente essere visto da chiunque apprezzi quelle pellicole che lasciano, dopo i titoli di coda, argomenti su cui ragionare.

Farenheit

Concludiamo infine la carrellata inglese citando il bellissimo L’astronave degli esseri perduti/Five million years to Earth (UK, 1967) di Baker , che è in realtà l’adattamento del terzo capitolo di Quatermass prodotto da BBC.
L’opera di Baker è forse il migliore dei film di Quatermass, e riesce a creare una interminabile tensione emotiva nell’attesa dell’assalto di misteriosi alieni dimenticati nelle viscere delle metropolitane londinesi: l’inquietudine fu tale che ai tempi indusse a rinviare la distribuzione alle televisioni pubbliche.

 

Il viaggio nel cinema cult di fantascienza

01. Gli esordi nel fantastico

02. 1950-1960 La prima golden age

03. Il monopolio americano



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